“I media non ci dicono che la guerra non esiste”: dopo le ambulanze, i carri armati
La guerra non esiste: più che un dato di fatto, un wishful thinking. Anzi, l’incarnazione post-complottista di uno dei diktat della Duma: la guerra non esiste, la Duma è buona, la guerra è pace, anzi no, è severamente vietato usare le parole “invasione e vittime”.
In quella particolare intersezione dove l’antivaccinismo militante diventa pro-Putinismo d’assalto, c’è gente che ha barattato il mantra “Non ce ne è COVIDDI, le ambulanze sono vuote” con “Non ce ne è guerra, la gente è ancora a Kiev”.
Ovviamente, se guardi un video in un certo momento, troverai delle persone a Kiev.
Esattamente per lo stesso motivo per cui nella seconda guerra mondiale “Roma Città Aperta” non era diventata un deserto dove i romani si erano vaporizzati nell’atmosfera sostituiti dalla Gestapo.
Ci sono ancora civili a Kiev. Ci sono ancora soldati e civili. E civili che si uniscono ai soldati. O che supportano i soldati.
Ovviamente, quando non ci sono bombardamenti e guerra, le persone si vedono per strada. Devono pur procursarsi da mangiare.
Ostentare quelle immagini dichiarando che “la guerra non esiste” è l’equivalente perfetto di posteggiare davanti alle ambulanze aspettando i malati COVID per dichiarare che il COVID19 non esiste, ignorando che sicuramente i malati non passeranno di lì.
O inseguire ambulanze ritenendo che siano vuote.
È un disservizio alle vittime di una guerra, un regalo enorme a chi dalle parti del Cremlino ritiene che cancellando dal vocabolario le parole “invasione” e “vittima” il conflitto possa essere ridimensionato.
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