Il documento bomba del Salk Institute contro la proteina spike prova una sola cosa: il complottista medio non vuole leggere i documenti scientifici che sciorina.
Non è neppure importante il perché. Molti sono il tipico esempio di cittadino che si informa, “che non sono medico ma studio da Internet”, e quindi dolorosamente impreparati nel comprendere un testo scientifico. Altri agiscono per cosciente desiderio di viralità.
Il punto è se mi dici in un testo che esiste un paper scientifico che dimostra che la proteina spike (la “spicola” cui si deve l’aspetto a corona del SARS-CoV-2) causa effetti nocivi stai dicendo indubitabilmente qualcosa di vero.
Se però aggiungi che siccome i vaccini esprimono parti di virus inattivate allora i vaccini provocano gli stessi danni del virus, allora stai dicendo il falso.
Come abbiamo dichiarato in una delle “pillole” pubblicate sui nostri account social stai dichiarando che è possibile riportare gravissime ustioni alle cornee osservando una foto del Sole.
Per quello che ci riguarda, possiamo rimarcare che lo studio parla degli effetti causati dal legame del virus con le cellule, di per sé ritenuti sufficienti a cagionare danno vincolandosi ai recettori ACE2.
Cosa questa di cui abbiamo parlato in passato.
Il problema è che le metodiche dell’esperimento, come indicate dal portale citato non si applicano alla vaccinazione.
L’esperimento sostanzialmente si è basato sul prendere la proteina Spike così come si manifesta nel SARS-CoV-2, esattamente come si manifesta in esso e valutarne gli effetti.
Ma il comportamento della proteina spike usata nei vaccini è del tutto diverso.
Ci soccorre ancora una volta Derek Lowe, ricercatore, dottore in chimica, che ci spiega come proprio la scoperta di ulteriori capacità di danno di SARS-CoV-2 rende necessaria, preziosa e sicura la vaccinazione.
In primo luogo, meccanicamente la vaccinazione e l’infezione sono due atti diversi: ci si infetta mediante “droplets”, virus sospeso tra starnuti e sputazzi che galleggiano nell’ambiente.
Ci si vaccina mediante una iniezione intramuscolare.
Nel primo caso il virus ha una via diretta e privilegiata al sistema vascolare naturalmente presente intorno e nei nostri polmoni.
Nel secondo caso, l’iniezione intramuscolare consente al preparato di passare dal muscolo al sistema linfatico.
Inoltre, vi abbiamo già spiegato la sostanziale differenza tra infezione e vaccinazione, anche con l’aiuto degli schemi di “Esplorando il Corpo Umano”.
Come ci ricorda il testo di Derek Lowe, e un paper sul preparato Moderna, l’infezione prevede che la proteina Spike sia libera di far danno.
Per esprimere una metafora, sappiamo che in Esplorando il Corpo Umano i virus sono presentati come antipatici vermetti pronti a srotolare frammenti genetici da loro stessi, per costringere le cellule a riprodurli.
Le cellule vengono quindi “parassitate” e producono la proteina Spike, processo che si lascia dietro cellule devastate e scompensi gravissimi nel meccanismo dei recettori ACE2.
Nel caso del vaccino la proteina Spike resta intrappolata e incapace di muoversi sulla superficie del muscolo e le cellule linfatiche nella spalla.
Cosa che causa il doloretto tipico di ogni vaccino, e trasforma l’espressione della Proteina Spike nel vaccino non più in una proteina libera di far danni, ma un frammento virale mutilato e immobilizzato, usato come “sacco da pugile” per il sistema immunitario, che potrà studiarlo e preparare una risposta immunitaria dinanzi alla “vera” proteina Spike.
Cosa che rende il “documento bomba del Salk Institute contro la proteina Spike” un documento contro l’espressione della proteina in SARS-CoV-2, non l’espressione controllata nei vaccini.
Il che è esattamente la definizione da manuale del vaccino: un virus, o parte di essa, inattivato o indebolito, incapace di esprimere la malattia.
Dati confermati da ulteriori e precedenti analisi offerte dai nostri colleghi di Reuters, che ci ricordano come quel “codice” che istruisce le cellule nel creare la proteina Spike viene distrutto immediatamente dalle cellule dopo l’uso (qui). La proteina distrutta dal sistema immunitario (qui, qui), lasciando solo la difesa immunitaria (qui).
Ma postuliamo il caso in cui alcuni di questi frammenti, per qualsiasi ragione, raggiungano il sistema cardiovascolare.
Anche qui, a pagina 46 di un paper dell’EMA, troviamo la risposta.
Ricordate quando vi abbiamo parlato del fatto che la Luciferasi non è un principio satanico, ma viene usato in laboratorio per “inseguire” le molecole con maggior precisione rendendole fluorescenti?
Una minima parte del preparato, e parliamo di percentuali intorno all’1% e anche meno, può arrivare nel sistema cardiovascolare solo per essere fatta a pezzi nel fegato, letteralmente sbranata dagli enzimi che rendono il fegato il “grande purificatore” del corpo.
Cosa che azzera del tutto ogni rischio evidenziato dai nostri amici complottisti.
Infine i preparati Moderna, Pfizer/BioNTech, J&J e Novavax sono ulteriormente modificati per non assumere la “forma” in grado di legarsi al recettore ACE2, mentre quello AstraZeneca è saldamente “ancorato” alle cellule coi meccanismi che abbiamo visto.
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