Una delle fake news pandemiche più diffuse riguarda Cominarty, ovvero l’esistenza di un brevetto del vaccino Pfizer del 2019, che dimostrerebbe come la Pandemia sia stata creata “in laboratorio” da un gruppo di elite mondialiste che avevano previsto “la cura e il vaccino”, pianificando tutti gli eventi mondiali per fiaccare la resistenza dei novax.
La fake news ritorna sottoforma di un post che attribuisce alla “Commissione COVID19” la scoperta di un brevetto del novembre 2019, “denunciato in Procura” ma insabbiato.
Si tratta di un contenuto sviato e male interpretato.
Come abbiamo avuto modo di spiegare, il progresso scientifico sull’uso dell’mRNA nei vaccini è un cammino assai lungo, ben precedente la Pandemia, che ha cominciato a dare frutti solo negli ultimi anni.
Il Nobel a Karikò e Weissman parte ad esempio da una serie di ricerche che dagli anni ’90 innanzi hanno portato frutto solo dal 2005 in poi.
Il progresso scientifico infatti sappiamo non avviene “all’improvviso”, ma per salti e gradini: ogni grande invenzione postula una serie di invenzioni, e talora brevetti, precedenti, in una lunga catena di eventi che ci ha portato dallo sciamano che curava le ferite con foglie masticate e le malattie con tisane e decotti ai grandi progressi della scienza e della medicina, ed ha portato l’uomo dal muoversi a piedi o su carretti improvvisati dall’avere automobili e veicoli.
Esiste effettivamente un brevetto del 2019, come quello riportato da chi parla, o ritiene di parlare, della Commissione COVID. Il predetto brevetto è del Centro Medico Universitario dell’Università Johannes Gutenberg di Magonza e di Biontech e riguarda non i vaccini, ma l’immunoterapia oncologica, una delle branche della medicina in cui l’mRNA si ritiene possa giocare un importantissimo ruolo nel prossimo futuro.
Sappiamo dunque che Karikò e Weissman stavano lavorando all’uso terapeutico dell’mRNA almeno dagli anni ’90, con possibilità di usarlo nell’immunoterapia oncologica e per perfezionare lo sviluppo dei vaccini.
Abbiamo i primi brevetti sull’immunoterapia oncologica, ma anche, ad esempio, brevettti di cui ci siamo occupati non legati all’mRNA, ma a test virali perfezionati.
La Pandemia ha aumentato il bisogno di test virali, di cure e di vaccini, vaccini da ottenere e diffondere rapidamente.
Abbiamo usato tecnologie che c’erano, ma ancora non avevano avuto una “ricaduta pubblica” per dare loro la ricaduta più pubblica possibile.
Ovvero aiutarci a tirarci fuori da una Pandemia devastante.
Il che non significa che ci “fosse il brevetto del vaccino”. Ma significa che gli studi di Weissman e Karikò hanno dato moltissimi frutti alcuni a loro volta sbocciati nei vaccini ad mRNA, e tra mRNA, test antigenici rapidi e mascherine, tutto è stato necessario per uscire dalla Pandemia.
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