Ci risiamo. Si conferma puntuale come un orologio una delle leggi della viralità: prendi una bufala che hai già, come quella dello sciacquamento con acqua perché il Coronavirus rimane nella gola per quattro giorni, apparsa sotto forma di una Catena di S. Antonio di cui abbiamo parlato qui, una seconda Catena di S. Antonio di cui abbiamo parlato qui, nonché una strampalata infografica, cambiale forma e le ridonerai nuova vita.
Avrai, insomma, commentatori inclini a ricondividerla ignorando il fact checking precedente perché cambiare forma, o “spacchettarla” da un insieme di bufale le hai dato nuova vita.
Potrai a questo punto spiegare in ogni modo che il fact checking era stato già eseguito, ti sentirai rispondere cose tipo
No! Tu mi hai fatto il fact checking della cosa di WhatsApp, questa è diversa perché c’è un disegno
E come vi scrivemmo già tre volte di fila
È vero che l’essere umano ha bisogno di circa due litri d’acqua al giorno per avere una vita in ottima salute.
Ma bere per “lavarsi il COVID19 dalle viscere”? Ha esattamente senso come le precedenti bufale citate che consigliavano di trincare tisane bollenti per sterilizzarsi.
Partiamo di virus, particelle a metà tra la vita e la non vita, frammenti di RNA (vedi SARS-CoV2) minuscoli che possono facilmente permeare le mucose attraverso occhi, naso e bocca. Cosa intendete fare, girare con la faccia infilata in una boccia per i pesci?
La stessa idea che un virus possa “passeggiare” per il corpo e si possa “lavarlo via” dalle mucose con acqua calda è scientificamente aberrante.
Questa versione si limita ad inserire nel novero delle sostanze con cui effettuare il “lavaggio” sale ed aceto.
Cui aggiungere probabilmente altri condimenti.
Riassumendo, parliamo di virus. Particelle minuscole create per insinuarsi nelle cellule e prenderne il controllo. D’altronde la temperatura umana è di 36-37 °C, e se bastasse una bevanda calda per uccidere un virus, una leggera febbriciattola basterebbe a renderci immuni ad ogni malattia.
Inoltre, ogni conteggio dei sintomi è errato: abbiamo avuto modo di vedere come non esiste una “sintomatologia con cronoprogramma del Coronavirus” in grado da distinguerlo con certezza da altre forme influenzali, ed è questo uno dei motivi della sua diffusione.
Diffondere l’idea che il Coronavirus, come un diligente ragazzino in gita, si fermi “quattro giorni in gola e poi si sposta in direzione polmoni” (magari fermandosi a prendere un Camogli nella trachea) non solo collima con quel poco che abbiamo scoperto di lui, ma genera in eventuali pazienti che farebbero meglio, sospettando di essere entrati in contatto con infetti o non potendo escludere tale situazione, a richiedere un tampone, l’idea falsa e sviata che basti dedicarsi a improbabili gargarismi per guarire.
Per questo siete pregati, quando vi arrivano messaggi/audio/infografiche/qualsiasi cosa su WhatsApp di cestinarlo senza dedicarvi a improbabili distinguo tra forma e contenuto.
Viene da fonte non ufficiale, è un falso. Non dovete sapere altro.
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