I tamponi contengono Hydrogel della DARPA: questa una segnalazione raccolta dai colleghi di LeadStories e apparsa timidamente anche da noi.
Un miscuglio che resuscita diversi cavalli di battaglia della teoria del complotto: la teoria che i “poteri Forti” siano in grado di programmare la mente umana, anticipando decenni di progresso scientifico, e lo facciano mediante i vaccini per “hackerare le funzioni biologiche”. Ma anche l’ambivalente rapporto che la comunità novax ha per i tamponi nasofaringei.
Tamponi che, come un moderno Gatto di Shroedinger del complotto, sono contemporaneamente “migliori del vaccino” e più desiderabili, coi novax pronti a dichiararsi favorevoli ad effettuare un tampone al giorno pur di evitare il vaccino e pronti ad accusare il tampone di danneggiargli la ghiandola pituitaria e rubargli il DNA per scopi nefandi.
In questa nuova versione della fake news le nanomacchine non sono più nel vaccino, ma direttamente nel tampone.
La narrazione si basa su brevetti relativi a sensori per monitorare le onde cerebrali, tamponi e il fantomatico “hydrogel della DARPA”.
Nel mondo del complotto infatti il Dipartimento per la Difesa Americana dispone di tecnologie per infondere nei soldati ogni tipo di conoscenza, rendendoli in grado di guidare macchinari complessi e imparare l’arte bellica.
I riferimenti alla mitologia di Matrix ed alla serie televisiva Chuck si sprecano, ed anche questa teoria era stata smentita.
Dalle misteriose “sostanze della DARPA somministrate ai soldati per dargli le conoscenze senza studiare” si è passati nel tempo ai vaccini che fanno diventare robot programmabili.
E dai vaccini si è infine arrivati ai tamponi.
Per il tramite di “uno studio anonimo nella Slovacchia”.
Immaginate per un istante che un perfetto sconosciuto vi riveli un complotto come quelli del cinema, e vi dica di avere le prove, ma di non potervele mostrare perché una persona sconosciuta gli ha riferito di averle avute da una persona non più conosciuta e sono custodite in un posto sconosciuto.
“Prove” basate sul fatto che spezzando il bastoncino di un tampone la frattura si presenti irregolare, e quindi potrebbe essere il “misterioso aereogel militare” che riprogramma le menti.
Ma l’Hydrogel della DARPA neppure esiste. Non è un materiale, ma un insieme di proprietà particolari per biosensori inerti.
L’idea sostanzialmente che, come per gli “holter” cardiaci, si possano captare (non “inserire nel cervello”), dati relativi alle malattie per trasmetterli in telemedicina.
Esattamente come i brevetti citati per “leggere le onde cerebrali” potrebbe avere applicazioni. Un soggetto completamente paralizzato potrebbe muovere un puntatore e compitare parole senza muovere le braccia. Un sistema preciso per misurare temperatura ed eventuali infezioni potrebbe aiutare la telemedicina.
Il che non significa che i tamponi, i vaccini o qualsiasi altra creazione dei “Poteri Forti” contengano versioni evolute e futuribili di quello che la scienza cerca invano di ottenere.
Beninteso noterete come nelle condivisioni torni l’idea dell'”Internet delle Cose” come strumento del male, con microonde e connessioni usate per “programmare a distanza” i vaccini e quindi i vaccinati.
Sostanzialmente, l’umanità non dispone del livello tecnologico necessario per dare corpo a simili incubi della fantascienza di serie B.
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