I novax si stupiscono della differenza tra Trieste e Lucca Comics: e questo rende la misura del fatto che il novax da Internet viva in un mondo tutto suo.
Un mondo dove i più elementari rapporti di causa ed effetto vengono cancellati, dove nel momento in cui la realtà dei fatti e le proprie illusioni vanno in contrasto a risultarne sconfitta sarà sempre e solo la realtà.
Le due situazioni sono differenti solo in parte. In quella parte che spiega perché il paragone sia peregrino e falsificato.
Vi abbiamo anticipato su Twitter di aver spedito (a sue spese) il buon Shadow a controllare la situazione Lucchese. Shadow che in questo momento è pronto a testimoniare la situazione Lucchese in perfetta salute e con una mascherina di Lucca Comics 2021 ed una boccetta di spray sanificante per Mascherine comprate in loco.
Come è evidente dalle testimonianze e dai reperti giornalistici e fotografici, il “cluster Triestino” vede pochissime mascherine e un gran numero di assembramenti.
Stato vaccinale dei presenti ignoto, anche se abbiamo testimonianze di partecipanti illustri del calibro di “il vaccino sperimentale [è per] gli ipocondriaci”. Partecipanti che il COVID effettivamente lo hanno anche contratto.
Sappiamo anche che Dipiazza ha imposto l’adozione di un servizio d’ordine e l’uso delle mascherine, male accolto dai manifestanti.
Situazione del tutto opposta a Lucca Comics&Games
Nonostante gli iniziali timori per la creazione di un cluster i contagi nel Lucchese si sono tenuti nella media nazionale con poche derivazioni.
In primo luogo lo stato vaccinale e/o immunologico dei 40.000 partecipanti circa (oltre il piccolo numero aggiunto con l’aggiornarsi delle prescrizioni) era certo: senza Green Pass, da vaccino o da tampone nelle numerose farmacie pronte a fornire il servizio in zona, a Lucca Comics non entravi.
Contrariamente agli anni passati, dove con l’acquisto di un biglietto avevi diritto a braccialetti colorati, uno per ogni giorno di ingresso, quest’anno era necessario ritirare i braccialetti nel primo giorno di accesso alla Fiera.
Previo controllo di Green Pass e temperatura.
Il controllo della temperatura veniva ripetuto per l’accesso ad alcuni punti nodali, come ingresso mostre o accesso ai firmacopie. Quanto al controllo del Green Pass, subito dopo il primo controllo giornaliero il bracciale veniva marchiato con un timbro a forma di quadrifoglio.
In assenza del timbro il Green Pass veniva richiesto per l’accesso ad ogni evento al coperto o anche solo tra i padiglioni.
Se abbiamo visto l’ordinanza di Dipiazza è stata accolta con freddezza se non sdegno, l’obbligo di mascherine e di steward al Lucca Comics erano una cosa seria.
L’uso delle mascherine era obbligatorio negli stand e nelle loro prossimità. Alle premiere cinematografiche (come quella di Ghostbusters: Legacy) gli addetti erano dotati di occhiali per la visione notturna, e i malcapitati pronti a sfilarsi la mascherina subivano la stessa sorte dei malcapitati col cellulare in mano alla ricerca di riprese spoiler da pubblicare sui social.
Una serie di puntatori laser puntati addosso, gli occhi di tutti i guardiani su di loro e il perentorio invito a cessare immediatamente la condotta senza ulteriore preavviso o essere scortati fuori dalla sala ed espulsi.
Parimenti, distributori di disinfettante per mani erano disponibili in punti strategici, e i firmacopie avvenivano con un sistema di prenotazione online.
Gli interessati venivano letteralmente condotti, uno alla volta, in stanzoni chiusi (e dall’aria abbastanza lugubre, va detto) con l’autore prescelto, uno steward o una hostess, mascherine per entrambi e distanza di sicurezza.
I firmacopie allo stand di vendita, dove le condizioni rendevano il distanziamento più disagevole avvenivano dietro apposite paratie di Plexiglass.
Sostanzialmente, senza Green Pass la tua esperienza Lucchese si fermava prima di nascere, e in tutte le situazioni in cui erano presenti hostess e steward, era impossibile eludere gli obblighi. Il Green Pass ti veniva implacabilmente chiesto. A random, ti trovavi la “pistola laser misura temperatura” addosso, sfilarsi la mascherina era il modo migliore per essere redarguiti e invitati a reindossarla sul posto.
Nonostante la grande affluenza, le file erano gestite in modo abbastanza ordinato. La “mega-fila” del 29 Ottobre per il ritiro dei biglietti da parte degli abbonati (maggioranza dei frequentanti) per questo aveva assunto le sembianze di un ordinato serpente in giro per l’Intera Lucca senza strepiti, assembramenti, carenza di mascherine e carenza di vaccinazioni o tamponi.
Alcune sezioni della fiera (Japan Town, Area Cosplay) erano a forte distanza dal nucleo centrale: un servizio di navette costanti, ma di dimensioni contenute, assicurava trasporto senza (troppi) assembramenti.
Il vostro inviato ha, naturalmente, mangiato fuori. Tutti i giorni. Se in albergo (a sue spese, ricordiamo: nessun bonifico dei “Poteri Forti”) ha scoperto che i buffet erano stati aboliti per ottenere la colazione da personale con guanti e mascherina, ben distanziati e ordinati ai tavolini, anche nei ristoranti della zona ha dovuto evitare di tirare fuori il Green Pass ogni volta stampandolo su un pratico badge di policarbonato da tenere su un portabadge con la tesserina del Campfire dall’altro lato (in modo da coprire il QR Code quando non richiesto).
Siamo quindi all’autogol novax: la differenza tra Trieste e Lucca Comics era evidente, e faceva tutta la differenza del mondo.
Il vantaggio del Green Pass, del rispetto delle prescrizioni e delle restrizioni pandemiche è anche questo: puoi anche avere una kermesse con 40.000 persone, se le metti in sicurezza.
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