Ipotizzate che qualcuno vi fermi per la strada dicendo
“Mi ha detto mio cugino che sei un pedofilo criminale assassino terrapiattista, io penso sia vero, ma non è che lo dico io! Me l’ha detto uno, non è che mi denunci se ti chiedo pubblicamente davanti a tutti i presenti intorno a noi se sei un pedofilo? Se lo sei quanti bambini hai molestato, pedofilo? C’è il punto interrogativo, quindi non mi puoi denunciare!”
Quanto tempo ci mettereste a portarlo in tribunale per le sue dichiarazioni gravi e infamanti da uno a Maurizio Mosca accusato di essere “stato visto comprando la Cocaina in piazza Aspromonte?”
La questione di “Il laboratorio Cinese è di proprietà di GlaxosmithKline, che è proprietà di Soros, penso sia vero” è sostanzialmente la stessa.
Ognuno su Internet è responsabile di quello che scrive e di quello che condivide, tenuto a mostrare prove delle sue azioni.
Scrivere una qualsiasi cosa premettendo il “Penso sia vero” come scusante è esattamente come urlare in una piazza aperta che il vostro vicino di casa è un pedofilo per poi, al primo tintinnare di manette, piagnucolare quel “Io pensavo fosse vero” come se giustificasse le vostre azioni.
Torniamo ora alla bufala. La “versione estesa” di un testo che avevamo già affrontato, la “Syder’s Justice League” di una bufala originaria ben più breve.
Nella “combo infodemica” di cui avevamo già parlato a Novembre avevamo già analizzato una serie di elementi. Cui ora se ne aggiunge qualcuno.
Basta avere un archivio storico grande come il nostro e capirlo.
La combo inizia immediatamente dalla bufala più antica della Pandemia. Quella del laboratorio di Wuhan che ha creato il virus. Laboratorio di Wuhan attribuito a questa o quella “Big Pharma”, così, a caso.
Abbiamo sostanzialmente un intero archivio di versioni di questa bufala che nessuno è mai riuscito a dimostrare.
Dal punto di vista scientifico, la struttura stessa di SARS-CoV-2 è incompatibile con una genesi artificiale. Come spiegammo a suo tempo con un aiuto della Dottoressa Angela Rasmussen, che traducemmo,
il codice genetico contiene caratteristiche incompatibili con la coltivazione in vitro, come il suo sito di scissione polibasico e i glicani O-linked nella spicola proteica. Inoltre hanno identificato delle caratteristiche inedite nei recettori DNA binding di S, la parte che si collega al recettore ACE2, che non è in grado di agganciarsi in modo ottimale al recettore ACE2 umano. Eppure simili caratteristiche sembrano collegarsi all’ACE2 umano molto bene.
Perché qualcuno dovrebbe sobbarcarsi il problema di creare dei recettori completamente nuovi incrociando le dita perché funzionino anziché usare sequenze che già sono note e funzionanti? Questo suggerisce che siano nate naturalmente anziché essere state create o coltivate. Questi studi indicano con fermezza che il SARS-CoV-2 si è originato nei pipistrelli per evolversi naturalmente, negli umani direttamente o in un ospite intermedio, in modo da infettare efficacemente gli esseri umani.
Unito alle caratteristiche intrinseche di un laboratorio “di livello 3”, dove le misure di sicurezza rendono il lavoro lento, faticoso e malagevole, il tutto porta ad una spiegazione metaforica che usammo per divulgare la cosa a chi non ha le competenze tecniche per capire quanto letto di cui sopra
Creare SARS-CoV-2 in un laboratorio sarebbe come commissionare ad un laboratorio sperimentale di armi atomiche la costruzione di un revolver a sei colpi. Un revolver che si inceppa quattro colpi su sei, riesce a sparare un colpo su sei ma con la mira del tutto inefficiente e col sesto colpo ti fa saltare in aria la mano.
Creare un’”arma biologica” reinventando la ruota con soluzioni goffe e ineleganti per un’arma, dal contagio elevatissimo (e quindi poco controllabile), la mortalità statisticamente bassa (elevata dunque solo sul grande numero) e senza avere alcun mezzo per controllarla è l’equivalente dello spendere miliardi per una pistola che ti spara in faccia.
