Terza dose “non urgente” secondo l’OMS? Questo è quanto titola Il Tempo in un articolo pubblicato il 12 novembre. Il testo riporta le affermazioni del direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, che avrebbe considerato – appunto – la terza dose del vaccino anti Covid “non urgente” e “niente vaccino ai bambini”. Il Tempo non colloca cronologicamente le dichiarazioni rilasciate da Ghebreyesus, ma trattandosi dell’OMS è molto facile risalire alla fonte.
“Non sono parole di un’attivista no-vax – scrive Il Tempo – ma del direttore generale dell’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità. Un’uscita destinata a far discutere e riflettere nell’ormai inarrestabile scontro fra due vere e proprie fazioni“. Non è esattamente così, perché gli stessi autori del quotidiano indipendente, nel testo, dimostrano che il messaggio di Ghebreyesus è ben più ampio.
Proseguendo nella lettura, infatti, troviamo quanto segue:
“Non ha senso dare la dose booster ad adulti sani o vaccinare i bambini, quando nel mondo ci sono operatori sanitari, anziani e altri gruppi ad alto rischio che stanno ancora aspettando la loro prima dose di vaccino anti-Covid. L’eccezione, come abbiamo detto, sono gli individui immunocompromessi“.
Cosa significa? Destinare la dose booster a individui sani e vaccinare i bambini significa estendere una diseguaglianza sulle dosi da somministrare, visto che categorie prioritarie (operatori, anziani, pazienti a rischio) sono ancora in attesa di una prima dose del vaccino. Dove accade tutto questo? Ghebreyesus risponde in un virgolettato riportato successivamente: “Nei Paesi a basso reddito“.
Possiamo trovare un riscontro ufficiale sul sito istituzionale dell’OMS. Il direttore generale ha rilasciato le dichiarazioni riportare in un briefing tenutosi venerdì 12 novembre, la cui trascrizione completa è riportata, appunto, sul sito della World Health Organization.
Non ha senso somministrare richiami agli adulti sani o vaccinare i bambini, quando operatori sanitari, anziani e altri gruppi ad alto rischio in tutto il mondo stanno ancora aspettando la loro prima dose. L’eccezione, come abbiamo detto, sono gli individui immunocompromessi.
I Paesi con la più alta copertura vaccinale continuano ad accumulare più vaccini, mentre i Paesi a basso reddito continuano ad aspettare.
Ogni giorno vengono somministrati a livello globale sei volte più booster rispetto alle dosi primarie nei Paesi a basso reddito.
Questo è uno scandalo che deve finire adesso.
Si tratta dunque di una “crisi vaccinale globale”, se consideriamo il divario tra i Paesi ad alto reddito e quelli a basso reddito in termini di copertura, per questo Ghebreyesus afferma che: “I vaccini, da soli, non fermeranno la pandemia, ma non possiamo fermare la pandemia se prima non risolviamo la crisi vaccinale globale”.
Il Tempo crea un titolo in cui viene semplificato il discorso di Ghebreysus. Il direttore generale non ha parlato di “terza dose non urgente”, bensì ha fatto presente che somministrare il booster a individui sani e vaccinare i bambini estende il divario con i Paesi a basso reddito, dove operatori sanitari, anziani e individui immunocompromessi stanno addirittura aspettando ancora la prima dose. La terza dose e più in generale il vaccino, dunque, vanno destinati in primo luogo ai soggetti a rischio e agli operatori sanitari per i quali sì, si può e deve parlare di urgenza.
Questo in sostanza, è ciò che sostiene il direttore generale dell’OMS le cui parole vengono distorte e semplificate dal titolo de Il Tempo.
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