Analisi in corso

Il farmaco Israeliano Exo-Cd24: ottimismo, ma anche cautela

La bulimia dello scoop genera problemi. Sul farmaco Israeliano Exo-Cd24 ci sono molte cose da dire: l’errore da non fare mai è dichiarare a tavolino una vittoria precoce.

Per questo abbiamo deciso di parlare di “analisi in corso”: anticipare i risultati di fase uno, per quanto promettente non è come funziona la medicina.

La storia della medicina è piena di fasi uno assai promettenti che semplicemente non hanno mantenuto tutte le promesse. O almeno di risultati descritti mediaticamente così sconvolgenti da mettere in ombra i reali (e non meno utili) risultati.

Un po’ come quando una madre in vena di vanterie descrive il figlio abile negli studi come l’Enrico Fermi del Nuovo Millennio, un incrocio tra Bill Gates, Steve Jobs ed Hedy Lamarr, bellissimo, intelligentissimo e pantocrate demiurgo in grado di forgiare una nuova società.

Per quanto abile sia il ragazzino, il confronto tra la realtà ed una narrazione sovrabbondante sarà impietoso.

Il farmaco Israeliano Exo-Cd24: ottimismo, ma anche cautela

Ci è stato quindi chiesto di esaminare le notizie sul farmaco Israeliano Exo-Cd24.

E noi al momento non possiamo che dare gli elementi preliminari.

Sappiamo ad esempio che

L’Ichilov Medical Center di Tel Aviv ha completato gli studi della fase uno del progetto di ricerca su questo nuovo medicinale. Il farmaco ha aiutato numerosi pazienti di Covid, da moderati a gravi, a riprendersi rapidamente dalla malattia. Dei 30 a cui è stato somministrato 29 hanno mostrato un netto miglioramento nell’arco di 48 ore e sono stati dimessi dall’ospedale pochi giorni dopo. Anche l’ultimo paziente si è ripreso, ma la sua guarigione ha richiesto più tempo. L’ideatore del medicinale, è il professore Nadir Arber del Centro integrato di prevenzione del cancro dell’ospedale. Arber ha definito il farmaco EXO-CD24 come “efficace e poco costoso”.

Quindi un test preliminare su 30 persone. Promettente, ma ancora in fase iniziale.

Del meccanismo ne avevamo parlato altrove

Il farmaco Israeliano Exo-Cd24 non è un farmaco contro il COVID19, ma “host directed”

Il meccanismo alla base è lo stesso alla base delle notizie sul Tocilizumab.

È lo stesso che porta a parlare di farmaci contro il COVID19 quando si parla di medicina “host directed”.

Quando si dice che un farmaco inibisce la tempesta di Chitochine, o quando si dice che inbisce l’iperinfiammazione, non stiamo dicendo parolacce o invocando antiche divinità Lovecraftiane.

Ricorreremo ad esempi tratti da Esplorando il Corpo Umano: uno dei problemi dati dal fatto che il COVID19 non ha precedenti nella storia umana è il fatto che la risposta immunitaria del corpo non ha precedenti.

Il sistema immunitario secondo Esplorando il Corpo Umano

In Esplorando il Corpo Umano ricorderete che ogni aspetto del Sistema Immunitario ha un suo avatar: un esercito di poliziotti, nonché agenti sulle loro navicelle spaziali che lanciano dei futuristici robot pronti all’assalto degli ostili patogeni.

Sostanzialmente, il fatto che nessuno di questi personaggi al momento abbia la più pallida idea di come sia fatto SARS-CoV-2 (quantomeno, non prima della vaccinazione, che tra i suoi effetti benefici ha anche questo), può provocare l’eccessiva attivazione del nostro sistema immunitario contro il tessuto polmonare, detto in termini assai semplici.

I robottini vanno ovunque e spaccano ogni cosa, cellule del corpo umano comprese perché fisicamente non sanno ancora come fare.

Del resto, se nella serie animata la risposta immunitaria veniva rappresentata dal Colonnello Pierre, una versione adulta del ragazzino delle sequenze nel “mondo di fuori” al comando di una flotta di astronauti come lui, con navicelle piene di quei simpatici robottini, va anche ricordato come veniva descritta l’azione stessa.

Col Colonnello Pierre che, programmati nella sua navicella gli anticorpi (i simpatici robottini), volava con la sua flotta sui patogeni scagliando gli stessi all’assalto del nemico.

Ma in questo caso il sistema immunitario non ha mai visto il Coronavirus, quindi potremmo ipotizzare che il Colonnello Pierre non abbia tutti gli elementi necessari da inserire nel computer di bordo. Gli anticorpi pertanto vengono programmati in modo inesatto e non hanno la capacità completa di distinguere amico e nemico.

Aggrediscono quindi SARS-CoV-2 ma, come in una rissa da bar, colpiscono anche duramente tutto quello che si trova intorno.

Nell’immagine tratta da Esplorando il Corpo Umano, il Colonnello Pierre

I farmaci citati piccola flotta dal “legittimo comandante”, ovvero il Colonnello, ordinando al sistema immunitario di darsi una calmata e rallentare la sua azione.

Cosa apparentemente controproducente: ci si aspetta che il sistema immunitario distrugga un patogeno nel modo più rapido, brutale ed efficiente. Ma se nel farlo si aggiunge una fonte di stress ad un organismo indebolito, e si ostacola la respirazione di chi ha fame di ossigeno, si ottiene l’effetto opposto.

Sarebbe come fermare una rapina in un bar dando fuoco allo stesso bar, o fermare uno scippo ferendo gravemente ladro e anziana.

E allora, qual è la novità del farmaco Israeliano Exo-Cd24?

Come ci ricorda Esquire, unica testata a invitare alla cautela come è doveroso che sia, Exo-Cd24 è facile da somministrare (basta uno spray) ed è congegnato per agire direttamente sui polmoni.

Sostanzialmente, “sedando la rissa locale” senza ulteriori interferenze o azioni nel corpo ospite.

Un ottimo risultato, no?

Ove confermato, sì

La sperimentazione del nuovo farmaco per la cura della Covid-19 sta avvenendo al Ichilov Medical Center di Tel Aviv. Questa prima frase (con la somministrazione ai trenta malati) è considerata conclusa con ottimi risultati, e i medici aspettano quindi di poter concludere la seconda fase, quella in cui si somministra il farmaco a un numero di persone molto più ampio. Successivamente si farà anche un test comparativo, quello che comprende il “gruppo di controllo”: si somministrerà il farmaco a un gruppo di persone, e a un altro gruppo si somministrerà il placebo, a quel punto col passare del tempo si prenderà nota della differenza tra i due gruppi.

Quindi vi preghiamo, prima di parlare del “primo farmaco che cura il COVID” di attendere.

E ricordare che siamo di fronte ad un “host directed”: non cura il COVID, aiuta a sopravvivere alle crisi acute del COVID19, lasciando al corpo il ruolo di guarire.

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