Il governo Austriaco lancia bonus per riparazioni elettroniche: il “diritto a riparare”
Il governo Austriaco lancia bonus per riparazioni elettroniche ed è un’eccellente idea. Molti vi diranno che ambientalismo significa “avere meno”, e spesso è un tema cavalcato proprio dai bufalari che cercano di descrivere la lotta al cambiamento climatico come una “austerity mascherata” che vuole renderci straccioni, miserabili e promuovere una “decrescita” trasformata in miserabile pauperismo luddita.
In realtà il modo migliore per proteggere l’ambiente non è smettere di comprare i beni di cui abbiamo bisogno e che migliorano la nostra vita, ma è tenerli il più lontano possibile dalle discariche.
Spesso riparare una lavatrice, un computer portatile, un cellulare o una console da videogiochi ha un costo elevato e la tentazione di cambiarlo è evidente. Ma ogni dispositivo elettronico arriva con una “curva di apprendimento”, per cui spesso riparare un portatile o un cellulare al posto di sostituirlo migliora la produttività, dato che ti risparmia impratichirti con un dispositivo diverso.
E nel bilancio familiare, spesso poter riparare anziché sostituire farebbe la differenza, e la farebbe anche per l’ambiente: un frigorifero è un oggetto utile in casa, occupa spazio in una discarica e nefasto buttato ad un cantone di strada.
Il “right to Repair”
Per questo da decenni ormai in Europa si combatte una battaglia per il “diritto alla riparazione”, promuovendo cioè buone pratiche che rendano i dispositivi semplici da riparare in laboratori privati e centri locali.
Tra i dispositivi ad esempio “promossi” risulta la serie “Fairphone”, smartphone e accessori del tutto riparabili prodotti con parti standardizzate assemblabili e sostituibili con un minimo di attenzione, tra i “bocciati” appaiono diversi dispositivi Apple, spesso con parti “appaiate” via firmware al dispositivo di cui sono componenti che non possono essere agevolmente rimpiazzate in un laboratorio terzo.
Ma qualcosa sta cambiando, e si chiede sia a produttori che legislatori di rendere il dispositivo elettronico medio riparabile: non è fisicamente possibile produrre qualcosa di eterno e indistruttibile, ma renderlo riparabile è già qualcosa di buono.
Il governo Austriaco lancia bonus per riparazioni elettroniche: il “diritto a riparare”
Il “bonus riparazioni” austriaco si applica sostanzialmente a tutti gli elettrodomestici e dispositivi elettronici, siano essi a batteria, batteria ricaricabile integrata o alimentati da corrente elettrica, come si legge nell’elenco fornito sul portale.
Il bonus di 200 euro massimi copre fino a metà del costo della riparazione e del preventivo, e può essere richiesto per ogni riparazione.
Semplicemente, riparato il primo oggetto si chiederà un nuovo bonus per il secondo fino a riparazione completa.
Il fondo viene finanziato dai soldi del Recovery Plan per il COVID19, e consente un duplice vantaggio. Da quando il programma è partito, i laboratori indipendenti di riparazione registrano un netto incremento delle loro entrate, e dispositivi elettronici un tempo consegnati per essere smaltiti a norma (cosa che comunque comporta l’affollamento delle discariche) o, peggio, gettati via alla chetichella per evitarsi il fastidio, vengono ora portati in negozio per essere riparati e riconsegnati.
Coprire metà del costo della riparazione rende riparazioni antieconomiche del tutto economiche: chi vi scrive ha riparato un paio di anni fa uno smartphone pagato nuovo 380 euro circa con ricambi e mano d’opera per 120 euro, di fatto un terzo del prezzo.
Probabilmente una stima del genere renderebbe molti tentati dal gettarlo via e prenderne uno nuovo a rate, cosa a pensarci antieconomica nel lungo periodo, lesiva per l’ambiente e che poi ti getta nella necessità di cercarti nuove custodie, pellicole protettive, trasferire tutti i programmi e immagini da un cellulare all’altro (cosa non scontata se il danno impedisce l’accensione…), ma con un prezzo dimezzato diventerebbe perfettamente possibile, dandoti il tempo di ravvederti per un backup totale e prendere in futuro in considerazione una sostituzione meno “emergenziale”.
Il Bonus Austriaco è quindi un’ottima idea: speriamo si diffonda.
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