Il Paese più ignorante in Europa è l’Italia: pessimi dati sul nostro livello d’istruzione
Mai come oggi un dato la dice lunga sul livello culturale dell’Italia, visto che ad oggi il nostro è il Paese più ignorante d’Europa. Questa, in estrema sintesi, il dato che possiamo raccogliere attraverso un dato che dà ragione a chi, ad esempio, ironizza sul cosiddetto “analfabetismo funzionale” che emerge sui social. Seppur le cose non necessariamente si possano considerare connesse, infatti, impossibile non pensare a bufale come quella di Snoop Dogg considerato come un immigrato da insultare su Facebook. Ve ne abbiamo parlato pochi giorni fa.
All’Italia il titolo di Paese più ignorante d’Europa: la fonte dei dati
Chi lo dice che l’Italia sia il Paese più ignorante d’Europa? La fonte, purtroppo, è autorevole, considerando il fatto che tutto nasce da un Report Istat chiamato “Livelli di istruzione e ritorni occupazionali”. Va detto che i dati riportati siano molteplici, ma quello più importante ci condanna senza sé e senza ma. In particolare, viene evidenziato che il 62,2% delle persone tra i 25 e i 64 anni in Italia abbia ottenuto almeno il diploma. Certo, un dato leggermente in crescita rispetto a quello registrato nel 2008, quando non siamo andati oltre il 53,3%. Tuttavia, nell’Ue si viaggia su numeri decisamente differenti.
Se vi state ponendo domande in merito all’utilizzo di un titolo tanto forte in merito al Paese più ignorante d’Europa, infatti, occorre tener presente che nel resto d’Europa siamo addirittura sul 78,7%. Dunque, trend positivo, ma siamo vergognosamente sotto le medie europee. Basti pensare che siamo siamo arrivati a quota 86,6% in Germania, 80,4% in Francia e 81,1% nel Regno Unito.
Non va meglio coi laureati tra i 30 e i 34 anni, visto che in Italia siamo al 27,6, mentre la media europea è 41,6%. Resta quello del diploma il dato più importante che porta a parlare di Paese più ignorante d’Europa, trattandosi a detta della fonte del “principale indicatore del livello di istruzione di un Paese e livello di formazione indispensabile per partecipare con potenziale di crescita individuale al mercato del lavoro”
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