Il sito Guarda Che Video ha pubblicato un articolo che attribuisce ai vigili del fuoco un avvertimento circa il rischio di incendio che si corre quando si lascia una bottiglietta d’acqua dentro l’auto, specialmente con le temperature estive.
Tutto è iniziato quando si è diffusa la notizia di un uomo che come tante altre persone aveva lasciato innocentemente una bottiglia d’acqua in macchina e poi si era recato al lavoro.
Durante la pausa pranzo, l’uomo ha visto fuoriuscire del fumo dell’abitacolo dell’auto e solo la fortuita coincidenza ha permesso di evitare il peggio. La bottiglia aveva rifratto la luce del sole e l’aveva concentrata a lungo su un punto della tappezzeria, innescando un principio di incendio.
Quello che è successo è molto simile a quando si accende una fiamma utilizzando una lente di ingrandimento, concentrando i raggi solari in un punto.
L’articolo parla di notizia rimbalzata in tutto il mondo e attribuisce ai vigili del fuoco l’avvertimento sulla pericolosità delle bottigliette d’acqua abbandonate dentro l’abitacolo. Non esiste, ovviamente, alcun riferimento a studi o reali fatti di cronaca che darebbero credito alla storia, e un articolo pubblicato su un blog ci offre una corretta chiave di lettura.
L’incendio, per attivarsi, ha bisogno di tre elementi che insieme vengono definiti “triangolo del fuoco”: combustibile, comburente (ossigeno) e fonte di innesco (calore), e nella storia che gli autori di Guarda Che Video raccontano non abbiamo una fonte di innesco, o meglio, non raggiunge la temperatura necessaria per provocare l’incendio.
Le temperature estive, mediamente, raggiungono i 40° che possono raggiungere i 60° all’interno di una macchina, e il punto di ebollizione dell’acqua è di 100°, temperatura che non farebbe prendere fuoco all’acqua (!) ma farebbe esplodere la bottiglietta per l’espansione del gas al suo interno.
Le bottigliette d’acqua sono realizzate in PET, ovvero in polietilene tereflalato che ha una temperatura di fusione di 245°-265° e di autoaccensione di 450°, di gran lunga superiore all’autoaccensione della benzina e del gasolio, rispettivamente di circa 250° e 220°. In poche parole: l’auto prenderebbe fuoco se il carburante fosse sottoposto a una temperatura superiore o uguale a 250° (benzina) e 220° (gasolio), temperature che di certo non appartengono all’estate che surriscalda gli interni dell’abitacolo.
Parliamo di bufala, quindi, perché articoli del genere non dimostrano alcuna verità, facilmente verificabile sui siti più accreditati presenti in rete. Una bottiglietta d’acqua abbandonata dentro l’auto con le temperature estive non rischia di incendiare il veicolo, a meno che non ci siano temperature esterne che superino i 250° e che dunque farebbero prendere fuoco al carburante.
Ancora, lo stesso rischio dovrebbe indicarsi anche per i finestrini, ma non è mai successo.
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