Il casco per la realtà virtuale che ti uccide se perdi la partita ora esiste davvero. O quantomeno esiste dal sei novembre 2022. La data non è un caso: deriva dalla serie animata/light novel/serie di film “Sword Art Online”, dove una serie di personaggi finiscono intrappolati in un gioco di ruolo dove vince chi ne sconfigge l’autore ma se perdi la partita nel gioco muori nella vita reale.
Nella finzione narrativa infatti gli avventori del gioco scoprivano che i loro evolutissimi caschi VR, i “NerveGear”, erano stati equipaggiati con degli emettitori di microonde pronti a bollire loro le meningi in caso di Game Over.
Non è così sofisticato il progetto-troll di Palmer Luckey, creatore di Oculus Rift e fan della serie televisiva Sword Art Online.
Mentre il villain del primo arco narrativo era riuscito a nascondere dei magnetron da forno a microonde in un casco commercialmente prodotto e venduto senza che a nessuna autorità regolatrice venisse in mente di chiedersi a cosa servissero, Palmer ha deciso per un approccio molto più all’amatriciana e semplificato: il suo casco ha tre cariche esplosive sulla fronte e un sensore che, dinanzi alla schermata di Game Over, ti fa scoppiare lo stesso in faccia disintegrandoti la testa (ovviamente, col cervello in essa contenuto).
Il prototipo, e fortunatamente esemplare unico, troneggia su una scrivania ripreso dal suo creatore assieme ad una riproduzione di “Elucidator“, la spada di Kirito, protagonista della serie e primo a liberarsi dello scomodo casco esplosivo sconfiggendo il suo creatore.
L’ironia si spreca, dato che in questo caso Palmer Luckey non è certo l’eroe che sconfigge il creatore del casco esplosivo, ma il creatore del casco esplosivo stesso.
Ciò nonostante, nel post non si fa mistero della passione di Luckey per la serie animata e per la sua conoscenza quasi esoterica della stessa e la sua idea che un mondo dove sei fisicamente intrappolato nella realtà virtuale da un casco esplosivo potrebbe essere una perfetta metafora dei confini della sua creazione.
Luckey infatti ha partecipato alla creazione di Oculus Rift, casco per la realtà virtuale capostipite del concetto stesso di Metaverso e ispiratore di mondi. Aveva nei suoi uffici un murales ispirato a Kirito, rimosso dopo il suo licenziamento da Meta per motivi che lui adduce essere prettamente politici (aka malcelate simpatie per Trump con contorno di donazioni monetarie) ma la compagnia nega.
Si è recato personalmente dall’autore di Sword Art Online con un modello (non esplosivo) del suo Oculus Rift accompagnato dalla moglie in cosplay, ed ora è riuscito a portare nella realtà parte della serie.
Certo, la realtà virtuale non è ancora la fantastica illusione che coinvolge tutti e cinque i sensi contemporaneamente. Però ti può uccidere.
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