Il Caso

I novax contro le trasfusioni di sangue “vaccinato”: le ULSS rispondono

Ad ormai tre anni dall’inizio della Pandemia e quasi un anno dalla fase di “convivenza attiva” in cui almeno teoricamente dovremmo avere imparato a convivere con l’ospite sgradito, tornano i novax contro le trasfusioni di sangue

I novax contro le trasfusioni di sangue “vaccinato”: le ULSS rispondono

La teoria l’abbiamo già vista ed affrontata più volte, rilevando quanto essa si presenti ben poco fondata dal punto di vista biologico e fisico: il sangue dei vaccinati non diventa “maionese nera”, non è pieno dei mitologici elementi che secondo la volgata novax renderebbero il sangue magnetico e ricco di polpi alieni e sindromi improbabili, ma tutto questo non ha impedito ai novax di mezzo mondo di chiedere banche dati di sperma e sangue puro”.

Si schierano le ULSS nello spiegare perché tale richiesta non solo appaia infondata, ma non tecnicamente praticabile.

I novax contro le trasfusioni di sangue “vaccinato”: le ULSS rispondono

Spiega l’assessora alla Sanità regionale Manuela Lanzarin

«Mi stupisce e mi rammarica che ci siano ancora situazioni come questa. Le trasfusioni sono fatte per salvare la vita.  Avanzare tali pretese significa non conoscere il sistema: chi dona il sangue, lo fa sottoponendosi a esami e monitoraggi, proprio perché il ricevente ne ha bisogno per la sopravvivenza».

Corroborata dal parere del Centro Nazionale Donazione Sangue per cui

«La normativa vigente promuove la funzione civica e sociale oltreché i valori umani e solidaristici che si esprimono nella donazione volontaria periodica, responsabile, anonima e gratuita del sangue e dei suoi componenti, tra l’altro, allo scopo di conseguire una più efficace tutela della salute dei cittadini».

Si conclude quindi che

«il ricorso alla donazione dedicata non è assolutamente raccomandato nella prassi»

Avevamo già visto un caso del genere, un bambino i cui genitori avevano insistito per avere “sangue novax” come requisito per procedere per una urgente operazione salvavita al cuore del piccolo.

Dopo un ricorso in procura si era stabilito che il bambino avrebbe dovuto e potuto essere operato comunque senza attendere il “sangue puro” e, fortunatamente, lo stesso si è salvato, e la potestà genitoriale sul tema è stata sospesa temporaneamente per consentire le cure del caso.

Il direttore sanitario dell’associazione Avis del Veneto, Giovanni Lenzo, conferma ancora adesso l’impossibilità di creare “banche del sangue non vaccinato” che, unitamente alla previsione normativa della donazione dedicata solo in determinati casi riduce la “scelta novax” a due: ricevere o non ricevere la trasfusione, come avviene per chi la rifiuta solitamente per motivi religiosi.

Le conseguenze saranno quindi evidenti caso per caso.

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