Sta girando senza sosta, in queste ore, la storia del vitalizio dopo due anni e mezzo di legislatura acquisito dai parlamentari, con una norma apparentemente definita nel 2020 e scoperta dal noto giornalista Mario Giordano. Una storia vecchissima, tanto per cominciare, che non a caso abbiamo trattato sulle nostre pagine più di due anni fa. Per quanto rilevante, in quanto questa semplice informazione ci aiuta a svincolare tutte le accuse dall’attuale classe politica, il presupposto appena citato rappresenta solo uno degli aspetti da considerare.
Nello specifico, il post che circola su Facebook a fine aprile 2020 ci dice che domenica notte i politici (lasciando intendere che ci sia ovviamente lo zampino del governo) si siano fatti una legge su misura, in modo tale che da questo momento possa scattare il vitalizio solo dopo 2 anni e mezzo di legislatura. Un vantaggio non di poco conto, che fa ulteriormente rumore in questo periodo, nel quale tanti italiani stanno facendo i conti con la crisi economica accentuata dalla diffusione del Coronavirus.
In realtà, il post è incentrato sulla Basilicata, ma soprattutto su un episodio specifico che risale addirittura al 2017. In sostanza, le accuse di Mario Giordano sul vitalizio dopo due anni e mezzo di legislatura non riguarda il governo nazionale, ma la Regione Basilicata. Vicenda, che, tra le altre cose, è costata a suo tempo già una querela al conduttore della trasmissione televisiva “Fuori dal coro“. Che di recente ha già dovuto affrontare le sue grande, con la famosa uscita infelice di Vittorio Feltri contro il Sud.
Come riportò a suo tempo il sito Ufficio Stampa Basilicata, Franco Mollica, allora presidente del Consiglio regionale della Basilicata rispose duramente alle accuse di Mario Giordano sul vitalizio dopo due anni e mezzo di legislatura, chiarendo quanto segue:
“Non è vero che il Consiglio regionale ha deciso di assegnare nuovi vitalizi ai consiglieri della nona legislatura. Questa facoltà era già prevista dalla legge n. 38/2002, il Consiglio è intervenuto solo per precisare che i consiglieri con almeno 30 mesi di contribuzione che intendono effettuare i versamenti volontari necessari per la maturazione del diritto all’assegno vitalizio devono farlo entro 90 giorni, mentre prima non era previsto un tempo entro il quale esercitare questa scelta. Quindi si tratta di una norma più stringente”.
Insomma, totalmente decontestualizzate le condivisioni social del 2020, con alcune precisazioni a margine sulle accuse di Mario Giordano a proposito del vitalizio dopo due anni e mezzo di legislatura.
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