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Il non-caso delle “Tesla morte di freddo a Chicago”

Ci risiamo. Siamo dinanzi a dei “non-titoli”. Avrete letto i titoli sulle “Tesla morte di freddo a Chicago”, e di come le temperature glaciali abbiano lasciato dei “robot morti” e un “cimitero di auto elettriche”.

Il non-caso delle “Tesla morte di freddo a Chicago”

Titoli senz’altro degni di catturare l’attenzione, ma possiamo davvero parlare, anche solo nei titoli di “auto morte di freddo”?

Il non-caso delle “Tesla morte di freddo a Chicago”

Morire non si applica alle automobili e a mezzi inanimati, che vivi non sono mai stati. E anche accettando la metafora, “morto” viene usato in gergo commerciale per un prodotto danneggiato e non più riparabile. L’esempio è la locuzione “DoA”, “Dead on Arrival” che si usa per giustificare il reso di prodotti elettronici malfunzionanti la cui riparazione è antieconomica rispetto alla sostituzione.

In questo caso, come ricorda il nostro decano Attivissimo, le batterie usate solitamente per le auto elettriche richiedono una minima temperatura per funzionare.

Temperatura garantita da sistemi di riscaldamento incorporati, che ovviamente sono alimentati dalla stessa vettura. Se la batteria arriva a zero, non c’è energia per nessun sistema, e quindi la ricarica ne risente rallentandosi.

Non azzerandosi, viene semplicemente ridotta di velocità.

Viene ad essere bloccata la cosiddetta “carica rapida”, quella che esiste anche per i cellulari. Avrete notato voi stessi a casa che caricando un cellulare col caricabatterie consigliato dal produttore e con cavi di buona qualità la carica tende ad essere più rapida che ad esempio collegandolo alle USB del computer o con caricabatterie inadatti.

E avrete notato come la carica viene interrotta o rallentata in caso il cellulare sia surriscaldato o raffeddato: la stessa cosa avviene con ogni dispositivo elettronico “di pregio” dotato di batterie ricaricabili. Ovviamente infatti un giochino elettronico o altro oggetto poco costoso semplicemente durerà il minimo sindacale richiesto in quanto paghi per quello che ottieni.

La soluzione prospettata dal decano di noi fact checker Attivissimo è semplice: ricordarsi che anche a casa hai verosimilmente un garage con presa elettrica e non mandare del tutto a zero la batteria.

Cosa comunque assai consigliata perché il modo migliore per accelerare il declino di una batteria è mandarla costantemente a zero sfruttando tutti i cicli di ricarica: una carica dal 20% all’80% sarà sufficiente nella totalità dei casi, il 100% sarà utile in pianificazione di un lungo viaggio da ricarica a ricarica.

Piuttosto proprio ieri sono stati pubblicati gli esiti di una statistica effettuata da un ente di soccorso auto norvegese che ha riscontrato come nell’87% dei casi di vetture bloccate dal freddo in fase di avvviamento si trattava di veicoli a carburanti tradizionali, col solo 13% di vetture elettriche.

Conclusione

I titoli relativi a “robot morti” e “cimiteri di auto elettriche” sono inesatti e imprecisi: un’auto elettrica in condizioni climatiche avverse può essere ricaricata, ancorché in modo assai meno efficiente e sarebbe assai meglio non lasciare andare a zero le batterie ricaricabili, di qualsiasi dispositivo.

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