I libri di Roald Dahl modificati per renderli più inclusivi: sarà la soluzione giusta? È questo il problema che ci poniamo leggendo quanto riportato dal Telegraph sull’analisi delle ristampe di dieci libri dell’autore.
L’inclusività, va detto, è un obiettivo lodevole e degno di ottenimento.
Il metodo va considerato.
Uno dei romanzi nell’occhio del ciclone plurimo è “Le Streghe”. Come ci ricorda Il Post, il fatto di avere come personaggi negativi un gruppo di donne, anzi tutte le donne nel cast tranne la nonna del protagonista.
Spariscono i riferimenti più sciovinisti, come
Le streghe sono tutte donne.
Non voglio parlar male delle donne. In genere sono adorabili. Ma tutte le streghe sono donne: è un fatto.
e la frase
Non dire stupidaggini. Non puoi tirare i capelli a tutte le donne che incontri, anche se portano i guanti. Provaci e vedrai.
Nella nuova edizione britannica la risposta è diventata:
Non dire stupidaggini. Peraltro ci sono molte altre ragioni per cui una donna potrebbe indossare una parrucca senza che ci sia nulla di sbagliato (come tradotto da il Post, non essendovi ancora una nuova traduzione Italiana)
L’obiettivo è naturalmente, l’inclusività. Effettivamente dall’alopecia alle cure oncologiche ci sono ottime ragioni per cui non invogliare un ragazzino a tirare i capelli a donne di mezza età.
E quando decenni dopo il libro divenne un film, la stessa attrice che interpretava la leader delle streghe ebbe a dolersi di aver dovuto interpretare una strega riconoscibile dalle mani visibilmente deformi perché questo potrebbe insegnare ai bambini che la deformità nel corpo si accompagna alla cattiveria nello spirito.
E qui dobbiamo concordare con Anne Hataway, va detto.
Un portavoce della Roald Dahl Story Company ha detto al Telegraph che le modifiche sono state fatte «mantenendo la trama della storia, i caratteri dei personaggi e l’irriverenza e lo spirito acuto del testo originale» e che sono «piccole e valutate con grande attenzione».
Modifiche che hanno riguardato diversi libri di Dahl, modificando tutti i riferimenti ai “lavori tradizionali delle donne” (meno “cassiera” e più “scienziata”), sostituendo delle “bocche storte” con “doppi menti” e persino una minore in Matilde.
La bambina geniale del libro, portata al cinema da Mara Wilson nel film “Matilda 6 Mitica” non è più un’avida lettrice del “colonialista” Kipling ma della “femminista” Jane Austen.
Anche Salman Rushdie, persona che ha pagato a caro prezzo la sua libertà letteraria e possiamo definire pacificamente tutt’altro che un conservatore, non ha accettato la cosa con garbo
Twitta, ovvero
Roald Dahl non era un angelo, ma questa è censura assurda. Puffin Books e gli eredi di Dahl dovrebbero vergognarsi
La scrittrice Licia Troisi ci ricorda l’inutilità di “cancellare i problemi invece che contestualizzarli e spiegarli”.
Prendendo ad esempio la decisione di non ristampare mai più la parte finale della “Saga di De’ Paperoni”, storia del fumettista Don Rosa che reimmagina i fumetti storici di Carl Barks come una biografia della vita di Paperon De’ Paperoni.
Capitolo nel quale, in un momento di debolezza (che giustifica come Paperone incontrerà Paperino nuovamente solo da adulto e coi tre nipotini a carico: quando Paperino era solo un paperotto Paperone ha abbandonato la famiglia per indulgere nella più brutale avidità pentendosene solo dopo), Paperone truffa uno stregone africano chiamato “Matumbo” (Foola Zoola) che gli scatena contro una creatura chiamata “Gongoro”, un vero e proprio zombie
Nonostante la storia abbia un forte sapore anticolonialista (per avidità Paperone distrugge le terre di Matumbo, il quale usa la magia per creare il Gongoro e ordinargli di perseguitarlo: compito dal quale sarà dispensato solo dopo aver condotto Paperino da Matumbo a causa di un errore), l’immagine dell'”Africa Nera” con riti selvaggi e stregoni è ora irricevibile.
Dobbiamo rinunciare all’inclusività? Non è la soluzione adatta.
Ricordo però che diverse antologie scolastiche e case editrici offrono edizioni ridotte dei grandi classici per uso educativo e dell’infanzia.
Sarebbe corretto preservare la storia avendo più edizioni: un’edizione integrale, annotata però per spiegare scelte incomprensibili ad oggi fornendo il contesto storico e sociale dell’epoca, scelta già fatta per alcuni film in streaming e un’edizione per bambini.
La quale, oltre ad avere un linguaggio più semplificato allo scopo di favorire l’ingresso alla letteratura avrà anche modifiche tematiche per evitare che indicazioni meramente letterarie e di contesto siano percepite come “educative”.
Effettivamente, un libro per l’infanzia che proponga di tirare le parrucche alle signore perché se calve esse saranno streghe o che descriva l’Africa Nera come una terra di stregoni non avrebbe oggi senso.
Ma neppure cancellare pezzi di letteratura a caso fingendo che essi non siano mai esistiti.
Cosa che ci impedirebbe peraltro di riflettere sul nostro passato e cercare di migliorarlo.
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