Il martello di Glen Rose, ovvero la pseudoscienza del complotto
Il martello di Glen Rose è un reperto usato da diverse branche del complottismo come oggetto per randellare il muro del “noncielodikeno”, scusate il calembour. Parliamo sostanzialmente di un martello. Un normale, modernissimo martello in una situazione che tanto normale non è, almeno per chi non conosce i misteri della scienza.
Questo normalissimo martello si trova avvolto in una concrezione rocciosa databile intorno all’Ordoviciano, circa 450 milioni di anni fa (Cretaceo dunque), trovato nella città di London, in Texas e associato alla formazione geologica di Glen Rose in Texas.
Questo elemento datario ha portato a creare ben due diverse teorie del complotto.
La prima, quella degli OoPArts (“Out of Place Artifacts”) dichiara che sono esistite antichissime civiltà perdute nel tempo dalla tecnologia avanzatissima che, ad esempio, avevano già i martelli. La seconda vuole il martello essere un artefatto biblico che dimostra che in tempi antediluviani gli esseri umani convivevano coi dinosauri, i minolli e i liocorni e, ovviamente, avevano bisogno dei martelli per fare l’Arca di Noé.
Entrambe le teorie si scontrano con le più basilari nozioni di logica.
Il martello di Glen Rose, ovvero la pseudoscienza del complotto
Immaginate di trovare un lingotto d’oro nell’incarto di un hamburger da McDonald’s. La soluzione più immediata sarebbe ipotizzare che esista un McDonald’s nel mondo in cui un cuoco pazzo inserisca lingotti d’oro nell’incarto del Crispy McBacon e cominciare la ricerca dello stesso per diventare miliardario.
Ma la soluzione più logica sarebbe pensare che nessun McDonald’s regala lingotti di oro e quindi qualcuno ce lo ha messo in seguito.
In questo caso abbiamo dei minerali dell’era Ordoviciana, chimicamente solubili, che si induriscono esposti ad un oggetto estraneo, in questo caso un martello.
Come ricostruito da Glen J. Kuban, noto per le sue ricerche archeologiche proprio nell’aria del fiume Paluxy in Texas in questo caso abbiamo due elementi. Il primo, ovviamente, è un martello da minatore di evidente foggia moderna, per essere precisi risalente al XIXmo secolo (non ci sono state così tante innovazioni nella creazione di un martello da minatore: sono sempre pezzi di metallo con un manico di legno). Il secondo una roccia ordoviciana tutta intorno.
Ogni indagine sul martello dimostra che la sua produzione è compatibile con la metallurgia del tardo 1800 e del 1900, dalla composizione del metallo fino alla fabbricazione, e le sue dimensioni sono compatibili con quelle di un martello da miniera.
Ritenere quindi che in tempi antediluviani ci fossero dei giganti (quindi esseri con mani enormi) che forgiavano normalissimi martelli da miniera che per loro erano normali martelli per piantare chiodini nei muri è una enorme sospensione dell’incredulità, sapendo quello che sappiamo sulla solubilità dei minerali.
Vieppiù il motivo di tale gigantismo viene descritto come un eccesso di ozono nell’atmosfera, che avrebbe causato moria di piante ed un’atmosfera tossica e cancerogena e non atta alla sopravvivenza di esseri miracolosi.
Il martello è quindi moderno. La roccia Ordoviciana, ma come abbiamo visto per lo stesso motivo per cui in una stalattite composta da concrezioni minerali antichissime possiamo trovare incapsulati oggetti più recenti, una soluzione di minerali Ordoviciani ha intrappolato un normalissimo martello da minatore.
E questo è quanto.
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