Il non caso di “Questo libro non parla di sesso” alla COOP

di Bufale.net Team |

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Il non caso di “Questo libro non parla di sesso” alla COOP Bufale.net

Questo articolo parla di un non caso relativo a “Questo libro non parla di sesso” alla COOP, e contiene una preghiera. Se avete questioni morali da affrontare, non venite a chiederci. Fate un po’ quello che vi pare, perché se il problema non esiste consumate il nostro tempo e le nostre risorse che vi forniamo gratuitamente per aiutarvi e non per discettare amabilmente di non casi.

Il non caso di "Questo libro non parla di sesso" alla COOP

Il non caso di “Questo libro non parla di sesso” alla COOP

Il non caso del giorno è una petizione contro “un libro scandaloso che parla di sesso ai bambini” con immagini di “transgender” e cose simili, oggetto di un boicottaggio di 32 persone in Texas su 62 che ne parlavano.

Trentadue texani su trenta milioni circa è grossomodo una goccia nel mare

Il non caso di “Questo libro non parla di sesso” alla COOP

Il libro di cui parliamo, venduto non solo “alla COOP” ma su Amazon, IBS e presso l’associazione TLON è sostanzialmente un libercolo per maggiori di anni 14 che parla di

“relazioni, l’amicizia, la sessualità, il corpo, il sesso sicuro, la gelosia, il rifiuto… Con un linguaggio inclusivo e irriverente”

Meglio parlarne prima a 14 anni che finire a 15 a farsi denunciare per averci chiesto “il video dello stupro che gira su Telegram” perché non hai trovato un accidente di adulto a dirti che “l’amore è un sentimento troppo alto/per essere consumato assai brutale sull’asfalto“, che no significa no e che, sorpresa delle sorprese, al mondo esistono anche gli omosessuali.

Del resto non parliamo degli ultimi pervertiti del pianeta, ma di Erika Moen e Matthew Nolan, fumettisti e cartoonisti a tempo pieno, autori della web serie a fumetti Oh Joy Sex Toy, riconosciuta tra i migliori fumetti sul sesso da VergeSexual Alpha e Kinkly, finalista agli Harvey Awards.

Non vediamo francamente il problema che ci rappresentate, e vi invitiamo a non rappresentarcelo ulteriormente.

Anche perché firmare petizioni online non ha alcun valore coercitivo o legale e anzi, apre la pista a problemi che il nostro Garante Privacy ha già avuto modo di esaminare.

Poi, per carità, ognuno pensi quello che vuole: non saremo noi certo a dirvi cosa fare, a parte il fatto che forse non c’è niente da fare.

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