“Il Green Pass era previsto molto prima della Pandemia”: complottisti scoprono l’acqua calda
“Il Green Pass era previsto molto prima della Pandemia” è la nuova condivisione virale narrata sui profili del complotto.
Perché, ovviamente, dopo l’invenzione del cucchiaio per il sugo per rimestare, ci vuole l’acqua calda per bollire gli oggetti.
Celia a parte, abbiamo già visto complottisti rimestare mascherine nell’acqua bollente alla ricerca di morgellons, quindi la celia sull’agire complottista oseremmo dire sia meritata.
Il Green Pass era previsto molto prima della Pandemia? Lo sappiamo, grazie, i colleghi di Facta ce ne hanno parlato in lungo e in largo e vi faremo un piccolo sunto con riflessioni.
Ma era previsto in una forma del diversa, ancorché non meno necessaria.
“Il Green Pass era previsto molto prima della Pandemia”: complottisti scoprono l’acqua calda
Partiamo da una questione fondamentale: Unione Europea significa unificazione.
Sappiamo anche questo no? Regole uniformi per il trasferimento di merci, per la mobilità di persone e per un mercato del lavoro comune.
Turismo comune, ma anche sanità comune.
Siamo quindi al 2018: anno in cui ci si rende conto che, ad esempio, posso laurearmi in Italia e vedere il mio titolo riconosciuto in Francia o in Germania, ma se mi trasferisco con tutta la famiglia in Francia o in Germania succede che magari ho dei figli piccoli che hanno effettuato talune vaccinazioni obbligatorie in uno stato e non in un altro e viceversa e devo letteralmente ricominciare a ricostruire il fascicolo col medico.
Pediatra che si troverà a frugare in documenti in una lingua straniera, facendo riferimento a norme di un ordinamento che non conosce e con le dovute difficoltà ad effettuare la dovuta anamnesi.
Così nel 2018 si propose una raccomandazione
La raccomandazione prevede la possibilità di costituire un sistema europeo di condivisione di informazioni sui vaccini, con l’obiettivo di sviluppare orientamenti relativi a un calendario vaccinale comune a livello di UE, una tessera delle vaccinazioni a livello di UE e un portale webcon informazioni aggiornate e affidabili in merito ai benefici e alla sicurezza delle vaccinazioni.
Cosa che secondo il testo avrebbe anche ostacolato i complottismo e le “vaccinoresistenze” dei novax: il complottismo di nutre dell’assoluta disinformazione e balcanizzazione delle pratiche.
Abbiamo già visto in passato interi pezzi di complottismo imbastiti sul confronto, casuale e senza senso, tra i piani vaccinali di diversi stati.
Sapere che sì, magari in stati dove la “resistenza ai vaccini” è inferiore sono richiesti interventi legislativi inferiori, ma in tutti gli stati esiste un raccordo tale per cui un soggetto, muovendosi di stato in stato, continua ad essere informato e seguito sulla sicurezza ed efficacia dei vaccini, e sul suo piano vaccinale seguito fino a quel momento, rovina la piazza ai complottisti più di ogni altro intervento diretto.
Gli svuota la sacca di mancata conoscenza nella quale possono iniettare la disinformazione.
Il testo prosegue parlando infatti di
Una tessera comune a livello di UE, con una serie essenziale concordata di informazioni per ciascuna vaccinazione, potrebbe facilitare l’interpretazione dei libretti vaccinali, agevolare lo spostamento dei cittadini e ridurre le barriere alla vaccinazione, fornendo allo stesso temposia ai cittadini sia ai prestatori di assistenza sanitaria le informazioni pertinenti necessarie per assicurare che i cittadini siano immunizzati contro le malattie prevenibili da vaccino.
Proseguendo nella creazione di scorte vaccinali e un coordinamento tra le sanità locali ed europee.
La vera anomalia non è il documento del 2018: è che non lo sia fatto prima
Quindi vediamo: esiste la CEE dal 1957, l’Unione Europea così come la conosciamo affonda le sue radici nel Trattato di Maastricht del 1992.
In questi decenni siamo riusciti a unificare il commercio, lo spostamento di persone e merci, i diritti fondamentali e la politica economica.
Ma nel 2018 ci siamo resi conto di non essere neppure in grado di unificare i servizi base della sanità, o almeno di provvedere al caso di un nucleo familiare che si trasferisce di stato in stato e deve completare le profilassi vaccinali obbligatorie per i minori.
L’anomalia non è averlo fatto prima di una Pandemia diffusa nel globo, l’anomalia e non averci pensato nel 1992.
Vieppiù che ricorda Facta, certificati sanitari esistono dal Rinascimento, e come tutti i viaggiatori frequenti sanno, ci sono paesi in cui puoi ottenere il visto solo certificando la vaccinazione per malattie da loro ancora presenti, ma da noi limitate o scomparse.
Quindi, di cosa stiamo parlando?
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