Sommando questo al fatto che la tesi del laboratorio segreto è stata smentita, dimostrando che non ci sono mai stati “laboratori di armi biologiche”, e chiunque abbia mai detto di averne prove ha fallito nel fornirne, ecco che la prima parte di questo sillogismo è andata oltre.
Inoltre scopriamo come in tempi non sospetti il Laboratorio BSL-4 a Wuhan risulti un laboratorio Nazionale per la ricerca e il contrasto alle pandemie e facente capo al Wuhan Institute of Virology Chinese Academy of Sciences. Che ovviamente non è Glaxo o Pfizer.
Istituto che ormai da lungo tempo si è brillantemente liberato di ogni accusa.
Ma andiamo oltre.
Andiamo alla seconda parte del sillogismo. Per scoprire che Glaxo e Pfizer non hanno alcun rapporto azionario e di proprietà.
Quello che ci va più vicino è una Joint Venture, un accordo per la diffusione di farmaci da banco, oltre quanto citato da Paolo Tutto Troppo, ovvero una ricerca congiunta sulle terapie per l’HIV.
A meno che i nostri amici complottisti non vogliano spiegarci come cureremo il COVID19 con le vitamine Multicentrum, il sillogismo “Il laboratorio di Wuhan è proprietario della Glaxo che è di proprietà della Pfizer” si rivela un falso.
Non solo Pfizer non ha la proprietà di Glaxo, ma è Glaxo (e non viceversa) che ha stipulato un accordo di condivisione di utili e perdite (quello che è una Joint Venture) per la diffusione di alcuni prodotti da banco, come vitamine e cerotti per il mal di schiena.
Anche questo fa parte del fantastico mondo delle bufale.
Soros, la pecora nera del complotto. Soros, colui che secondo il Patriota Q è stato visto comprando cose e per questo è stato arrestato, deportato a Guantanamo e trucidato turpemente dal superspione del complotto più fallimentare del pianeta.
Soros, il gatto di Shroedinger del complotto, colui che è stato simultaneamente ucciso dal Patriota Q e, onnipotente e immortale, possiede le vite di tutti gli esseri umani della Terra e tiene dei complottisti incatenati in giardino per risparmiare sui nani di gesso.
Soros, colui che non possiede il fantomatico Fondo Blackrock
Con un aiuto di Reuters vediamo cos’è il fondo Blackrock.
È un fondo di investimento, ovvero intermediari finanziari.
Avete presente quando vi arriva la mail truffa del personaggio famoso che propone di investire in Bitcoin, in rape di Animal Crossing o qualsiasi altra cosa truffaldina e voi ci scrivete
“Ma è buffala o non è buffala? boooooooooooooooooooooh? Magari mi faccio i soldi!”
Ecco: questi lo fanno sul serio.
Quindi è ovvio che un fondo di investimento consigli di investire in qualcosa che funziona, ed è ovvio che Soros investa in un fondo gestito da persone che capiscono qualcosa.
Dire che basta comprare e vendere azioni di qualcosa per esserne il proprietario è un po’ l’atteggiamento del “ggentista villano” che, confondendo proprietà con commercio, rischio di impresa con prodotto e investimento, si presenta sotto i commenti delle pagine dei giornali dicendo
“Io compro il vostro giornale, io pako il vostro giornale, coi miei due euro pago il vostro stipendio quindi ordino, voglio e comando che fate quello che voglio o diventate tutti poveri”
Oppure si presenta da noi dicendo
“Io clicco sulle vostre notizie, quindi Bufale.net esiste perché io vi pako e quindi dovete fare gli articoli che dico io!”
Quindi no, investire in qualcosa non significa possedere o essere il burattinaio occulto di diversi personaggi del Complotto come Bill Gates e le odiate assicurazioni.
Anche esse oggetto di diverse contraddittorie teorie del complotto.
Soros quindi non possiede Blackrock che non possiede GlaxoSmithKline che non possiede Pfizer che non possiede alcun laboratorio a Wuhan.
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