Disinformazione

I “Rifugiati” sono esentati dall’obbligo di certificazione per il Reddito di Cittadinanza

Il Reddito di Cittadinanza continua a far discutere a mesi dalla sua applicazione. Ed ecco che nella cronaca tornano tre temi cari al rissoso leoncino da tastiera sovranista di ogni tempo. L’immigrato senza documenti che però ha l’iPhone, il Reddito di Cittadinanza elargito “allo straniero” e non al cugino arianissimo che magari non ne avrebbe neppure i requisiti. Seguiti da quel derisivo “Rifugiati” messo tra virgolette perché, ricordiamo, per il Sovranista da tastiera medio non esistono i rifugiati. È tutto un complotto di ricchissimi viaggiatori che pagano per provare l’emozione di una morte orribile in mare come alternativa ad una vita di discriminazioni ed odio sia Social che reale.

“Gli immigrati sono esentati dall’obbligo di presentare la documentazione”

La notizia è un caso di evidente disinformazione.

Dato che gli immigrati sono, come tutti, tenuti a dimostrare il loro reddito, o assenza dello stesso, sul suolo Italiano nelle forme rituali.

Quello di cui si discute è un emendamento voluto fortemente dal Carroccio, che ora indigna i Sovranisti in un chiaro di caso di “Attento a quello che desideri: perché potresti un giorno ottenerlo”

L’emendamento

Come ci ricorda il Fatto Quotidiano, ai tempi della discussione del Reddito di Cittadinanza, vigeva il Patto di Governo Giallo-Verde e non il Rosso-Verde.

Non è una semplice questione cromatica, ma di impostazione politica.

Fu così introdotto, in quanto fortemente voluto dall’alleato di Governo e quindi senza problemi votato dalla maggioranza Giallo-Verde tutta una

modifica inserita dal Carroccio in sede di conversione del testo prevede infatti che gli extracomunitari debbano produrre una certificazione di reddito e patrimonio rilasciata dallo Stato di appartenenza, oltre a tutto il resto della documentazione richiesta per accedere al beneficio. Lo stesso emendamento prevede anche che siano definiti gli Stati non appartenenti all’Unione europea nei quali è oggettivamente impossibile acquisire le certificazioni. Tra ritardi e crisi di governo, questa disposizione però è rimasta lettera morta fino a questo autunno. E in sua assenza l’Inps – di concerto con l’esecutivo – ha deciso con una circolare di congelare “tutte le domande” presentate dallo scorso aprile dai cittadini extra Ue. In poche parole nessuno di loro ha visto un euro, nemmeno chi gode della protezione internazionale.

Gli effetti

Contrariamente a quanto detto dal ritaglio che sta girando in queste ore sui social, nessuno ha mai detto che l’extracomunitario (che ricordiamo non coincide col “rifugiato”, ma potrebbe essere chiunque al di fuori dell’UE) non debba produrre la documentazione richiesta ad un cittadino italiano.

Questo è un dato preciso ed assodato. La documentazione da produrre è la stessa per chiunque.

Il Carroccio, ripetendo sul suolo nazionale l’idea già collaudata, e ricordiamo, contestata ed infine scartata, per la mensa scolastica di Lodi, aveva deciso di richidere ad un numero imprecisato di cittadini, pari a tutti i cittadini extraeuropei più una lista ancora da determinarsi a detrazione, quindi da sottrare ed escludere dall’imposizione, l’ulteriore documentazione di eventuali redditi e patrimoni in madrepatria.

Cosa che, come abbiamo visto seguendo il caso Lodi è fisicamente impossibile contando che parliamo di gente che scappa anche perché dove vive gli è impossibile avere la qualsivoglia documentazione di qualsiasi cosa. O, che se non scappa dalla guerra, dovrebbe comunque compilare così tanta burocrazia da uscirne come Asterix ed Obelix nella “Casa che fa impazzire”, ovvero uno scalcinato municipio nel quale gli era stato chiesto un particolare Lasciapassare per continuare le loro imprese eroiche.

