Confessiamo che gli autori dei siti complottisti ci danno un gran da fare, specie quando su portali come Toba60 ci ritroviamo con decine di volti attribuiti a scienziati “colpevoli” di aver smascherato il grande genocidio che si nasconde dietro i vaccini. È del 25 giugno un articolo altamente condiviso che ci parla della scoperta che le “vittime” avevano fatto circa la proteina dell’enzima Nagalase, che secondo il loro “studio” veniva somministrata all’uomo attraverso la vaccinazione. Tale enzima, scrive Toba60, inibisce la vitamina D, principale difesa immunitaria presente nel corpo per combattere le cellule tumorali.
Toba60 non nasconde gli intenti dell’articolo: “Secondo Thebigriddle.com, Nagalase è una proteina creata anche da tutte le cellule tumorali. Questa proteina si trova anche in concentrazioni molto elevate nei bambini autistici. E lo stanno mettendo nei vaccini” e aggiunge: “È anche noto il fatto che causa il diabete di tipo 2”. In sostanza, questi medici sarebbero stati uccisi in quanto erano pronti a smascherare la grande truffa dei vaccini.
In primo luogo, dal mondo olistico e dal mondo complottista il Nagalase è definito “enzima del cancro”, e questo è un errore in quanto è stato dimostrato a più riprese che si tratta di un enzima presente sia nelle cellule sane che in quelle tumorali. È bene accettare, soprattutto, che il Nagalase non è presente in alcun vaccino, non lo è mai stato e mai lo sarà.
Ora, snocciolare nozioni scientifiche dettagliate e complicate non gioverebbe la nostra scrittura né la vostra lettura, per cui tentiamo di semplificare per comprendere meglio di cosa parliamo quando si tratta di nagalase. Troviamo una spiegazione di facile comprensione su Sanità Informazione, e andiamo per ordine per fissare i significati e i concetti. In primo luogo dobbiamo conoscere il significato di macrofago: chiamasi “macrofago” un fagocita con la specifica funzione di inglobare e digerire altre cellule destinate alla morte. Possiamo semplificare ancora di più osando definire il macrofago una sorta di spazzino del nostro organismo.
Secondo uno studio (andremo ad approfondire), le cellule cancerose sarebbero in grado di inibire le funzioni dei macrofagi rilasciando l’enzima nagalase. Lo studio (ripetiamo: andremo ad approfondire) individuava nella proteina GcMAF un agente attivante dei macrofagi nei pazienti oncologici, dunque una nuova forza per combattere l’enzima nagalase e dunque restituire forza alle naturali difese immunitarie.
Tutto partì, sostanzialmente, nel 2009 quando il dottor Nobuto Yamamoto (eccolo) pubblicò un articolo sul Journal of Medical Virology in cui sosteneva di poter usare la GcMAF sui pazienti affetti da HIV dopo aver teorizzato gli effetti della proteina anche su pazienti affetti da tumore alla prostata nel 2007.
Nel 2009 il “brevetto” di Yamamoto, catturata l’attenzione di alcuni interessati, fu acquistato da una casa farmaceutica israeliana e tale “cura” venne messa in commercio da tre aziende. Una di queste era la Immuno Biotech Ltd di David Noakes, che nel 2017 finì in tribunale in quanto accusato di vendere un farmaco che non era ancora stato riconosciuto dalla comunità scientifica. Intorno alla vicenda, dunque, partirono le teorie della cospirazione.
Su questo aspetto Snopes ha fatto un lavoro magistrale, ricostruendo passo dopo passo tutte le morti di quegli scienziati che roteavano intorno agli studi sulla presunta cura miracolosa contro il cancro, e quindi sulla presunta scoperta della presenza dell’enzima nagalase all’interno dei vaccini, una teoria molto cara al mondo complottista. In un articolo del 2017 troviamo la ricostruzione dei fatti. Per semplificare l’indagine, Snopes ha sovrapposto un numero per ciascun volto del collage riportato da Toba60 e ha creato un documento identificativo per ciascuna delle persone mostrate.
Non ci è possibile – sarebbe esageratamente enciclopedico e noioso per voi – entrare nel dettaglio di ogni morte. Ci limiteremo, dunque, a riportare i casi generici divisi per scaglioni, per offrirvi una lettura più facile e immediata.
Il 19 giugno 2015 il dottor Jeffrey Bradstreet fu trovato privo di vita da un pescatore nel Broad River della Contea di Rutheford, nel North Carolina. Il medico riportava una ferita al petto provocata da un’arma da fuoco che gli investigatori stabilirono come autoinflitta, dunque si parlò di suicidio. La sua famiglia, non convinta che si trattasse di un suicidio, assoldò un investigatore privato.
Pochi giorni prima della sua tragica morte, la clinica di Bradstreet con sede in Georgia era stata oggetto di perquisizione da parte dei federali in quanto si trovava al centro di un’indagine sulla somministrazione della GcMAF e di altri trattamenti non riconosciuti dalla comunità scientifica. Nello stesso giorno della sua morte, inoltre, una clinica svizzera associata a Bradstreet venne chiusa dopo la morte di 5 pazienti che avevano ricevuto le cure con la GcMAF.
Il caso, in seguito, fu sollevato da Erin Elizabeth, che in un articolo scritto sul portale olistico Health Nut News portò all’attenzione del web ben 90 casi di scienziati morti in circostanze “sospette”, e la notizia cominciò a rimbalzare sui siti complottisti più seguiti, un’urgenza che la stessa Erin Elizabeth sentiva dal momento in cui il suo partner, Joseph Mercola (già noto ai nostri archivi), era considerato in potenziale pericolo. Per Elizabeth, in sostanza, era in atto uno sterminio di massa di tutti gli scienziati che sostenevano pratiche alternative alla medicina ufficiale, e per questo non si fermò.
