Il barilotto di grappa del San Bernardo tra miti e leggende
Ci sono una serie di concetti così incardinati nell’immaginario collettivo da vivervi di rendita come idee pure. Non importa più della loro veridicità storica, se esse siano o non siano state vere in un remoto passato: tutti giureranno di aver imparato, se non di avere un nonno che spergiura di aver visto un San Bernardo porgergli una botticella di grappa legata al collo.
Visione probabilmente dovuta alla bevuta di grappa di altra fonte: non certo l’inesistente botticella del San Bernardo.
Il barilotto di grappa del San Bernardo tra miti e leggende
Parliamo da un dato di fatto: nessuna persona sana di mente darebbe una botticella di grappa a qualcuno che sta congelando. Nessuno.
L’alcol è un potente vasodilatatore: crea l’illusione del calore accelerando la dispersione del calore stesso, abbassa ulteriormente la temperatura corporea e crea uno stato di torpore che rende ancora più difficile uscire vivi da una situazione di assideramento.
Nel 1049 un tale Bernardo di Mentone (canonizzato San Bernardo nel 1681 e confermato patrono delle Alpi nel 1923) fece costruire un ospizio sulle rovine del tempio di Giove, situato nel passo montano delle Alpi, come ricovero per i viandanti.
Ospizio naturalmente gestito da monaci, che si occupavano anche della gestione dello stesso e dell’ausilio ai viandanti, con l’ausilio dei fidi Mastini Alpini, specie ora praticamente estinta e confluita nel San Bernardo e altre specie alpine derivata a sua volta dai mastini usati dalle legioni romani.
I Mastini Alpini e i loro discendenti accuratamente selezionati, i San Bernardo, venivano usati dai monaci per tracciare la pista sulla neve e soccorrere i dispersi, oltre che per la forza motrice e la difesa, come animali da tiro e talora anche da piccola soma.
Nel 1820 il pittore Sir Edwin Landseer dipinge l’opera “Alpine Mastiffs Reanimating a Distressed Traveler”, ovvero “Mastini delle Aplini rianimano un viandante in difficoltà”. In ottemperanza al falso mito dell’alcol come soccorso per i congelati, i due mastini nel dipinto (in copertina) appaiono uno con un pesante collare metallico e l’altro con una botticella.
Tanto bastò per popolarizzare l’immagine salvifica del cagnone con la botticella pronto a offrire da bere a chiunque, entrata nell’arte, nella narrativa e tra i divertenti gadget da comprare al proprio San Bernardo.
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