I no-vax paragonano il Green Pass alle leggi razziali fasciste, ma non conoscono le date
Che attinenza hanno le leggi razziali fasciste con il Green Pass? Tra le bacheche dei no-vax è comparso un meme con un fotogramma del film La Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni. Ricordiamo tutti quella scena in cui il piccolo Giosuè legge ad alta voce un divieto d’ingresso per gli ebrei sulla vetrina di una bottega. “Vietato l’ingresso agli ebrei e ai cani”, recitava il cartello. I no-vax modificano l’immagine e scrivono: “Vietato l’ingresso ai non vaccinati” con riferimento alle polemiche sull’adozione o meno del modello Macron sul Green Pass. In Francia le nuove misure saranno adottate dal 21 luglio. In Italia, invece, è ancora aperto il dibattito.
Un meme ad effetto, certamente, ma con un errore imperdonabile: i no-vax sostengono che le leggi razziali fasciste furono applicate nel 1921 che oggi, nel 2021, sarebbero trascorsi 100 anni da quella barbarie. La soluzione è scritta nei libri di storia, e ovviamente anche sulle fonti ufficiali presenti su Internet.
Prima di approfondire con le fonti storiche ricordiamo che La Vita è Bella di Roberto Benigni è ambientato ad Arezzo nel 1939. Nella scena in cui Giosuè legge il cartello discriminatorio siamo addirittura nel 1944.
Il Manifesto della Razza che in Italia determinò ogni tipo di discriminazione contro i cittadini ebrei, fu pubblicato il 14 luglio 1938 su Il Giornale d’Italia e anticipò di qualche mese le leggi razziali fasciste, di cui ricordiamo il primo regio decreto del 7 settembre 1938 con i Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri. 1938, non 1921.
Ancora, la presa di potere di Benito Mussolini avvenne ufficialmente il 31 ottobre 1922. In poche parole il paragone dei no-vax tra il Green Pass e le leggi razziali non regge nemmeno sulle date.
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