Editoriale

I WhatsApp sul Coronavirus che non dovete ascoltare, e perché non dovreste ascoltarne altri

Siamo, da quando è partita questa emergenza Coronavirus, subissati da ogni sorta di bufala.

Perché tra le tante cose da temere, la natura umana supera il contagio. Abbiamo gli strumenti e le possibilità tecniche per far fronte all’epidemia e superarla. Siamo sopravvissuti alle pestilenze medioevali e non sapendo cosa fossero gli antibiotici ci curavamo coi salassi e le preghiere.

Possiamo rifarlo. Quello che non possiamo fare è evitare che un qualunque individuo col pollice opponibile, tempo da perdere e volontà di vedere il mondo bruciare trovi divertente diffondere allarmismi e complottisti.

Non potevamo evitarlo quando durante le pandemie dei tempi passati c’era sempre il furbacchione che pensava sarebbe stato divertente chiedere di far bruciare la vicina belloccia come strega, non possiamo evitarlo adesso che la tentazione di applicare quella laurea all’Università della Vita o suscitare panico e caos si fa viva.

Prima regola: se non proviene da fonti ufficiali, non dategli retta

Di audio e testi virali sul Coronavirus ne abbiamo tantissimi. Un intero archivio. E nessuno di loro, ovviamente proviene da fonte ufficiale.

Le uniche fonti ammissibili in questo periodo di informazione sono, in un elenco sparso e non per ordine di importanza

  1. Il Ministero della Salute
  2. Il Sito dell’Organizzazione Mondiale per la Sanità
  3. Gli organi di Stampa (con riserva di verificare ulteriormente le notizie troppo fresche ritornando per approfondimenti)
  4. I portali di divulgazione scientifica (ma si consiglia di ricontrollare comunque più volte le informazioni che confliggono con OMS e Ministero, riservandosi di valutare la loro attendibilità prima di procedere)

Avete letto un audio su WhatsApp nell’elenco? No!

E sapete perché?

Se aveste un problema insormontabile o una grave malattia chiedereste consiglio a un gruppo di anonimi appena usciti dal Diurno della Stazione Termini? No? Allora perché lo fate quando gli anonimi vi bussano a casa mediante messaggi WhatsApp sul Coronavirus?

Corollario: se vi dice di essere “fonte ufficiale”, non lo è. Ci sta provando

La regola vale anche quando la fonte non ufficiale giura di esserlo.

Ad esempio abbiamo avuto un audio, giustamente reso oggetto di denuncia da parte delle autorità competenti, dove una voce femminile giurava di aver sentito dire dal marito “Che lavora in Regione” di una imminente chiusura dei supermercati.

Tale audio è considerato essere uno dei responsabili primari delle indegne scene di assalto alle merci dei supermercati a Milano nei primi giorni di epidemia.

Abbiamo anche visto audio con foto di documenti ufficiali modificate e fotocopiate per essere rifotografate, o ordinanze prese dalla Zona Rossa e modificate per estendere artificiosamente la stessa a regioni a caso allo scopo di fomentare panico ed allarme.

Non vi parleremo neppure dei casi di presunti figli di medici importanti pronti a giurare di aver sentito dai loro congiunti di contagi imminenti.

E neppure di poveri medici, come un medico di Lodi, il cui nome è stato appiccicato a sua insaputa in una bufala.

E quando la fonte sono “Zii e cugini” o importanti medici di Taiwan sbandierati come i “Nove dentisti su dieci” di una nota pubblicità del passato, fate conto che la fonte non esista.

Ci vuole pochissimo ad appiccicare un titolo alla propria creazione. Troppo poco.

Seconda regola: una teoria sensazionalistica “che la scienza non ce lo dicono” resta tale anche se te l’hanno detto su WhatsApp

Immaginate che qualcuno vi dica di essere sfuggito dalle Autorità con un importante segreto. Un segreto che le autorità citate nel punto primo nascondono con la vita, ma che lui o lei sta diffondendo mediante WhatsApp senza alcun problema

Perché, ovviamente, non fanno più i Darth Vader di una volta.

Vi abbiamo già detto come è impossibile che il Coronavirus sia una creazione artificiale, per tutta una serie di sensate ragioni.

Ora potete anche evitare di rimandarci lo stesso audio di sedici minuti dove una voce narrante spiega all’Elusivo Beppe che il Coronavirus SARS-CoV-2 è stato creato da Trump e Macron per fare un divertente scherzone dei loro a Di Maio.

Come anche il video di un personaggio che dichiara che il Coronavirus è causato dal 5G, seguito da un walltext che unifica tutte queste teorie parlando di RNA Digitizzato mediante gli Scii Kimiki e video che si limitano a rileggere con voce narrante tutto questo.

Potete stare tranquilli sul fatto che non esiste un brevetto sul SARS-CoV-2, e neppure sui disinfettanti che diventano una panacea in grado di annientarlo.

Non esiste insomma un complotto per ordinarvi di lavarvi le mani: anche se da abituale frequentatore dei mezzi pubblici, gradirei un complotto per farvi lavare le ascelle.

Terza regola: se condividete anche voi, siete colpevoli

Se non penalmente, quantomeno moralmente.

Buona parte di questi audio e testi hanno qualcosa in comune: sono atti penalmente rilevanti e non privi di conseguenze.

Qualcuno ha detto che chiuderanno i supermercati? Parte la corsa allo svuotamento degli stessi. Qualcuno dichiara notizie false e tendenziose? Qualcuno farà qualcosa di male in base a quegli allarmi, e converrà denunciare.

Bene fate a segnalarci le condivisioni: ma malissimo fate a dirci “Eh, io condivido, poi chiedo a voi per sapere se è vero”.

Se poi ricompensate la nostra fatica non solo non smettendo di condividere nelle chat più varie le bufale, ma anche riportandole sul vostro profilo perché “Tanto poi qualcuno fa la smentita”, ormai il danno l’avete fatto.

Questo elenco è breve e non esaustivo: qui troverete tutti i nostri post a tema WhatsApp, di cui un numero sempre crescente sul Coronavirus.

Oppure potreste cliccare sul piccolo segno a forma di lente di ingrandimento in alto a destra sulla finestra del portale di Bufale e cercare le parole chiave della catena ricevuta.

Qui

Siete pregati di verificarli, che poi si interroga. O quantomeno, se vogliamo uscire da questa situazione col minimo dei danni, converrà che tutti mettano giudizio. Anche voi.

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