I politici devono vergognarsi! Per la prima volta tolto il segreto sull’assistenza sanitaria integrativa dei deputati! è il secondo messaggio WhatsApp che ci arriva in due giorni di fila.
Ora amici miei, posso capire che da quando finalmente Facebook ha deciso di porre un freno alle bufale, ai discorsi di odio ed alle fake news bannando gli hater seriali siate rimasti a bocca asciutta. Ma se dovete placare il vostro desiderio di viralità trasformando WhatsApp in una serie di covi di feccia e malvagità che al confronto Han Solo è solito pranzare da Eataly, qui non ne usciremo più vivi.
Vi lasciamo con una diapositiva di quello che state facendo diventare WhatsApp, e ci vediamo col testo.
Ora siete pronti?
La prima sezione del testo che ci è stato inviato è quella che possiamo archiviare come disinformazione.
Figurarsi, è un testo così segreto, così sconosciuto, che questa prima parte del PDF è un copincolla, quasi completamente parola per parola, di un articolo di Repubblica dell’11 Aprile 2011.
E quando le tue notizie segrete che la kasta non ci dicono le vai a copincollare da quello che fino al giorno prima hai chiamato un giornale della kasta, e che le tue informazioni segretissime le diffonde dal 2011, capisci che qualcosa che non quadra ci deve essere.
E la cosa scopriamo essere una patacca circolante a mezzo email sin dall’anno dopo, il 2011, momento dal quale di anno in anno un viralizzatore a caso ha potuto dichiarare di conoscere un grande segreto che in realtà conosce mezzo mondo.
Certo, omettendo che ogni parlamentare versa una quota della loro indennità, pari ad oltre 500 euro circa per la citata assistenza sanitaria.
Ed omettendo che sia i portali del Senato che quelli della Camera riportano dati più aggiornati sulla stessa.
Il Fondo di solidarietà fra i Senatori eroga un rimborso parziale di determinate spese sanitarie sostenute dagli iscritti, nei limiti fissati dal Regolamento e dal Tariffario. L’iscrizione è obbligatoria per i Senatori in carica, che versano un contributo pari al 4,5 per cento dell’indennità lorda; è facoltativa per i titolari di pensione, il cui contributo è pari al 4,7 per cento dell’importo lordo del proprio assegno. Con il versamento di quote aggiuntive è possibile l’iscrizione dei familiari.
La riduzione del trattamento economico dei SenatoriCome si è già visto, nel corso degli ultimi anni il trattamento complessivo dei Senatori è stato più volte ridimensionato, al fine di contribuire alla riduzione della spesa pubblica. Si ricapitolano le più importanti novità.
Dal 1° gennaio 2006 al 2012 l’importo dell’indennità parlamentare lorda è stato ridotto da 12.434,32 a 10.385,31 euro. Inoltre dal 1° gennaio 2011 le competenze accessorie sono state complessivamente ridotte di 1.000 euro al mese.
Dopo la riforma degli assegni vitalizi del 2007, che ridusse la misura di tali prestazioni e raddoppiò il periodo minimo di mandato richiesto per maturare il diritto all’assegno, portandolo da 2 anni e 6 mesi a 5 anni, dal gennaio 2012 è stato radicalmente modificato il trattamento previdenziale di tutti i parlamentari, con l’introduzione del sistema contributivo.
Inoltre, a partire dal 1° gennaio 2010, sono state notevolmente ridotte le facilitazioni di viaggio a favore degli ex senatori, con l’introduzione di un tetto annuale per i viaggi aerei e ferroviari sul territorio nazionale (peraltro riconosciuto per un periodo di 10 anni dalla cessazione dal mandato) e con la soppressione di qualsiasi rimborso dei pedaggi autostradali.
Ciascun deputato versa obbligatoriamente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro mensili, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa, che eroga ai propri iscritti, senza oneri aggiuntivi per il bilancio della Camera, rimborsi per prestazioni sanitarie, secondo quanto previsto da un apposito tariffario.
Ma, naturalmente, perché informarsi in autonomia dello stato attuale delle cose, se il cellulare lo hai in tasca per farti i selfie e “condividere e far girare” appelli?
Ma credetemi, il PDF, tra una immaginetta buffa e vaghi strali antikasta, peggiora devolvendo dalla disinformazione alla bufala conclamata
Facciamo una piccola scommessa. Dite a tutti quelli che vi hanno mandato questo appello che se non vi dicono entro 12 ore quale numero dell’Espresso contiene questo miracoloso articolo li bloccherete su tutti i social e farete le segnalazioni del caso.
Scommettiamo che dopo un forte odore di bruciato e rumore di ingranaggi distrutti saranno loro a bloccarvi farneticando cose contro la kasta per poi sfondare un finestrone urlando “Non mi avrete mai, sbirri dei Massoni” e, lanciato il cellulare, fuggire in un bosco per vivere di bacche e radici, certo di essere stato scoperto?
Il rigo precedente è un link all’articolo dell’epoca. Leggetelo. Che poi interrogo.
Cominciavo proprio con queste ormai profetiche parole
WhatsApp è stato, e continua ad essere, uno strumento molto utile per comunicare velocemente tra amici e parenti. Talora diventa una vera e propria fossa settica dove vecchie e nuove bufale vengono viralizzate e gettato in pasto al popolo senza controllo.
Ricorderete come su WhatsApp la Lega del Filo d’Oro sia stata descritta come una società del male che avvelena la gente per divertimento sadico, o gli infiniti messaggi di amici di amici di commissari e finanzieri pronti ad annunciare attentati terroristici
Compare in questo tragicomico appello vintage una delle prime varianti della “giustificazione” apparsa in altre bufale illustri, come quella del Senatore Cirenga
L’inesistente Espresso di qualche tempo fa infatti veniva citato sin dal 2001, su Usenet (una Internet di solo testo, antenata dei forum e di Facebook) con un identico messaggio (ancorchè in lire) arricchito di un grottesco disclaimer:
Inoltre la mozione e stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali
L’equivalente virtuale di me lo ha detto mio cugino, che purtroppo ora è morto e non può venire a confermartelo.
Anche volendo tralasciare il grottesco dettaglio di una “votazione supersegreta che esiste solo sulle pagine patinate di un giornale”, ed anche volendo interrogarsi sulle differenze tra “stipendio base” e “stipendio” e perchè la voce sia quindi duplicata nell’appello, non possiamo che celebrare i diciannove anni di una bufala che continua a palesarsi senza interruzione.
E si prega di notare come, quasi venti anni dopo, i dati indicati nell’appello bufala non si avvicinino per niente alla realtà dei fatti, che i miscredenti potranno reperire qui per la Camera e qui per il Senato.
Nel mezzo, una lunga querelle che vede la bufala destarsi dal suo sonno, essere controbattuta e poi rimanifestarsi come un herpes sul volto della virtualità.
Dati immaginari che, ove veri, apparirirebbero in Gazzetta Ufficiale, non su un messaggino WhatsApp che cita un numero inesistente di una rivista che descrive votazioni “segretissime”.
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