Il complotto che collega i casi di HIV a Bergamo al vaccino COVID19 (a torto)
A volte i complotti ritornano, come quello che collega i casi di HIV a Bergamo al vaccino COVID19 (a torto). Una teoria, insinuata in un post su X (ex Twitter) per cui i 52 casi di HIV a Bergamo sarebbero dovuti alla vaccinazione, a sua volta basata su una risalente teoria del complotto.
Ovviamente, se la teoria di base è una fake news, anche quella collegata lo è. Ma non solo: la rilettura data dal solo titolo dell’articolo di Bergamonews ne distorce ulteriomente il senso.
Il complotto che collega i casi di HIV a Bergamo al vaccino COVID19 (a torto)
Leggendo l’articolo con attenzione scopriamo che il numero di casi è peraltro in calo: 52 nel 2022 (raccolti nel 2023), rispetto a 55 nel 2021.
È vero che nel 2020 c’erano meno casi di infezioni, ma sembriamo tutti dimenticarci che il lockdown aveva di fatto azzerato per mesi la vita sociale stessa della nazione.
Su scala nazionale si rileva il dato dell’età media dei nuovi contagi intorno a 55 anni, con una prevalenza di uomini, ovvero persone che negli anni ’80 e ’90, quando fu scoperto il contagio, furono indotte a ritenere erroneamente che l’HIV fosse “una malattia di drogati e omosessuali” e che non riguardasse il profilo mitologico del “maschio bianco eterosessuale”.
Cosa ovviamente non vera: tutti possono essere colpiti dall’HIV, ma la progressione verso AIDS può essere rallentata se non fermata dagli attuali programmi di diagnostica e profilassi.
Quanto alla teoria dei vaccini COVID19 che causano AIDS, ne abbiamo già parlato in un precedente articolo, dove abbiamo dimostrato il suo elevato grado di inverosimilità.
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