Ci segnalano i nostri contatti un messaggio di Coelho ai bambini degli anni ’80. Possiamo comodamente archiviarlo tra le “citazioni improbabili”, attribuzioni postume di testi “presi dalla rete” a personaggi famosi.
Siamo al livello del Tucidide novax, del Cicerone complottista, del Churchill punk e del Pertini sbavante cavernicolo che bercia al “famoso discorso per la pace” di voler massacrare i suoi rivali politici con “mazze e pietre”, magari dopo aver partecipato all’orgia per la castità: citazioni improbabili esibite al grido di “Non l’ha detto, ma potrebbe averlo detto”.
Spesso, con una enorme sospensione dell’incredulità perché no, sono frasi decisamente fuori dalle corde del famoso di turno.
L’apologo è bello lungo e continua per pagine e pagine, descrivendo un’infanzia a metà tra il boomerismo estremo e la Cimmeria di Conan il Barbaro, tra ragazzini orgogliosi di riportare traumi maxillofacciali complessi, fratture della teca cranica, leccare vernici al piombo e prendersi a bastonate nei campi per decidere il più forte in una perversa battle royale.
Riporteremo solo per amor di completezza e perché rilevante al discorso la parte più deprecabile dell’appello, dove il “presunto Coelho” si lancia nel più sfacciato e boomeristico abilismo deridendo la psicologia e accusando platealmente i dislessici di essere solo svogliati da rieducare a scapaccioni.
A parte il fatto che, come sapete, i temi del disagio psicologico e delle disabilità occulte ci sono assai cari, decidere di deridere chi fa ricorso alla psicologia e denigrare i dislessici è l’ultima cosa sul pianeta che Coelho avrebbe fatto.
Paolo Coelho, internato da giovane in un manicomio contro la sua volontà per aver rifiutato di abbandonare gli studi letterarii, è l’ultima persona sulla faccia del pianeta che avrebbe concluso un articolo invitando gli adulti a prendere a schiaffi i dislessici e deridere i ragazzini con condizioni di disagio.
E infatti non si tratta di Paolo Coelho.
Il presunto apologo appare intorno dal 2007 come “dal web”, arricchito dai contributi di “autori vari”, ovvero i commentatori che hanno fatto “lievitare” l’apologo nel tempo.
Prima di tale data l’unica menzione è nel commento ad un articolo di un gruppo Facebook nel 2001, non più accessibile dai motori di ricerca
In ogni caso, il periodo è quello del primo decennio del 2000, e la fonte è “il web”.
Il riferimento iniziale è ai soli “bambini degli anni ’80”, in un tripudio di boomerismo che per ragioni anagrafiche esclude Coelho.
Una decina di anni dopo varianti della citazione estendono “l’infanzia ideale” retrodatandola fino agli anni ’60, arrivando infine alla versione che aggiunge il poeta Coelho per un perverso “argomento di autorità”.
La teoria insomma che “L’ha detto un famoso, chi sei tu per criticare il famoso? Condividi e fai girare per non offendere il famoso”.
Ma il fatto che la citazione a. non esista se non in lingua italiana e con ovvi riferimenti alla situazione sociale e culturale italiana, b. non esista nel corpus di Coelho in Brasile e c. il nome di Coelho appaia solo nelle varianti successive ci porta ad archiviarlo tra le citazioni posticce.
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