Erin Elizabeth non aveva alcuna prova sullo status di “morte sospetta” che attribuiva alla sua personale indagine, ma nonostante questo continuò su una serie di pubblicazioni. Alla morte di Bradstreet collegò quella di Bruce Hedendal, un chiropratico trovato morto all’interno della sua auto l’1 luglio 2015 per probabili cause naturali. Il suo ufficio era stato esaminato dalla Food And Drug Administration pochi giorni prima della morte. Per Elizabeth era sufficiente per trovare una connessione definire “sospetta” anche la morte di Hedendal, sebbene le indagini fossero ancora in corso. A quel punto, la redattrice olistica collegò a una grande cospirazione qualsiasi morte di qualsiasi scienziato che in qualche modo facesse parte del mondo olistico.
La redazione di Snopes, a tal punto, aveva contattato direttamente Erin Elizabeth che aveva spiegato che le informazioni raccolte le erano state consegnate da un giornalista del quale si era fidata.
Addirittura, Elizabeth scomodò incidenti che secondo le sue teorie avrebbero anticipato la morte sospetta di Bradstreet (che gli investigatori invece riportavano come suicidio) spingendosi indietro nel tempo fino al 2014.
Nel 2015 la morte di 5 chiropratici per incidente stradale, per esempio, fu messa nello stesso calderone pur trattandosi di casi separati e nel tempo e nello spazio, e pur trattandosi di incidenti accertati dal momento in cui le vittime guidavano da sole nel proprio veicolo. Si trattava di Chris Coffman, David Knotts, Thomas Eynon, William Snow e Janelle A. Bottorff, e la stessa Elizabeth ammetteva di non avere alcun motivo di dubitare della morte accidentale di queste 5 persone, e soprattutto le loro morti – scriveva – non avevano alcuna attinenza con la sua lista di dottori olistici morti misteriosamente:
Non intendo includere queste persone nella mia serie di medici olistici trovati morti o assassinati, ma dai loro pazienti ho ricevuto ripetute richieste di scrivere qualcosa sulla loro storia.
Riepilogando brevemente: la morte di Jeffrey Bradstreet (suicida, segnalato per le sue somministrazioni di GcMAF) e Bruce Hedendal (per cause naturali, che aveva ricevuto un’ispezione dalla FDA) avevano scatenato Erin Elizabeth della testata olistica Health Nut News che, allarmata da un senso paranoico di pericolo per il suo compagno Joseph Mercola, era esplosa in una serie di pubblicazioni che sottilmente collegavano tutte le morti di medici olistici a una cospirazione atta a eliminare tutti i rappresentanti della medicina alternativa. Tra questi c’erano anche 5 chiropratici morti per incidente stradale: Erin non aveva prove sul eventuali complotti, ma riportava comunque i casi.
I nomi sono davvero tantissimi e in questo articolo di Snopes troviamo tutti i casi presi singolarmente, e in nessuno di essi troviamo il motivo per sospettare sulle circostanze della loro morte. Gli autori riportano, addirittura, che un certo numero di persone citate non appartenevano nemmeno al mondo olistico.
Nel tragico elenco troviamo casi di femminicidio (l’osteopata Lisa Riley), infarto (il dentista Hakeem M. Abdul-Karim), rapina (il ricercatore Mark Ernsting), insieme a tanti altri episodi di varia natura, tra i quali non manca anche una morte per incidente d’aereo. Per buona parte dei profili messi insieme da Erin Elizabeth in maniera del tutto arbitraria ella stessa ammetteva di non avere fonti se non quelle raccolte dai profili Facebook delle vittime: in pratica, Elizabeth collegava le vittime al mondo olistico semplicemente frugando i loro profili social.
Al termine della lunga inchiesta, Snopes scrive:
Non c’è alcuna cospirazione in atto. Piuttosto, si tratta semplicemente di 61 tragedie individuali che sono state messe insieme in modo inelegante da un sito web di medicina alternativa, le cui insinuazioni così sottili hanno successivamente echeggiato negli angoli più oscuri e paranoici di Internet, fino a penetrare i media più mainstream.
Facciamo un passo indietro: Toba60 in poche righe liquida una serie di tragedie come una cospirazione contro i medici che avevano scoperto la presenza dell'”enzima del cancro” nei vaccini che ci vengono iniettati. La scienza ci dice che parlare di “enzima del cancro” è un errore, perché il nagalase è contenuto anche nei pazienti sani. Con un volo pindarico, in pratica, si vuole dimostrare che esiste una correlazione tra vaccini, cancro e soprattutto autismo e le 61 tragedie di cui abbiamo parlato sarebbero il frutto di uno sterminio di scienziati che avevano scoperto lo scandalo.
Falso. Si trattava di morti accidentali e di vario tipo, e nei primi due casi l’articolista olistica Erin Elizabeth aveva sollevato un polverone per poi ammettere che tutto fosse infondato. I primi due casi erano stati definiti “sospetti” in quanto entrambe le vittime erano in qualche modo collegate con la medicina alternativa e la GcMFA, la presunta cura miracolosa contro il tumore, mai accettata dalla comunità scientifica che tuttavia veniva somministrata pur senza brevetto. Parlare di medici assassinati per aver scoperto l’enzima del tumore (espressione errata, ripetiamo) nel vaccino è basso complottismo e soprattutto una gigantesca bufala.
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