Il Policlinico di Milano ha davvero autorizzato una trasfusione di sangue non vaccinato?

di Fabio De Bunker |

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Il Policlinico di Milano ha davvero autorizzato una trasfusione di sangue non vaccinato? Bufale.net

E’ notizia recente che il Policlinico di Milano, uno dei maggiori ospedali del Nord Italia, avrebbe accolto la richiesta di un paziente, destinato a sottoporsi a un intervento di nefrectomia, di ricevere sangue esclusivamente da donatori non vaccinati contro il Covid-19. Il fatto è stato riportato da alcune testate giornalistiche e ampiamente condiviso sui social media. Ma è andata davvero così? Cosa prevede la normativa italiana sulle trasfusioni di sangue? Scopriamolo insieme.

La vicenda in breve

Un paziente di 51 anni di nome Fabrizio, in attesa di un intervento di nefrectomia, avrebbe ottenuto il consenso dal Policlinico di Milano per ricevere sangue esclusivamente da donatori non vaccinati contro il COVID-19. Fabrizio temeva di assumere la proteina Spike nel caso in cui la donazione provenisse da un soggetto vaccinato. Per supportare la sua richiesta, si sarebbe rivolto ad una associazione che non nominiamo poiché questo articolo non mira a screditare nessuno che avrebbe avviato l’iter burocratico necessario.

La prima richiesta del paziente sarebbe stata quella di sottoporsi ad autotrapianto, una procedura che prevede la raccolta del proprio sangue in anticipo rispetto all’intervento. Tuttavia, il Policlinico avrebbe respinto questa opzione, poiché l’autotrasfusione è autorizzata solo in casi particolari. Fabrizio avrebbe quindi richiesto una donazione dedicata, che sarebbe stata approvata.

Una volta risolti gli aspetti formali, si sarebbe presentato il problema pratico di trovare donatori. Inizialmente, ne sarebbero stati trovati due, ma non erano sufficienti. Senza una banca del sangue che considerasse tra le caratteristiche dei donatori anche la non vaccinazione contro il COVID-19, sarebbe stato avviato un passaparola per una “gara di solidarietà.” Questo avrebbe portato alla partecipazione di vari donatori, inclusi alcuni che sarebbero arrivati dalla Svizzera a proprie spese.

Una associazione si sarebbe occupata di selezionare i candidati, che facevano parte di gruppi noti per la loro opposizione agli obblighi vaccinali durante la pandemia.

Abbiamo usato il condizionale più volte perché non disponiamo di prove documentali che confermino l’accaduto, né possiamo negarlo categoricamente. Di sicuro, il tam-tam susseguito alla pubblicazione della notizia nei gruppi no-vax sui social ha contribuito a diffondere falsità riguardo alle trasfusioni di sangue e ha sollevato anche ombre sulla vicenda stessa.

Cosa prevede la normativa sulle trasfusioni di sangue?

La presunta possibilità di effettuare una “donazione dedicata”, che permetterebbe di scegliere il proprio donatore, è già stata smentita in altre occasioni dal Centro Nazionale Sangue. La normativa specifica nel dettaglio quali sono i prodotti del sangue (emocomponenti) producibili e utilizzabili, e non consente né sul piano pratico né normativo l’indicazione da parte del paziente di ulteriori requisiti delle unità di sangue oltre a quelli espressamente previsti dalla legge trasfusionale. Sulla vicenda specifica, quello che sappiamo con certezza è che sarebbe stato raccolto del sangue da donatori non vaccinati, cosa del tutto legittima poiché non esiste un obbligo di legge in merito. Un paziente non vaccinato contro il COVID-19 infatti può donare sangue, a condizione che soddisfi tutti gli altri criteri di idoneità stabiliti per i donatori di sangue. Semplice e chiaro.

Tuttavia, in questo caso la trasfusione non sarebbe stata necessaria né durante né dopo l’intervento, come riportato nelle stesse notizie che circolano in questi giorni. Quindi, di quale accordo si parla? Non vi sono prove documentali a supporto e siamo ancora in attesa di dichiarazioni ufficiali da parte del Policlinico di Milano: è impossibile quindi anche solo parlare di notizia reale o alterata perché non vi sono termini di paragone.

La bufala sulla presenza della proteina spike nelle sacche di sangue

Alcune testate giornalistiche che hanno riportato la vicenda del Policlinico (e alcuni gruppi novax) hanno colto l’occasione per riproporre la vecchia bufala riguardante la presenza della proteina Spike nel sangue trasferita attraverso trasfusioni. Tuttavia, è importante sottolineare che le persone vaccinate possono tranquillamente donare il sangue, e le sacche prelevate da chi è immunizzato sono utilizzate per le trasfusioni senza alcuna differenza rispetto alle altre. Le indicazioni per le donazioni da parte di chi ha ricevuto il vaccino sono precisate in una nota del Centro Nazionale Sangue, che rispetta le normative nazionali ed europee in materia di medicina trasfusionale. Queste direttive seguono le raccomandazioni della “Guide to the preparation, use and quality assurance of blood components” e le ultime indicazioni dell’European Centre for Disease Prevention and Control.

Inoltre, è utile ribadire che la proteina Spike non si trova nel sangue in quantità significative dopo la vaccinazione, poiché i componenti dei vaccini, come mRNA o vettori virali, vengono rapidamente eliminati dal corpo e non circolano nel sangue in modo rilevante. Il sangue donato è sottoposto a rigorosi processi di purificazione e preparazione prima di essere utilizzato per le trasfusioni, durante i quali vengono rimossi qualsiasi componente estraneo o potenzialmente dannoso. Le autorità sanitarie regolamentano attentamente la raccolta, la lavorazione e l’uso del sangue per garantire la sicurezza e l’efficacia delle trasfusioni, senza alcuna prova scientifica che suggerisca il trasferimento della proteina Spike attraverso il sangue donato. In conclusione, l’idea che la proteina Spike possa essere trasmessa attraverso trasfusioni di sangue e che ciò possa essere pericoloso per la salute non ha alcun fondamento scientifico o normativo.

 

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