Il Giudice: “..se la ragazza fosse rimasta a casa quella sera, non sarebbe morta e lui non sarebbe in galera”
Ci sono molti modi per travisare una notizia: ad esempio cambiandone l’oggetto e ritoccando un virgolettato. Tanto basta, letteralmente, per mutare il bianco il nero e dirottare la folla inferocita e manzoniana verso un bersaglio nuovo.
Se leggete la frase
Il Giudice: “..se la ragazza fosse rimasta a casa quella sera, non sarebbe morta e lui non sarebbe in galera”
Voi con chi ve la prendete? Con la magistratura, coi giudici. Date fiato agli istinti forcaioli più brutali, a chi vi dice di tenere in nullo conto la giustizia, che i giudici sono cattivi, e che se la prendono abitualmente con le vittime.
E se vi dicessimo che nessun giudice ha mai proferito quelle parole? Se vi dicessimo che è stato un imputato a proferirle, e riscontro non ve ne è stato?
Ma andiamo con ordine, e partiamo dall’originale del post
Il solito, lungo walltext artefatto che riporta
Yusif Salia lo stuprature e assassino di Desire (sic!) Mariottini, denuncia i genitori per abbandono di minore e omessa vigilanza. Il Giudice: “..se la ragazza fosse rimasta a casa quella sera, non sarebbe morta e lui non sarebbe in galera”
Incredibile… ogni parola di quello che hai detto è sbagliata, o quasi
La frase falsamente attribuita al giudice appare in un atto di denuncia vergato dall’imputato per stupro e omicidio in questa forma
“Se la ragazza quel giorno fosse stata in casa con i familiari, io Salia Yusif non sarei in carcere”
Depositato durante l’incidente probatorio, il momento preprocessuale nel quale in attesa della celebrazione del processo si raccolgono prove e testimonianze che altrimenti rischierebbero andare perdute o corrotte.
Ci riporta inoltre il Gazzettino che secondo la difesa dell’imputato l’occorso avrebbe potuto evitarsi
esercitando le normali e consone funzioni genitoriali sulla minore, ossia – si legge ancora negli atti – semplicemente controllandone i movimenti
Ora, possiamo parlare finché volete dell’opportunità e dell’impatto emotivo di una simile linea di difesa, ma preferiamo che sia la magistratura stessa a tracciare una linea al riguardo pronunciandovisi, come dovrebbe essere desiderio di ogni buon cittadino nell’alveo delle leggi.
Possiamo anche, se volete, attendere tale momento per analizzare la tragedia in ogni suo sordido dettaglio, ma noi basta sapere che nessuno dovrebbe morire e soffrire, né per leggerezza, né per errore, né vittima dell’altrui brutalità. E tanto ci basta per invocare pietà per una ragazzina morta, e male.
Quello che possiamo dichiarare è che da nessuna fonte ufficiale si può evincere che alcun giudice abbia fatto suo un virgolettato ottenuto rimaneggiando ad arte un virgolettato diverso, spostando il soggetto che ha espresso quella frase dall’imputato ad un fantomatico giudice.
Il perché di questa curiosa operazione è palese: ovviamente, un imputato di un reato aberrante è già oggetto di odio nei Social. Odio che anticipa persino la magistratura e che ad essa sembra volersi sostituire annegando nelle urla un momento che dovrebbe essere di solenne raccoglimento e di trionfo dello Stato e dell’Ordine sul Caos e sul Crimine.
Ma se il soggetto diventa un fantomatico “Giudice”, ecco che la diga è rotta, e la veraggente può ergersi, ancora più bestiale ed efferata del reo, a giudice, giuria e giustiziere sputando sulla Giustizia per sostituirla col linciaggio.
E poco importa che siamo al 16 Ottobre, e neppure il compianto Maurizio Mosca potrebbe ottenere un provvedimento in soli sei giorni.
Poco importa che in una società civile se la bandiera della legge viene gettata nel fango, tocca alla giustizia sollevarla ancora più in alto. Qui la macchina del fango è ormai attiva a velocità multipla: e la magistratura viene colpita. Forse per desiderio di click, forse per calcolo politico. Chi lo sa.
Ma sicuramente per motivazioni intollerabili.
Da qui, il motivo dei tag adottati. Disinformazione, perché siamo di fronte ad una frase vera, ma contenuta in diverso contesto. Bufala, perché si è scelto coscientemente di attribuirla ad un soggetto che mai avrebbe potuto proferirla, spostando il peso dell’odio su quel soggetto istituzionale.
Il fraintendimento sembra voluto
Abbiamo infatti controllato gli effetti di questo spostamento.
E gli effetti sono i commenti alle infinite condivisioni di questo brano. Che provano il nostro assunto: in questo momento ci sono persone convinte che le frasi dell’imputato siano state proferite da un immaginario giudice, nuovo oggetto del loro odio.
anche se la mamma del giudice fosse andata al cinema invece di creare una persona cosi non saremmo qui a commentarlo.
Questo giudice è il perfetto esempio o di un mancato o di un errato utilizzo del preservativo…..
Mi auguro sia una buffala,in caso contrario andrebbe da subito levato dalle sue funzioni è dato in pasto ai corvi
Non posso dire cio’ che penso di questo Magistrato rosso. Non posso dirlo.!
Tra minacce più o meno esplicite ad un immaginario giudice e insulti grossolani ai “magistrati rossi”, è chiaro che lì fuori ci sia gente convinta che esista un giudice che ha fatto acriticamente sua la tesi di un imputato perché… l’ha detto Internet.
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