Sapete benissimo che un pallino di questa rubrica sono i computer Commodore: abbiamo più volte parlato del Commodore 64, di come il suo araldo nel mondo fu il celeberrimo VIC20 e di come dal fiasco del Plus/4 e del Commodore 16 Commodore non riuscì a riprendersi del tutto anche perché il suo “tiro salvezza”, il Commodore 128 fallì nell’obiettivo nonostante una buona ricezione nel pubblico schiacciato da un marketing ondivago.
Non tutti sanno che prima che Tramiel mollasse Commodore dopo il disastro del Plus/4 uno dei suoi tanti progetti morì prima di vedere la luce, e probabilmente non avrebbe avuto il successo che il suo vero sostituto, l’Amiga, ha avuto, ovvero il Commodore 900.
A onor del vero il progetto del Commodore 900 viene da molto lontano: già nel 1983 gli ingegneri Commodore Frank Hughes, Robert Russell e Shiraz Shivji erano al lavoro su un “qualcosa” che nelle intenzioni di Tramiel avrebbe dovuto sostituire il PET nel settore aziendale e ufficio.
A tale scopo Commodore tentò dapprima di creare un’evoluzione a 16 bit del 6502 per poi abbandonare il progetto e contattare Zilog allo scopo di mettere le mani sugli Z8000, evoluzione a 16 bit dello Zilog 80.
Se avete avuto diversi deja vu, non vi preoccupate: è tutto normale e vi sarà spiegato il perché.
Il Commodore 900: il computer di cui non avete mai sentito parlare (foto Ode2commies)
Mentre Commodore continuava a mandare sul mercato il suo pupillo Commodore 64, il lavoro sul 900 continuò. Erano gli anni in cui PC-DOS/MS-DOS, nato ufficialmente nel 1980, stava rapidamente divorando le quote di mercato di CP/M e lanciando il mondo degli IBM Compatibili nell’universo degli affari e SOHO (“Small Office/Home Office”, ovvero quel genere di piccola produttività che poi ha portato i computer DOS a diventare il primo contatto con l’informatica di una intera generazione successiva alla “Generazione Commodore).
Eppure almeno fino al 1984, anno in cui formalmente il Commodore 900 (altrimenti detto “Z-Machine”, da non confondersi con l’interprete delle avventure grafiche Infocom) mosse i suoi primi e ultimi passi Commodore, quindi Tramiel rifiutò l’idea di prendere in considerazione MS-DOS.
Probabilmente memore di quando aveva di fatto rifiutato usato BASIC v2 comprato “una tantum” su PET, VIC20 e Commodore 64 per risparmiare sulle license, Tramiel decise che il C900 avrebbe avuto una distribuzione portata al nuovo sistema di Coherent, un clone di Unix con l’evidente vantaggio di costare meno dell’originale (ma ancora nel 1990 i recensori facevano notare al prezzo di diverse funzionalità mancanti).
Il prodotto “finito” avrebbe dovuto quindi avere un processore Zilog 8001, un mega di RAM raddoppiabile su richiesta e due modalità video: una con blitter ad alta risoluzione ed una per il testo ad 80 caratteri (ed anche qui se il deja vu si intensifica, siete in un’ottima strada).
Pubblicità del C900
Frugando nei meandri della Rete, si possono trovare tracce di una presunta possibilità di usare schede audio col prezioso Commodore SID per ovviare all’assenza di audio sul computer: nei pochi prototipi esistenti del C900 non si è mai vista una cosa del genere, ma secondo la manualistica interna per uso sviluppatori “Sound is produced by one of the counters in a Z8036 parallel 1/0 interface. This Z8036 is located address 80-FF in the normal 1/0 space.”: compatibilmente con l’epoca, gli utenti da ufficio avrebbero avuto un beeper, e probabilmente sarebbe bastato loro, riservando la possibilità di espansione, che pure era presente, ad un futuro in cui Commodore 900 avrebbe, forse, portato Coherent nei grandi uffici al posto del PET prima, nei piccoli ufffici poi e nelle case dopo.
