Il falso mito dell’Aloe anticancro: no al fai da te
Nonostante gli enormi progressi nella cura del cancro (oggi siamo in grado di curare una serie di patologie oncologiche che solo decadi fa erano una condanna a morte anche dolorosa e migliorare la qualità di vita dei malati) è inutile negarlo: il cancro fa paura. La diagnosi di una neoplasia, specialmente se maligna, incute molto timore.
E per questo arrivano le leggende metropolitane dei “supercibi”: alimenti dalle improbabili qualità anticancro divinizzate fino a diventare vere e proprie cure alternative.
Curare una neoplasia non sempre è facile, e ne conveniamo: cercare la “via facile” illudendosi che il “supercibo” possa salvarci equivale ad arrendersi.
Il falso mito dell’Aloe anticancro: no al fai da te
L’Aloe entra nel novero dei “Supercibi” anticancro negli anni ’30, con la diffusione di terapie basate sull’uso di bibitoni con estratti della “succulenta”.
Se gel a base di aloe sono usati nell’arte cosmetica, come ci ricorda il portale dell’Istituto Superiore di Sanità l’uso inappropriato di integratori contenti aloe è stato associato a diversi disturbi, come disfunzioni della tiroide, epatiti acute, problemi di coagulazione, diarrea, nausea, vomito e complicazioni allergiche.
Inoltre le cosiddette “prove” dell’efficacia anticancro dei preparati a base di Aloe sono solo aneddotici: qualcuno dice di aver visto persone trarre beneficio, ma non esistono e non sono mai state prodotte prove scientifiche della cosa.
Anzi, tra i vari “metodi” reperibili online compare l’avvertenza tipica della pseudomedicina che “Se si abbandona la cura quando il cancro non è ancora del tutto sconfitto e lo si trascura, questo recupera velocemente e in breve tempo ritorna più violento di prima”, cosa che come ricordano altri commentatori è tipica del tentativo delle pseudomedicine di incolpare la medicina ufficiale per gli esiti nefasti.
Come ci ricorda la Fondazione Umberto Veronesi, il problema più grande della pseudomedicina è che sottrae il paziente dalle cure ufficiali. Il cancro può essere sconfitto in particolar modo se affrontato nei primi stadi.
La “pseudomedicina” contrappone la presunta natura “artificiale” e “della kasta” delle cure tradizionali (chemioterapia, radioterapia, chirurgia) alle cure “semplici e naturali” basate su bibitoni di erbe.
Nel momento in cui il paziente di avvede che di bibitone in bibitone le sue condizioni non solo non migliorano, ma peggiorano, si rivolgerà al medico, che non potrà che constatare un quadro clinico fortemente deteriorato, se non ormai irrecuperabile.
Chi propone cure alternative a questo punto incolperà il paziente del suo stesso trapasso dichiarando che aver abbandonato le cure alternative per le cure ospedaliere ha provocato il progredire della malattia che invece è stato causato dal non averla mai curata di fatto.
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