Complottismo

Il falso problema delle microfibre disperse dalle pale eoliche

Il falso problema delle microfibre disperse dalle pale eoliche, evidenziato in alcuni post social, irrompe a gamba tesa su quell’avvelenato dibattito sull’eolico che ormai è diventato una battaglia identitaria.

Il falso problema delle microfibre disperse dalle pale eoliche

Tra enti per la difesa dell’ambiente che ne ne hanno fatto scontro personale lacerando il fronte ecologista, improbabili video di “sedicenti (e falsi) Fleximen” pronti alla sedizione e figure mascherate che cercano di spiegarci che le pale eoliche sono alimentate a gasolio perché non credono alla differenza tra vento in quota e vento a livello mare, il dibattito ormai è decisamente intossicato.

Ed irrompe un falso problema: quello delle microfibre disperse dalle pale.

Il falso problema delle microfibre disperse dalle pale eoliche

Un post mostra una sezione di qualcosa usurato sentenziando che le turbine eoliche perdono nel tempo centinaia di chili di microfibre di carbonio durante il loro funzionamento a causa dell’abrasione ai bordi delle ali.

In realtà sarebbe come diventare tutti scalzisti perché l’usura delle suole potrebbe liberare microplastiche, vernici e cuoio conciato, o smettere di usare automobili non già per l’inquinamento dei motori a combustione ma per il rischio che la vernice logorandosi inquini.

Semplicemente

“Non ci sono attualmente prove scientifiche che offrano un consenso sul fatto che le turbine eoliche aumentino l’inquinamento da microplastiche. Cerchiamo di essere chiari su questo, le turbine eoliche contengono plastica, ma non il tipo di plastica che troveresti nelle microplastiche, che proviene da materiali termoplastici, che si trovano comunemente in acrilico, poliestere, polipropilene, polistirene, nylon e teflon. Le pale delle turbine eoliche sono in realtà realizzate con materiali compositi e costituiscono circa il 70% di fibra di vetro (fatta di sabbia) e il 30% di plastica termoindurente.”

Uno studio nel parco nazionale di Rudong in Cina che ha inizialmente accusato le pale eoliche di produrre fibre e microplastiche si è rivelato aver invece misurato le stesse prodotte da indumenti, corde e rifiuti nelle acque.

Da quello che sappiamo, una pala usurandosi potrà “perdere” al massimo 150 grammi di materiale in un anno.

Materiale che negli strati esterni non contiene collanti. Quindi abbiamo un ipotetico consumo del tutto irrisorio sul totale.

A questo punto, semplicemente preoccupiamoci delle microplastiche nelle sneakers.

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