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I novax urlano che Pfizer non previene la trasmissione, senno di poi libero

I novax urlano che Pfizer non previene la trasmissione, ovvero il senno di poi scatenato. Questo il riassunto delle molteplici segnalazioni che ci sono arrivate dopo la “clamorosa ammissione di Pfizer” strappata da un Parlamentare Europeo che in realtà di clamoroso ha ben poco.

Posate le vostre tastiere piccoli detective da tastiera, anche oggi avete scoperto l’acqua calda con qualche millennio in ritardo.

A dispetto di titoli e condivisioni relativi alla “clamorosa confessione di Pfizer”, semplicemente si dimostra che non siete stati attenti.

I testi da consultare sono quelli sulla modalità di approvazione del vaccino, R come “Rolling Review”.

I novax urlano che Pfizer non previene la trasmissione, senno di poi libero

Facciamo un riassunto partendo da quanto recentemente espresso da una delle poche oasi di pacatezza sui social, il Dottor Salvo di Grazia (Medbunker) che con poche parole ha espresso un concetto sul quale ne sono stati scritti fiumi, che evidentemente non bastano ancora.

I novax urlano che Pfizer non previene la trasmissione, senno di poi libero

Quindi Pfizer avrebbe ammesso di “non aver testato il vaccino sulla prevenzione del contagio”, come dichiarato dal deputato Rob Roos (in foto).

Prima di passare ai Tweet del dottor Di Grazia, dobbiamo dirvi noi qualcosa, breve e brutale.

“E grazie al cavolo”.

Studiare l’efficacia di un vaccino sulla trasmissione della malattia nella fascia della popolazione più ampia è qualcosa che richiede un elemento che nei test di laboratorio ovviamente non hai: la popolazione più ampia.

È il significato della Rolling Review: la c.d. “fase 4” non è una fase di sperimentazione ma è quello che accade quando un farmaco è già commercializzato su larga scala e quindi ha come target non più le decine, centinaia e migliaia di persone dei test clinici, ma i miliardi di popolazione nel mondo.

Ma ovviamente non è che le autorità regolatrici a quel punto urlando “Filini, facci lei” abbandonano il farmaco al suo destino, ma controllano quello che in test non poteva esserlo.

Passiamo quindi ora alle parole dell’esperto

Lapalissiano, non è che l’EMA approva qualsiasi farmaco: l’obiettivo primario dei vaccini antiCOVID era proteggere dal COVID sintomatico, e siamo stati noi stessi i primi a bacchettare chi ha parlato di “protezione diretta dal contagio” fornendo ai vari novax in ascolto un assist.

Quello che sappiamo

FNOMCeO stessa si era schierata già nel 2021 (quando evidentemente i novax all’ascolto dormivano o erano occupati a cercare di bloccare treni e trasporti con scarso successo) precisando che

«La risposta è sì: una persona vaccinata può infettarsi e contagiare – spiegano dalla Fnomceo, l’Ordine nazionale dei medici, tramite il team di dottoremaeveroche, il sito anti fake- news rivolto a medici e cittadini -. Tuttavia, come dimostra il recente caso dell’Amerigo Vespucci, il vaccino riduce moltissimo entrambi questi rischi. Non solo tutti i casi sono stati lievi o asintomatici – cosa che potrebbe essere anche legata all’età – ma soprattutto l’infezione non si è diffusa oltre un ristretto numero di persone, una ventina su oltre trecento. E questo nonostante si trattasse di una comunità chiusa».

Il riferimento espresso è al caso dell’Amerigo Vespucci, nave dove su 320 vaccinati chiusi nel medesimo ambiente isolato, venti hanno sviluppato la malattia in forma asintomatica e paucisintomatica, 300 niente e nessuno ha patito danni permanenti.

Al momento in cui EMA e AIFA hanno approvato il vaccino Pfizer, quello che contava era avere un preparato sicuro in grado di evitare le manifestazioni gravi della malattia.

Il seguito ha provato che, assieme agli altri mezzi di contenzione usati (mascherine, Green Pass) tale facoltà ha anche avuto un certo impatto sulla diffusione.

Se ti ammali meno e guarisci prima, ovviamente sei infettivo per meno, per cominciare.

E solo dopo la diffusione si sono potuti valutare casi empirici come quelli della Vespucci ed abbiamo potuto assistere al dato ISTAT che ha descritto una “pandemia dei novax” o pandemia a doppio binario, dove i non vaccinati pativano gli effetti deteriori più degli altri.

Tutto questo ha portato ad una rivincita del “senno di poi”, ma riletto dai social in modo distorto e alterato, travalicando i titoli “acchiappaclick” al riguardo e diventando l’ennesimo caso di giravolte novax.

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