Tra gli ambienti no-vax – o tra quelli “io sono pro-vax, ma” – circola con una certa ossessione il messaggio di Patricia Montenegro, presentata come “PhD in Neurochirurgia presso la Johns Hopkins University”. Brevemente, il testo mette in forte discussione l’efficacia del vaccino in termini di immunizzazione e possibilità di contagio per poi spostare l’attenzione sulla “discriminazione” contro coloro che hanno scelto di non vaccinarsi.
“Tra tutti i vaccini che ho visto in vita mia (difterite, tetano, pertosse, morbillo, rosolia, parotite, varicella, epatite, meningite e tubercolosi), non ho mai visto un vaccino che mi costringa a indossare una mascherina e mantenere la distanza sociale, anche quando sei completamente vaccinato…
Non avevo mai sentito parlare di un vaccino che diffonda il virus anche dopo la vaccinazione.
Non avevo mai sentito parlare di ricompense, sconti, incentivi per vaccinarsi.
Non ho mai visto discriminazioni per coloro che non hanno fatto. Se non sei stato vaccinato, nessuno ha cercato di farti sentire una persona cattiva.
Non ho mai visto un vaccino che minacci le relazioni tra familiari, colleghi e amici.
Non ho mai visto un vaccino usato per minacciare i mezzi di sussistenza, il lavoro o la scuola.
Non ho mai visto un vaccino che permettesse a un dodicenne di ignorare il consenso dei genitori.
Dopo tutti i vaccini che ho vistoto sopra, non ho mai un vaccino come questo, che discrimina, divide e giudica la società così com’è. E mentre il tessuto sociale si stringe…
È un vaccino potente! Fa tutte queste cose tranne l’IMMUNIZZAZIONE.
Se abbiamo ancora bisogno di un’iniezione di richiamo dopo essere stati completamente vaccinati e dobbiamo ancora ottenere un test negativo dopo essere stati completamente vaccinati, e dobbiamo ancora indossare una maschera dopo essere stati completamente vaccinati e dobbiamo ancora essere ricoverati in ospedale dopo essere stati completamente vaccinati, probabilmente arriveremo il momento di ammettere che stati completamente ingannati“.
(Dott.ssa Patricia Montenegro
PhD in Neurochirurgia presso la John Hopinks University)
Un virgolettato e una firma, ma nessuna fonte che dimostri la reale provenienza di questo testo. Come possiamo notare, la sedicente Patricia Montenegro non riporta dati ma solamente proclami che abbiamo già sentito in più occasioni. I no-vax – o, ancora i “sono pro-vax ma… “ – condividono questo messaggio fidandosi passivamente di un’attribuzione che suona autorevole, ma tale non è.
La frase “non ho mai visto un vaccino che mi costringa a indossare una mascherina e mantenere la distanza sociale” potrebbe suonare come un’amara ironia, ma c’è chi condivide questo messaggio nella convinzione che le restrizioni siano dovute al vaccino e non al virus. In realtà dovremmo aver imparato che mascherine e distanziamento ci servono a evitare il contagio che è dato dal virus, non dal vaccino.
Il ritornello del “vaccino che non immunizza” ritorna spesso, ma anche su questo dovremmo aver imparato che l’immunizzazione dal contagio non è mai totale, mentre è più alta la possibilità di evitare l’ospedalizzazione.
Può sorprendere, ma la Patricia Montenegro citata nel messaggio non esiste. Diciamo “sorprendere”, ma chi ha memoria e spirito critico sa molto bene che i bufalari sono soliti inventare attribuzioni autorevoli per conferire attendibilità alle loro fake news. Non c’è differenza, ad esempio, col messaggio virale dell’“amico carabiniere“ che ci metteva in guardia dalle uova lanciate sul parabrezza.
Attenzione: diciamo che non esiste quella Patricia Montenegro, ma il mondo è pieno di omonime legate al mondo della Medicina che, però, non presentano le stesse credenziali. Ce lo spiegano i colleghi di Boatos.org in questo articolo del 9 gennaio. Ragioniamo insieme.
Il messaggio virale riferisce che Patricia Montenegro sia ricercatrice in Neurochirurgia presso la Johns Hopkins University. L’Università ha sede a Baltimora (Stati Uniti), ma troviamo sedi distaccate in Cina, a Singapore e anche in Italia a Bologna. Boatos.org ci fa notare che lo stesso messaggio circolava tempo fa senza la firma di “Patricia Montenegro” e con l’intento di elogiare l’operato del presidente brasiliano Bolsonaro. Lo stesso messaggio è dunque ricomparso firmato, e con la convinzione che la dottoressa sia di origini brasiliane. La ricerca anagrafica sul CFM (Consiglio Federale di Medicina del Brasile) porta a diversi casi di omonimia con la signora Montenegro, ma in nessuna scheda si leggono riferimenti alla Johns Hopkins University.
Nessun riscontro nemmeno sul sito dell’Università, né sulla scheda generale né su quella del dipartimento di Neuroscienze. A questo punto non ci resta che verificare la presenza di una “Patricia Montenegro” almeno tra i medici presenti negli Stati Uniti. Il servizio Doctor Finder, collegato ad AMA (American Medical Association) non porta risultati.
Siamo di fronte all’ennesimo caso di messaggio virale con attribuzione autorevole, pensato con lo scopo di renderlo credibile agli occhi di chi non è avvezzo allo spirito critico.
In realtà il messaggio di Patricia Montenegro è un concentrato di bufale e disinformazione sul vaccino anti Covid, e il suo nome non risulta tra quelli dei medici del sistema brasiliano né tra quelli degli Stati Uniti.
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