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Il fantasma di Bloody Mary ha una perfetta spiegazione scientifica

Il cinema americano ha popolarizzato il gioco spaventoso di Bloody Mary: osservando intentamente la propria immagine riflessa a mezzanotte, si vedranno immagini spaventose e possibilmente un fantasma ostile, la “Mary Sanguinaria” del mito pronta ad ucciderti.

In realtà Bloody Mary è un effetto ottico facilmente riproducibile, derivato da una cosa chiamata “Effetto Troxler”.

Il fantasma di Bloody Mary ha una perfetta spiegazione scientifica

Il mondo, spero che voi lo sappiate, non è esattamente come i nostri sensi lo percepiscono, ma prevede una leggera e costante forma di editing dal computer più fantastico e incredibile che la natura abbia creato: il cervello umano.

Se ci viene detto di prestare attenzione, notiamo il nostro naso nel centro del nostro campo visivo, ma dopo un po’ smettiamo di farlo perché il nostro cervello ha imparato a compensare.

Il fantasma di Bloody Mary ha una perfetta spiegazione scientifica

Se teniamo costantemente una mano poggiata sui braccioli della sedia al cinema, smettiamo di notarlo perché il corpo si concentra sulle altre sensazioni, se puntiamo lo sguardo al centro di una immagine e ci forziamo nel non distoglierlo, alla fine il resto dell’immagine svanirà e si confonderà.

Si chiama effetto Troxler, dal nome del medico Ignaz Paul Vital Troxler, e spiega perché osservare un’immagine allo specchio per un tempo sufficientemente lungo ci espone a bizzarre allucinazioni.

Perché vediamo i fantasmi o smettiamo di vedere altre cose

Immaginate di essere davanti al vostro computer, al lavoro. Dopo un po’ se vi concentrerete sul lavoro come dovreste smetterete di notare una serie di distrazioni che continuano ad esserci, ma il vostro cervello le rimuove.

Il monitor emette un lieve ronzio, le ventole del computer emettono un costante fruscio, i vostri colleghi muovono le sedie, dopo una giornata lontana dalla vostra doccia che lo vogliate o no, specie se fa caldo, comincerete a sentirvi le ascelle pezzate e sentire qualche odore di più, il vostro naso apparirà nel mezzo del vostro campo visivo e il ticchettio dell’orologio fisso da parete continuerà ad assediarvi.

Ma voi non ci fate più caso: e per fortuna, altrimenti le distrazioni azzererebbero la vostra produttività.

Il cervello edita gli stimoli costanti e onnipresenti per consentirvi di focalizzarvi su quello che conta, ad esempio il vostro capo che vi chiama per dirvi cose o il suono che vi avvisa di quella mail importante.

L’effetto Troxler fa la stessa cosa, ma nel campo visivo: il vostro cervello si abitua così tanto a vedere il vostro riflesso nella penombra davanti allo specchio che smette di considerarlo un qualcosa di rilevante.

Facendolo smette di registrare i dettagli, ma “sa” che c’è qualcosa. Provvede immediatamente nel momento in cui voi continuate ad osservare l’immagine a cercare di ricostruire i dettagli, come un PC che esce dallo stato di pausa riaprendo desktop e finestre.

Nel farlo ricostruisce il volto che dovrebbe essere il vostro, facendolo apparire distorto. La fantasia fa il resto e ipotizza uno spirito infernale apparso nello specchio.

Aiuta il fatto che voi stessi vi aspettiate la visita di un’entità paranormale, rinforzando nella vostra mente tale proposito.

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