Solo uno degli ennesimi (ri)trasferimenti a centinaia di chilometri che hanno colpito duramente gli insegnanti, i quali hanno ripreso il lavoro proprio ieri? Più o meno. Il figlio di Maria Antonella è gravemente disabile: ha 18 anni ed è affetto dalla sindrome di Leigh, una malattia che il più delle volte porta alla morte nei primi 2 anni di vita. Impossibilitato a muoversi autonomamente, ha bisogno di cure costanti e costose; quando ha ricevuto la convocazione a Milano, Maria Antonella Cosentino si è rivolta alla stampa. E la sua storia si è appena risolta in positivo.
L’articolo di riferimento è comparso il 29 agosto sulla testata online Accènto. Il testo riporta:
Una storia di diritti negati che attraversa l’Italia: da Milano a Licata, passando per Gela. Soltanto a scriverla vengono i brividi. Protagonisti Maria Antonella Cosentino, insegnante di ruolo all’Istituto Comprensivo Don Orione di Milano dal 2010, il marito Franco Curella, dipendente del Comune di Licata e il loro figlio Angelo, 18 anni, gravemente disabile, affetto da una malattia genetica mitocondriale rara e degenerativa (malattia di Leigh), che lo costringe dall’età di 4 anni a muoversi su una sedia a rotelle. Nei giorni scorsi con il marito ha affrontato un viaggio di 6 ore da Licata a Palermo e ritorno per incontrare la Dirigente dell’Istruzione Maria Luisa Altomonte, per fargli conoscere Angelo e farle verificare di persona le sue condizioni di salute. La promessa di un’assegnazione in provincia di Caltanissetta. Poi la notizia che la stessa Altomonte ci ha provato ma non può far nulla. Non solo non ci sono posti in provincia di Agrigento, ma nemmeno nella vicina Gela. Allora mamma Maria Antonella si è messa al pc e ha scritto a tutti i parlamentari. Mail che non hanno avuto alcuna risposta. E’ disperata. Spera che il suo caso arrivi all’attenzione delle cronache nazionali per avere un minimo di aiuto e di sostegno.
“Dal 2010 ad oggi – ci racconta l’insegnante mostrandoci tutta la documentazione – chiedo regolarmente ogni anno sia il trasferimento che l’Assegnazione Provvisoria nella mia Provincia di residenza, con esito sempre negativo. Anche quest’anno penso di non ottenerla perché occupo il novantesimo posto nella graduatoria provvisoria. Tra pochi giorni devo partire per Milano, per prestare regolarmente servizio, sola con mio figlio e con tutte le enormi difficoltà che ne conseguono. Preciso che ho già usufruito di tutti i permessi che mi spettavano, per cui il rientro a scuola quest’anno per me è obbligatorio e che , in caso contrario, rischio il licenziamento che rappresenterebbe per la mia famiglia la rovina. E’ facile immaginare le enormi spese che comporta una malattia del genere in famiglia (viaggi continui fuori sede per controlli e visite mediche, per raggiungere i centri di riabilitazione in altre città ecc)”.
Poi quasi in lacrime con il marito affranto accanto a lei, stringendo il Angelo ci dice:” chiedo alle istituzioni, ai giornalisti di aiutarmi per mantenere il mio posto di lavoro, dandomi l’opportunità di lavorare nella mia città o quantomeno nelle immediate vicinanze, e poter contemporaneamente dare a mio figlio l’assistenza che gli spetta e della quale di cui ha bisogno per sopravvivere, avvalendomi anche dell’aiuto di mio marito, per me fondamentale. Ovviamente sarei disposta ad accettare l’assegnazione provvisoria anche in provincia di Caltanissetta, la più vicina a me dopo Agrigento”.
Ma Maria Antonella ha paura. La sua corsa contro il tempo è iniziata. Non ha mai pensato di rivolgersi alla magistratura perché crede che alla fine la solidarietà possa vincere. Angelo, tifosissimo dell’Inter, al terzo anno delle superiori all’Istituto Tecnico “Re Capriata” di Licata, ha lo sguardo triste. Ma sa che può contare sull’amore incondizionato di mamma Maria Antonella e di papà Franco. Tutti non hanno perso la speranza. “Se non ci aiutano – dicono i coniugi Curella – non sappiamo davvero come fare. Angelo ha bisogno di tutti e due i genitori!” Un caso disperato, una storia triste, tutta italiana.
La notizia si espande come una macchia d’olio sul web, e subito si mobilita il sottosegretario del ministero dell’istruzione Davide Faraone, che il giorno stesso risponde direttamente su FB:
Il governo non nega i diritti civili di nessuno, anzi agisce anche sui singoli casi per venire incontro alle esigenze dei cittadini. Questo caso è emblematico. Ma possiamo fare ancora di più. Da quando sono Sottosegretario all’Istruzione mi sono impegnato in una personale battaglia contro l’uso distorto dei permessi relativi alla legge 104. Sono stato a Menfi nella scuola record di permessi, al Miur abbiamo avviato un monitoraggio e tavoli tecnici per studiare controlli sempre più capillari e stringenti. Per evitare che ci siano insegnanti che usino la 104 per assicurarsi una mobilità che altrimenti non otterrebbero, a discapito di chi ne ha veramente bisogno per motivi personali o per assistere un parente in gravi condizioni. Oggi stiamo intervenendo sui singoli casi, ma lavoriamo ogni giorno per trovare soluzioni di sistema. #labuonascuola è anche questo.
Maria Antonella Cosentino, dopo un’intervista per Uno Mattina Estate, ha ricevuto la chiamata che aspettava, come riporta sempre Accènto:
“Ringrazio il Sottosegretario On. Faraone – ha detto la donna commossa – per la sensibilità dimostratae l’aiuto che mi sta dando e mi darà. Stamattina la D.ssa Altomonte mi ha confermato che al mio caso sarà data una soluzione in tempi brevi insieme al Dirigente provinciale Zarbo con cui parlato. Grazie di cuore. Spero soltanto di poter assistere il mio Angelo, con l’aiuto di mio marito. Grazie anche a tutte le persone che mi sono state vicine anche attraverso il social network Facebook”.
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