I video di “Primitive Building” non sono poi così primitivi: verità ovvia, ma non così ovvia. Se siete assidui frequentatori di YouTube capirete di cosa parliamo.
Parliamo dei canali di “Primitive Building”: video dove un tizio, a volte due o tre, in costumi adamitici si dedicano a quello che sembra essere sopravvivenza radicale. Costruendo improbabili rifugi “a cinque stelle” di fango e paglia, fontane a cielo aperto, giardini pensili da far impallidire i Babilonesi e cose del genere.
Il tutto, a tutta apparenza, a mani nude o con bastoni recuperati dalla terra e pezzi di selce. Il “survivalismo” ha un suo fascino, specie in incerti tempi bellicosi. Ed è l’equivalente “muscoloso” dei falsi video di restauro nei quali un tizio a caso trova un costosissimo computer, un iPhone o un oggetto di antiquariato in una discarica cosparso di escrementi e ruggine e ne simula miracolosi restauri.
Perché anche in questo caso il trucco c’è, e si vede anche.
Esattamente come per i video di presunti restauri, i video di presunte “Primitive Technology” sono finiti sotto lo scrutinio del divulgatore noto come SunnyV2.
Del resto, anticipavamo, è facile comprendere che tra intrattenimento e verità non è sempre come sembra. E possiamo francamente dubitare del fatto che civiltà precedenti all’età del Bronzo in natura trovassero cameramen e registi pronti a metterli nella migliore luce possibile.
Ma vi è dell’altro. Certo, parliamo di video molto affascinanti a loro mondo. Antesignani del genere “tecnologie primitivi” e ASMR (cosa in comune coi video di restauro) con persone che lavorano nel silenzio di un video senza narrazioni punteggiato di suoni naturali e rumori di arnesi.
Comunque intrattenimento. E come per ogni caso di intrattenimento, c’è chi è onesto e si presenta come tale, come il canale Primitive Technology e c’è chi invece ne replica il format con una patina di ulteriore spettacolarizzazione, come la pletora di canali di “Primitive Building”.
Un video originale, come il citato Primitive Technology, solitamente presenterà risultati modesti con un’enfasi sull’ASMR e lo svago. I vari epigoni, i vari “Primitive qualcosa” tenderanno a mostrare risultati ben più impressionanti.
Dimenticate le modeste capannucce con una piccola cisterna: su un canale epigono potreste trovare costruzioni degne di templi antichi e perduti nella jungla, geolocalizzazioni americane e immagini di luoghi da sogno.
Luoghi da sogno dove improvvisamente può capitare di vedere tra i due-tre “lavoratori primitivi” un uomo vestito in modo moderno.
Oppure aree delimitate da vernice moderna, segni del passaggio di ruspe e strutture che di antico hanno ben poco.
La soluzione è nel video che abbiamo linkato e che ci è stato sottoposto, che contiene testimonianze dei coinvolti.
Se vedi creazioni complesse che sembrano sorgere dal nulla, ovviamente non sorgono dal niente.
C’è dietro un lavoro ben superiore a due-tre tizi che scavano. Ci sono almeno un regista, un cameraman, un ingegnere che si occupi di progettare su carta strutture che non franino, una equipe con strumenti moderni e molto, molto lavoro crea l’illusione del “lavoro primitivo ma non lo è”.
Fa un po’ impressione pensare che i canali più umili e all’apparenza dal lavoro più “pigro” siano in realtà quelli che mantengono la tacita promessa dell’uso esclusivo di tecnologie primitive, ma del resto senza ruspe e ingegneria c’è un limite a quello che puoi creare.
Nel video vedrete il paragone tra un canale chiaramente “fatto a mano”, dove anche l’atto di accendere un fuoco diventa uno sforzo titanicoe dal risultato “insoddisfacente” e un canale “progettato” in cui i protagonisti accendono interi falò con la grazia del primitivo di un film Hollywoodiano in focolari stupendi.
La percentuale calcolata nel video porta al 30% di lavoro manuale col 70% di lavoro “moderno”, ma il tutto col 100% di supervisione e tecniche di editing del video moderne, con tanto di riciclo tattico di alcune scene, inquadrature che coprono le “magagne” e abbelliscono il girato e soluzioni che consentono di passare dalla creazione di fanghiglia all’apparizione di abbastanza cemento per erigere “monumenti primitivi”.
Cemento che sicuramente non otterrai dal fango, e non in quelle quantità.
E se una capannuccia di paglia del resto non occupa spazio, quale sospensione dell’incredulità servirà per ritenere che una specie di tempio grande come una villetta monofamiliare passi inosservato, quando in realtà sarebbe un disastro ambientale più che una “costruzione primitiva”?
Tra tubi idraulici che portano l’acqua che si presume “sgorgare dalla terra”, tracce umane con sacchi di cemento abbandonati, il divulgatore si abbandona ad una riflessione condivisibile.
Non tutti i canali “epigoni” di “Primitive Building” sono solo giochi di specchi, fumo e ruspe, ma quelli che lo sono fanno un danno alla causa dell’ambientalismo maggiore del bene che porvi attenzione potrebbe mai fare.
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