Facemmo un’esempio all’epoca, che ora ben riportiamo in quanto del tutto attinente

Immaginate che tutti gli oratori di una piccola città decidano, per Regolamento Generale, di consentire ai ragazzini di giocare a palla solo se muniti di idonea attrezzatura e protezioni. Potrebbe essere utile, si sa come sono fatti i ragazzini.

La Chiesa di St. Francis, per idea del parroco Don Benjamin Price decide di richiedere ai ragazzini di comprare guanti, parastinchi e magliette e farglieli osservare prima di ogni partita. Ciò sarebbe una ammissibile, e funzionale, applicazione del programma comune.

La Chiesa di San Crispino, per idea del parroco Don Buro decide invece di richiedere ai ragazzini di comprare guanti, parastinchi e magliette e depositarli presso il medico sportivo della palestra di fronte una settimana prima, impegnandosi a ricomprare l’equipaggiamento inidoneo. Ciò sarebbe una ammissibile, e funzionale, applicazione del programma comune.

La Chiesa dell’Epulone Lodigiano, per idea del suo parroco, decide invece che tutti i ragazzini debbano comprare lo stesso giorno l’equipaggiamento da un particolare negozio, scelto in anticipo in parrocchia, a un paio d’ore di macchina dalla parrocchia. Ciò sarebbe ammissibile, ma sicuramente disfunzionale nonché potenzialmente latore di discriminazioni: i ragazzini con genitori che lavorano e non possono spostarsi in quel giorno, che non possono arrivare a quel particolare negozio o non possono comprare quell’attrezzatura sarebbero, di fatto, esclusi da ogni attività sportiva.

Ma voi direte: ma la norma prevedeva un elenco di paesi per i quali queste esenzioni vi sono.

Ebbene, l’elenco non è mai arrivato.

Di fatto, esattamente come accadde per le mense del Lodigiano, dal mese di Aprile ad oggi, qualsiasi domanda di qualsiasi cittadino extracomunitario, anche munito dei requisiti di legge per accedere all’emolumento, veniva automaticamente scartata per assenza dei requisiti.

Semplicemente perché la norma prevedeva uno sbarramento volutamente alto, con promessa di abbassarlo successivamente, completamente disattesa per mesi e mesi.

Ma ora la lista è stata compilata.

Per “inverso”, dato l’elenco dei paesi dove, tra impossibilità tecniche e burocrazia elevata, tale obbligo è tanto impossibile quanto lo era per le mense di Lodi.

Sono stati infatti certificati i paesi per i quali è necessario e possibile produrre la documentazione. Elenco che dimostra come l’oggetto della norma non sia il rifugiato.

Sono stati elencati infatti tutti gli Stati di provenienza per cui è necessario produrre la certificazione: sono Regno del Bhutan, Repubblica di Corea, Repubblica di Figi, Giappone, Hong Kong, Islanda, Repubblica del Kosovo, Repubblica del Kirghizistan, Stato del Kuwait, Malaysia, Nuova Zelanda, Qatar, Repubblica del Ruanda, Repubblica di San Marino, Santa Lucia, Repubblica di Singapore, Svizzera, Taiwan e Regno di Tonga.

Non spiegheremmo come mai, ad esempio, ad un abitante del Ruanda, che pure non è uno dei posti più pacifici del mondo, sia comunque di obbligo documentare mentre, evidentemente, ad un Cinese no.

Semplicemente sono considerazioni di ordine tecnico.

La conclusione

Tutti coloro che non rientrano in quegli stati, esattamente come già disciplinato dalla legge, nella precisione dall’Emendamento voluto dal Carroccio, potranno ricevere il Reddito di Cittadinanza.

Gli altri, ovviamente, dovranno procurarsi e far tradurre presso la loro Ambasciata la richiesta documentazione.

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