Al contrario degli altri esemplari Commodore, e fino almeno al PC-10 ed all’Amiga, C-900 aveva un disco rigido di serie, l’onnipresente ST-506 con limite riconosciuto da controller di 67 Mb “ovviabile in futuro cambiando il controller” che tanto non avrebbe influito più di tanto dati i parchi requisiti di Coherent rispetto al “sistema madre”.
Se le cose fossero andate come Commodore sperava, il C900 avrebbe avuto ben 20 Mb di disco fisso.
Anche per gli standard “giapponesi” di “computer per le masse e non per le classi” voluto da Tramiel il C900 era un titano destinato ad andare in concorrenza non coi piccoli, ma con le grandi Workstation HP e Sun, e avrebbe dovuto esistere in due versioni principali: “alto profilo” come workstation e server e “basso profilo” da usarsi come terminale.
Avveniristico e insieme al risparmio, il C900 avrebbe forse avuto un futuro. Ma forse no. Più probabilmente, no.
Il C900 era in sviluppo dal 1983: il che significa che non sarebbe arrivato sugli scaffali prima del 1984, e infatti fu presentato al CeBIT di Hannover del 1985, quindi a primavera con una data di scaffale che posssiamo a questo punto presumere coincidere con l’ultimo trimestre del 1985, dopo l’Estate.
E soprattutto, quando Tramiel dopo il fiasco del Commodore 16 e del Plus/4 era andato via sbattendosi dietro la porta con Gould apparentemente ben più che lieto di lasciarlo andare.
Data presunta da un ulteriore elemento di cui parleremo, alla voce dejavu.
Nel 1985 come visto col Commodore 128, la penetrazione dei PC IBM compatibili nei grandi e piccoli uffici era ormai compiuta da almeno 5 anni, IBM si era rivolta a Bill Gates per sostituire CP/M con qualcosa di meno costoso ma più performante e MS-DOS era riuscito a conquistare anche le quote di mercato un tempo dedicate a Unix.
Tandy 1000 come apparso in Young Sheldon
Se nel 1983 una macchina da ufficio basata su Coherent avrebbe potuto avere una sua logica, purché mantenuta in una fascia di prezzo sufficientemente bassa, nel 1985/1986 il C900, di rinvio in rinvio, era arrivato fuori tempo massimo.
Aggiungiamo che nel 1984, con Tramiel andato ad Atari, Gould e Tramiel avevano cominciato una battaglia commerciale e legale per cercare di arrivare per primi all’acquisto di Amiga, prodotto di Jay Miner (ex programmatore e ingegnere di Atari), computer a 16 bit basato però sul Motorola 68000 superiore per prestazioni e affidabilità alla controparte Zilog.
Addio C900, ciao Amiga 1000
Se il C900 fosse uscito quindi nel 1985 si sarebbe avuta una costosa macchina da ufficio in un settore in cui Microsoft e IBM avevano già attivato una corsa al ribasso dei prezzi e il settore domestico sarebbe stato tagliato fuori per diverso tempo.
IBM infatti aveva col PC Jr, e poi Tandy col Tandy 1000, aperto la strada al PC IBM compatibile come computer per famiglie dalla vocazione ludica, educativa e utilitaria: non è detto come sarebbe andata con una macchina basata su una implementazione di Unix quando Unix aveva smesso di essere l’oggetto del desiderio e rimasto sul tavolo da disegno per due anni.
Commodore accantonò il progetto e uscì in fretta e furia con la serie PC-x0 (dal PC-10 al PC-60), il Commodore 128 e l’Amiga 1000, quest’ultimo dopo aver superato i problemi legali dati dal tentativo di Tramiel di fermare l’acquisizione Commodore.
Molti si chiedono cosa sarebbe accaduto se il C900 fosse uscito, ma l’ipotesi più probabile è un nulla di fatto: come il TOI fu accantonato per far posto al VIC20, il 128 sostituì il fallimento commerciale che era stato il Plus/4, era semplicemente fatale che il mercato del Commodore 900 sarebbe stato preso dal PC-10 e dall’Amiga 1000.
Non aiutava la natura di Coherent: privo dello stack TCP/IP, più semplice della concorrenza ma meno performante, Coherent era una scelta economica, ma con un prezzo da pagare in prestazioni.
