Esiste una particolare categoria di bufale a scadenza illimitata chiamata le bufale herpes, come la storia della data reale dello Stato di Emergenza.
Sono bufale virali come tutte, ma che come l’herpes hanno un preciso ciclo vitale: nascono, vengono sottoposte a fact checking e dimostrate false, spariscono per un po’ e poi, come l’herpes ritornano a piena potenza quando il sistema immunitario della Rete è leggermente indebolito.
Come la bufala della data reale dello Stato di Emergenza. Creata ad Aprile in concomitanza con le discussioni sull’allora lontano passaggio da Fase 1 a Fase 2 come messaggio WhatsApp, morta poco dopo essere stata ricopiata in una finta circolare, resuscitata come nuovo messaggio WhatsApp, finto accordo della Regione Lombardia con tanto di loghi falsificati e una riedizione coi loghi dell’ANSA per la quale gli autori furono querelati.
Destino, quello della querela, che auspichiamo anche per chi, infervorato dalle feroci discussioni politiche sulla proroga dello Stato di Emergenza sulle quali lo scrivente non ha alcuna intenzione di entrarvi, ha deciso che sarebbe stato sommamente divertente riciclarsi il bieco falso fogliaccio nascosto nei reconditi del suo cellulare, dove la gente per bene al massimo terrà foto di cagnolini buffi e fotomodelle.
Come vedete, il testo è lo stesso identico, la foto è la stessa, con una freccina al posto dei segni di evidenziatore.
Le radici nascono da una prima versione su WhatsApp, e da una abitudine che noi tutti conosciamo.
Non è la prima volta che qualcuno decide di appiccicare un logo “ufficiale” ad un testo WhatsApp, e ricopiarlo su un foglio stampato, compresi i beceri errori grammaticali e la sintassi zoppicante, per poi fotografarlo e condividerlo.
In una perversa versione dell’abito che fa il monaco, la nostra cassetta postale si riempie come per magia di improbabili comunicazioni come
“Buongiorno Bufale, ho letto questa cosa su un foglio ufficiale del Governo, mi dite se è la buffala?”
“Ecco a lei un articolo in cui abbiamo parlato della cosa, legga pure”
“Ma io volevo l’articolo sulle parole scritte, questo è un articolo che dice che c’è la buffala su WhatsApp!!”
“Ha provato a leggerlo? È la stessa bufala di prima, con un logo scontornato male e sfocato!”
“Non volete fare l’antibuffala della Buffala? Perché ci nascondete le cose? Quelle sono parole scritte stampate ufficiali col logo ufficiale! Voi non avete le parole scritte ufficiali del logo del Governo Ufficiale! Kivvipaka? Non è che buffale siete voi la buffala?!!?”
Seguito da quel genere di blocco che umilia più il segnalatore che ci blocca che non noi che, quantomeno, abbiamo provato a rispondere.
Una combinazione della scarsa memoria del bufalaro, la sua incapacità di leggere un articolo di fact checking fino in fondo e la fede a dir poco canina nel “logo UFFICIALE” lo porta a cascare in infinite iterazioni della stessa bufala, purché stampate e fotografate.
Ovviamente è una bufala. È la stessa bufala di sempre, non avete notato neppure il logo che Facebook ha apposto sul messaggio da noi screenshottato che invita a consultare i colleghi di Facta?
Al momento si parla di una proroga, forse a Dicembre, forse ad Ottobre, con lo scopo di non dover “riaprire e richiudere” lo Stato di Emergenza fino alla definitiva gestione del problema COVID, ma al momento la discussione politica è tutt’altro che chiusa.
E sicuramente una bufala su WhatsApp o Facebook non dirimerà la questione.
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