Il falso video dei costruttori turchi condannati a morte, diffuso su Telegram e Whatsapp, è il tipico esempio di “bufala del giustiziere“. Si tratta di un video assai cruento, che quindi identificheremo solo per estratto censurato, che raffigura alcune figure legate e massacrate che vengono poi gettate in una fossa comune.
Secondo la didascalia diffusa, essi sarebbero costruttori turchi condannati a morte per aver usato pneumatici come materiale edile nella costruzione degli edifici crollati nel terremoto di Febbraio 2023.
La didascalia è un falso contenuto che veicola un’informazione alterata.
Si tratta dicevamo della “bufala del giustiziere”, fenomeno che relativamente al terremoto abbiamo già visto in condivisioni come questa, relativa ad un presunto “sciacallo in Turchia” brutalmente mutilato.
Il senso di queste bufale è sovrapporre contenuti violenti e “gore”, ovvero con mutilazioni sanguinolente, per attirare viralità e condivisioni.
“Bufala del giustiziere” appunto: si titillano le corde dell’emozione presentando ad un pubblico incline ad istinti violenti scene presentate con lo schermo del “giustizialismo” in cui una persona descritta come il “cattivo” viene brutalizzata, massacrata, mutilata e uccisa.
In condizioni ordinarie chiunque fosse visto a osservare simili contenuti sarebbe considerato una persona deprecabile e violenta: con la didascalia che lega il torturato a eventi negativi viene creata una giustificazione morale.
Anche in questo caso il video è vero ma è inattinente alla didascalia
Come confermato dai colleghi fact checker esteri, il video è tratto dal Massacro di Tadamon, avvenuto il 16 aprile del 2013.
In tale occasione soldati affiliati al regime siriano giustiziarono sommariamente 41 persone nei pressi della Moschea di Othman, nel quartiere Tadamon, gettandole in una fossa comune preparata in una strada deserta, usando pneumatici per appiccare il rogo necessario a renderne irriconoscibili i resti. Il massacro, particolarmente brutale, fu svolto in un singolo giorno e filmato dai soldati: un miliziano in un rigurgito di coscienza diffuse uno dei video rendendo possibile denunciare l’avvenuto brutale massacro.
State quindi, in questo momento, elogiando la violenza e la brutalità: questo non dice molto di buono di voi che avete condiviso.
Il falso video dei costruttori turchi condannati a morte è in realtà il video del Massacro di Tadamon con una didascalia alterata.
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