Il complottismo e il paradosso del sopravvissuto
Questa riflessione nasce da un post X che ci è stato inflitto a tradimento, ovvero la quantomeno fallace e pericolosa teoria per cui siccome lo scrivente non ha mai preso il tetano, la vaccinazione antitetanica sarebbe inutile.
Concetto in realtà assai pericoloso e che, ove seguito, esporrebbe una vasta fetta della popolazione al rischio di una morte universalmente universalmente note tra le più atroci, squassato tra spasmi muscolari coi polmoni che smettono di funzionare.
Si tratta del caso tipico della “fallacia del sopravvissuto”, ovvero quando prendiamo come unità di misura di un fenomeno nocivo i pochi che sono sopravvissuti rispetto ai molti defunti.
Il complottismo e il paradosso del sopravvissuto
Un esempio tipico del Paradosso del Sopravvissuto sono le tipiche pagine “Noi negli anni ’50” piene di aneddoti improbabili di “persone che andavano in cinque in motorino senza casco a fari spenti”, che “mangiavano la bruschetta intinta nell’acqua del porto” con commentatori pronti a giurare di essere vivi.
Perché ovviamente quelli che sono morti hanno il buon gusto di non raccontarlo sui social.
Esempio meno truculento è la cognizione per cui “le cose e i palazzi di un tempo erano più belli di quelli attuali”. Evento che impatta sul fatto che ormai tutti gli oggetti di poco conto e brutti sono stati nei secoli cestinati e buttati via, i palazzi più belli restaurati e tenuti con cura e gli abituri, anche patrizi, più brutti, sono diventati prima ruderi, poi macerie e poi rivenduti come terreno edificabile.
Valutiamo quindi un fenomeno da quello che vediamo (e questo ha molto in comune con l’analfabetismo funzionale) ma non da quello che non vediamo e che è più importante.
La scoperta del paradosso del sopravvissuto si deve tradizionalmente all’ingegner Abraham Wald, ungherese trapiantato a Vienna e costretto dall’Olocausto a emigrare negli USA. In realtà è difficile scoprire un concetto vecchio come il mondo stesso, ma Wald ne fu quantomeno un codificatore.
La nascita del paradosso
Abraham Wald, sopravvissuto egli stesso all’Olocausto, fu un giorno chiamato col resto dello Statistical Research Group (centro di ricerca statistico) presso l’Università della Columbia a risolvere diversi problemi statistici sorti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Prima di pensare che i numeri e la guerra c’entrano poco, pensiamo al problema che ha codificato il paradosso: quali parti possono essere corazzate di un Bombardiere da guerra prima che esso diventi troppo pesante per volare.
Un Bombardiere poco corazzato semplicemente esplode tra le fiamme una volta colpito col suo carico esplosivo, un Bombardiere troppo pesante non riesce a volare altrettanto bene.
Fino all’ipotesi di Wald la statistica era una cosa semplice: analizzati i campioni a disposizione, i Bombardieri tornati alla base martoriati dai colpi nemici e semidistrutti, bisognava rinforzare le parti più massacrate perché al prossimo giro arrivassero intere.
Wald propose di fare l’esatto opposto: calcolare le parti rimaste intonse e corazzare quelle.
La scelta fu base di grandi perplessità, ma alla fine il ragionamento si rivelò solido e la base della moderna teoria delle decisioni o scienza della gestione.
Sostanzialmente Wald comprese che gli aerei che tornavano alla base erano quelli che non erano stati colpiti nei loro punti deboli.
Tutti gli altri Bombardieri da guerra colpiti in quei punti intonsi semplicemente non erano più tornati alla base, diventando palle di fuoco nel cielo.
Il resto della Statistica Militare servì a capire quanti soldati mandare al fronte, con quante scorte, quante risorse allocare presso ogni base e così via: ma l’intuizione di Wald servì a capire che bisogna invertire la propria prospettiva in quanto vediamo solo chi sopravvive e non chi è morto.
Cosa comporta
Ad esempio il fatto che ci sia chi dice di “lavorare i campi” e non essersi vaccinati contro il tetano non comporta che il vaccino sia inutile. Comporta che chi è entrato in contatto con le spore del tetano ed è morto semplicemente non è abbastanza vivo per postare.
Comporta che per valutare ad esempio cose come l’efficacia delle cinture di sicurezza, dei vaccini, delle misure di sicurezza sul lavoro e altre simili vicende non dobbiamo valutare il metro di chi dice di essere sopravvissuto, ma il silenzio di chi non può annunciare di essere morto.
Significa che bisogna vedere dove non ci sono proiettili, non dove ci sono.
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