Il doppio stipendio di Giorgia Meloni che non c’è: facciamo i calcoli. E qui potremmo chiudere uno tra i fact checking più veloci di sempre, ma del resto vi dobbiamo spiegazioni, giustamente.
Nasce tutto da un post con una “card” che ci è stato segnalato. Le card sono un metodo sintetico per viralizzare concetti, e spesso incline all’errore.
Abbiamo ricevuto in queste poche settimane di Governo Meloni diverse segnalazioni relative al nuovo Presidente del Consiglio, tra foto alterate e affermazioni che la legano a scelte politiche non sue.
Anche qui ci sono delle anomalie.
Il riferimento della controversia è, ovviamente, la forte limitazione del Reddito di Cittadinanza, misura bandiera del Movimento Cinque Stelle e presentata politicamente come una “guerra dei ricchi contro i poveri”.
La premessa fondamentale di tutto questo è che, come ricordato dal portale della Camera, anche volendo sommare alla diaria tutte le possibili indennità, un Parlamentare particolarmente diligente e ligio, ovvero che non salti mai un singolo giorno in Parlamento e spesso si dedichi a trasferte, potrebbe arrivare a percepire la somma di circa 13.500 euro al mese, cioè 162 mila euro all’anno.
Siamo quindi ben lontani da quando indicato nella “card”, che indica invece
Sono 216mila da parlamentare e 80mila da premier: totale 296.000 euro all’anno, 25.000 al mese!
Sul sito della Camera inoltre, per ragioni di trasparenza, è possibile reperire le dichiarazioni dei redditi dei singoli parlamentari. E Giorgia Meloni lo è stata
Scopriamo che secondo la sua ultima dichiarazione dei redditi aveva un reddito complessivo lordo di 134.206 euro, di cui quasi 98.500 euro provenienti dal reddito parlamentare.
Reddito compatibile peraltro con quanto dichiarato nei tre anni precedenti, dove non ci scostiamo da somme assai simili, tutte nell’ordine di grandezza dei 100mila euro.
Avrete notato che stiamo parlando all’imperfetto e al passato. Questo perché Giorgia Meloni non percepisce più la diaria da Parlamentare.
Passiamo ora all’art. 3 della legge 54/2013, per cui “i membri del Parlamento, che assumono le funzioni di Presidente del Consiglio dei Ministri […], non possono cumulare il trattamento stipendiale previsto dall’articolo 2 della legge 8 aprile 1952, n. 212, con l’indennità spettante ai parlamentari”
Non parliamo di una scelta personale del Presidente del Consiglio come la Card, chiedendo a Giorgia Meloni di “rinunciare” sembrerebbe far pensare.
È un obbligo di legge: se assumi le funzioni di Presidente del Consiglio, non puoi cumulare i due trattamenti economici. Non puoi. Anche se lo volessi.
Dal 2013 è quindi vietato il cumulo di stipendi, e di media un Presidente del Consiglio percepisce una somma pari a circa 80mila euro annui secondo la stampa, con oscillazioni. Ad esempio negli ultimi due Governi Conte registriamo una base di circa 100mila euro, decurtata del 20% per sua volontà, scelta con affinità di quelle di Mario Monti che scelse di percepire il solo emolumento da Senatore a Vita.
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