Il messaggio del commerciante di fuochi d’artificio e botti di Capodanno agli animalisti

Ci sono temi caldi su cui vari personaggi in cerca d’autore puntano sicuro per ottenere un corposo rientro in viralità: dietro il “messaggio del commerciante di fuochi d’artificio e botti di Capodanno agli animalisti” c’è tutto questo.

Il tema caldo del Capodanno, l’amore per gli animali ed il fitto sottobosco che da un lato vede un animalismo spesso intransigente (ma che, in questo caso, non ha certo tutti i torti, anzi verosimilmente torto non ha) ed una comunità di troll che ostentano “superiorità” attaccando briga coi proprietari di animali di affezione si uniscono nella ricerca di facile viralità del nostro personaggio.

Personaggio che avrete riconosciuto essere Leo Fregoli, “operaio Fiat penalizzato di 300 euro” per pagare Ronaldo, il giornalista Pietro Parcheri costretto a parlare male della maggioranza, il sedicente avvocato Saulo Gudmani, citazione televisiva riciclata come avvocato dei personaggi di un noto fatto di cronaca, un improbabile nomade, l’imprenditore russo Marco Corrosa, talvolta fidanzato omosessuale di noti cantanti, ma a loro insaputa e talvolta prete controtendenza dedito alle droghe leggere ed alla bestemmia o hippie fuori tempo massimo, versione virale di Cutey Honey, la nota eroina a fumetti di Go Nagai con sette trasformazioni per combattere il male, ma nel suo caso tutte usate per ramazzare un po’ di facile viralità.

La struttura delle creazioni del “commerciante di fuochi d’artificio” è la stessa della Bufala del Giustiziere: il bizzarro personaggio si finge un povero Italiano vessato da minoranze invise, oppure una minoranza raffigurata come odiosa e incline a rinfacciare al lettore il proprio privilegio, chiedendo nel primo caso commenti e condivisioni per ottenere catarsi dalla sua condizione, nel secondo caso sfidando il Popolo della Rete ad unirsi nell’odio contro di lui, dileggiandolo in quanto si presenta come intoccabile.

Sono sostanzialmente i “cinque minuti d’odio” istituzionalizzati, un perverso dono regalato a persone indinniate e livorose che anche durante le feste non hanno niente di meglio da fare che riunirsi nel rito pagano dell’odio e della condivisione virale, incapaci di scollarsi da un monitor per vomitare la bile acida accumulata mentre nel mondo tutte le persone felici festeggiano.

E badi bene, il meccanismo del nostro innominato personaggio, che preferiamo non nominare per non soggiacere a questo gioco, funziona.

Questa volta abbiamo un personaggio che gioca su tutti i fronti che possono eccitare un pubblico delirante ed animalesco: il commerciante di fuochi d’artificio si descrive contemporaneamente come:

  • un “povero italiano” che millanta la necessità di guadagnare “in tre giorni” il necessario per “non morire di fame”, stuzzicando il “pauperismo” dell’indinniato patriotta medio che si erge a paladino dell'”italiano in difficoltà”, ma solo quando può fare ciò con una comoda condivisione da casa, urla e borborigmi;
  • un cacciatore inveterato, quindi inserendo nel suo bacino di utenza un “fronte dei cacciatori” da contrapporre agli animalisti ripetutamente antagonizzati nel video;
  • invettive contro i proprietari di animali in una cadenza dialettale scurrile e volgare, in modo da far sentire il leone da tastiera medio a suo agio, presentandosi come una persona “come lui”, eccitando l’uditorio con volgarità minacciose che infatti riecheggiano nei commenti dell’uditorio

Uditorio che infatti, eccitato dal capobastone per un pugno di like, ci delizia con perle come

Hai ragione sommo, il metodo più opportuno sarebbe quello di sparare petardi a fianco ai cani, in modo tale da farli abituare!

nonché

Quando l’altro giorno ho portato i miei petardi a spasso non sai quanti cani che esplodevano.
E nessuno faceva niente ! Li ho dovuti riportare a casa poverini.

In una catena di odio e livore che dimostra la caratura non già del personaggio creato allo scopo per indinniare e triggerare, ma di coloro che evidentemente guardano alle creazioni dello stesso come valvola di sfogo per i loro odi e fantasie represse.

Non è tanto il “commerciante di fuochi d’artificio” a preoccuparci, quanto il crescente elenco di individui che, radunandosi sotto i commenti dello stesso, esprimono pensieri e fantasie evidentemente deprecabili, cogliendo l’occasione per trasformarsi in tanti leoni da tastiera.

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