Il “bambino israeliano che si finge ferito” viene da un docufilm palestinese

di Bufale.net Team |

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Il “bambino israeliano che si finge ferito” viene da un docufilm palestinese Bufale.net

Ci segnalano i nostri contatti un presunto video di un “bambino israeliano che si finge ferito”, sovente legata in un “pacchetto unico” con la fake news dei bombardamenti al fosforo a Gaza che abbiamo recentemente visto.

Il "bambino israeliano che si finge ferito" viene da un docufilm palestinese

Il “bambino israeliano che si finge ferito” viene da un docufilm palestinese

L’uso di diffondere “bufale a catena” assolve una precisa ragione: il viralizzatore potrà semplicemente scaricare sulla Rete, in barba all’onere della prova, un numero incalcolabile di fake news simultanee. Chi vorrà smentirle dovrà imbarcarsi in un’opera ben più faticosa e scoraggiante, portando sostanzialmente il diffusore di bufale a “vincere per sfinimento”

Avevamo già avuto modo in passato di definire il primo video un caso di “Pallywood”, antesignano pro-Palestina delle c.d. “#fontirusse” basato sul concetto di video decontestualizzati e/o orchestrati a tavolino.

Il secondo è del tutto decontestualizzato ed estratto da un contesto del tutto diverso.

Il “bambino israeliano che si finge ferito” viene da un docufilm palestinese

Non solo nessun israeliano ha finto alcunché, ma le scene usate per avvalorare tale narrazione vengono dal cortometraggio del 2022 (Empty Place), biopic che tra le storie dei vari “martiri in Palestina” (citazione testuale dalla descrizione del corto come pubblicato su YouTube) racconta la storia di tale Ahmad Manasra, attualmente 21enne e minorenne all’epoca dei fatti, responsabile di un fatto di cronaca nera che scosse l’opinione pubblica in modo assai profondo.

Ahmad e suo cugino Hassan infatti si recarono armati in un insediamento per accoltellare alcuni coloni ebrei, tra i quali un loro coetaneo. A questo punto Hassan (scena cui fa riferimento il corto) fu colpito e ucciso sul posto dalla polizia, mentre Ahmad fu tradotto in carcere, processato e condannato per omicidio e tutt’ora si trova in carcere in attesa del termine del processo, chiedendo la grazia perché nel frattempo avrebbe sviluppato schizofrenia, allucinazioni psicotiche e ideazioni suicide incompatibili col regime carcerario.

Conclusione

Entrambe le scene non contengono azioni israeliane: la prima come visto in un precedente articolo è un festeggiamento sportivo algerino, la seconda è tratta da un docufilm palestinese.

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