Non tutto dell’esperienza del C900 fu buttato: abbiamo già visto come Bil Herd ebbe cinque mesi per creare un nuovo computer da mandare sugli scaffali al posto del Commodore 64, il 128 (peraltro dotato dello Zilog 80, a 8 bit), salvo poi mantenere il 64 in vita.
Il VDC, il rivoluzionario chip video a 80 colonne arrivato tra le mani di Bil Herd in una pletora di esemplari difettosi così tanto da costringerlo a lavorare con spray raffreddanti e simili per arrivare in tempo al CES di Las Vegas era il chip video “testuale” del C900, semplicemente riciclato per il nuovo computer.
Il case del C900 fu riciclato per la serie PC-x0 e per gli Amiga 1000 e 2000, in un certo senso definendo la direzione di Commodore sia pur in modo postumo, e persino il mouse degli Amiga è, di fatto, un mouse per il C900 riutilizzato.
Lo stesso linguaggio di design fu usato per il 128D, la versione desktop del Commodore 128 con floppy incorporato basato sul modello dell’Amiga 1000 che a sua volta era basato sul modello dettato per gli Amiga e i PC-x0 dal fallito progetto del C900.
Il Commodore 128D
Del C900 furono prodotti cinquanta esemplari, di cui alcuni finiti in mano a collezionisti che ci consentono di apprezzare come il porting di Coherent fosse stato praticamente terminato e fossero già disponibili dei programmi demo (tradotti in più lingue europee, tra cui l’Italiano) e un’interfaccia grafica.
Le interfacce grafiche negli anni ’80 erano semplicemente la grande novità del mercato consumer: non a caso Commodore decise come abbiamo visto di mettere in bundle col 128 e il 64C GEOS (anche se sappiamo benissimo pochi l’hanno davvero usato) e munire Amiga dell’AmigaOS, sistema operativo dotato di una GUI moderna e agile.
C900, demo, fonte Bo Zimmerman
Amiga fu computer “per le masse”, evoluzione amatissima del mondo Commodore a 16 bit che avrebbe avuto più possibilità del C900 di farcela ma si trovò contro il marketing stesso di Commodore.
Ironicamente, abbiamo prototipi del C900 funzionanti ma al lancio Amiga 1000 fu presentato usando un computer Sun in quanto non del tutto pronto al CES del 1985 (come anche il 128), confermando la “fretta” che Commodore aveva di lasciarsi il progetto del C900 alle spalle per dedicarsi ad Amiga e 128.
Persino uno dei rumor più insistenti della nuova macchina si materializzò in una breve e fallimentare esperienza: ricordate quando abbiamo parlato dell’ipotesi di una “scheda audio con SID”?
Innovation Computer Corporation, ditta nota per aver negli anni ’90 stipulato accordi con la Russia di Gorbachev, nel 1989 effettivamente produsse una scheda audio monofonica basata sul SID 6581AR4 (ultima revisione prima del 8580 del 128 e del 64C), la Innovation SSI 2001 che prometteva di dare le sonorità del SID ai PC IBM Compatibili.
Pochissimi giochi la supportarono e molti di loro abbandonarono il supporto nelle versioni successive, dato che a quel punto il mondo PC era colonizzato dalle più performanti e stereofoniche AdLib e SoundBlaster. Le poche SSI rimaste furono cannibalizzate per riparare i Commodore 64 e ad oggi restano di loro riproduzioni per appassionati (ma il SID devi mettercelo tu) e il SID-Blaster USB, suo successore ideologico che consente di usare un vero SID su un PC collegandolo mediante USB.
Il resto della storia lo conoscete: l’Amiga lanciato con spot di Andy Warhol e, in Italia, da giovani ragazzi dall’aria paninara pronti a urlare “Ma perché non te lo cooooooooooompriiiiiiii!?!?!?!” con un vago accento meneghino trascinato e “corsivo”, l’Amiga che conquista il mercato ma cede sotto la pessima gestione del marketing Commodore chiudendo il sipario su un’epoca nata dal Commodore 64 e chiusa con l’ultimo Commodore 64 uscito dalle catene di montaggio.
I più curiosi troveranno qui materiale e manuali del C900 e della sua implementazione di Coherent e qui ROM e immagini floppy di Coherent stesso.
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