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I tanti misteri di Giacomo Casanova

La figura del gran seduttore Giacomo Casanova (“meglio di Merolone”, citando una gag di Massimo Boldi) è ammantata da mille misteri. Proveremo ad evidenziarne quindi qualcuno.

I tanti misteri di Giacomo Casanova

Misteri che vanno dalle sue ascendenze alle sue attività penalmente rilevanti, almeno per gli standard dell’epoca.

I tanti misteri di Giacomo Casanova: il suo vero padre

Ufficialmente e all’occhio vigile dei documenti storici Giacomo Casanova è figlio del ballerino e attore Gateano Casanova e dell’attrice veneziana ben più famosa Zanetta Farussi, descritta a morte del marito dallo stesso Goldoni come vedova assai piacente e che diede al Casanova sei figli, tra cui Giacomo.

In realtà lo stesso Giacomo insinuerà nelle sue memorie di non essere figlio di Gaetano, ma del patrizio veneziano Michele Grimani.

Quantunque sia fantasia abbastanza comune quella di scoprirsi figlio di un nobile o altro altolocato cresciuto da un plebeo per un vile gioco del destino, Giacomo Casanova non offrirà mai prove dirette della sua ascendenza, e la sua stessa confessione può essere vista come un tentativo estremo di sfregiare l’onore della famiglia Grimani, che lo aveva pubblicamente offeso dopo anni di protezione.

Tentativo questo che come vedremo gli costò assai caro, ma lascia il dubbio sul perché una famiglia altolocata si sia presa il disturbo di coprire le marachelle di un donnaiolo in odore di mitomania e con una forte tendenza a cacciarsi nei guai, cosa che rafforzò il dubbio che quello che Giacomo aveva inteso come una calunnia in danno di benefattori non più pronti a donare ed aiutare avesse quantomeno un fondo di verità.

Casanova si inguaiò in quanto seduttore

Non furono le scappatelle sotto le lenzuola a fregare Giacomo Casanova, ma la sua naturale tendenza all’immodestia, alla menzogna ed alla mitomania: secondo le sue memorie si innamorò ed ebbe una relazione con una cantante di nome Teresa che si guadagna da vivere fingendo di essere un uomo castrato ed un soprano maschile, sedusse nobildonne sposate di ogni estrazione e, soprattutto, fece tutto questo vantandosene.

Le accuse di libertinaggio non erano tanto dovute alle scappatelle in sé, ma all’averle rese così pubbliche e trasparenti da generare uno scandalo tale da spingere altri all’emulazione, in una società dove il sesso era relegato al rango di si fa eccome, però non lo diciamo in giro e dove Casanova aveva deciso di dirlo in giro, eccome, e nel modo più rumoroso possibile.

Fuggito dai Piombi, le carceri di Venezia nel 1755, usò le sue doti di affabulatore, seduttore e millantatore per diventare uno dei più famigerati amici di tutti della storia facendosi amici come Voltaire, Mozart, Benjamin Franklin e la Zarina Caterina la Grande, vivendo in modo lussuoso durante la latitanza coi soldi delle sue amanti, e favori e regalie dei suoi mille amici conquistati dando credenziali di altri amici e di una Massoneria che era poco più di un “club dei superfighi” ai suoi occhi.

Nel 1774 egli tornò a Venezia grazie ad un indulto, rivendendosi come spia per gli Inquisitori, venendo rifiutato per “scarso rendimento”, data la sua ben nota tendenza alla millanteria che le autorità avevano già appurato.

Come anticipato non ci volle molto ad inguaiarsi: questa volta perché per “punire” i suoi benefattori nobili decise di dichiararsi figlio di Michele Grimani, forse per rivelare uno scomodo segreto ma probabilmente come un modo molto, molto elaborato per darsi del figlio di pu**ana da solo, e quindi dare ai Grimani dei pu**anieri abituali.

Essi non gradirono, e nel 1783 Casanova partì per un secondo esilio, vivendo come bibliotecario nell’attuale Repubblica Ceca, arrotondando l’umile stipendio da bibliotecario con una biografia piena di storie elaborate e da mitomane che gli consentivano di vendere molto e fungere da alternativa alla vita di sesso che sentiva di non riuscire più ad avere.

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