Si fa davvero tanta fatica a spiegare il fenomeno giornalistico degli ultimi giorni, parlando del vaccino AstraZeneca e delle reazioni avverse. Con relativo danno sanitario enorme per tutto il Paese. A differenza di quanto avvenuto nel resto d’Europa, dove la notizia della sospensione dell’AIFA per i due lotti non ha avuto grande risalto trattandosi di un evento assai comune in questi casi, in Italia ci siamo imbattuti in titoloni di giornali.
Del resto, arrivare in edicola con un bell’allarme generale in primo piano era evidentemente un’occasione succulenta per aumentare le vendite. In pratica, con le reazioni avverse al vaccino AstraZeneca abbiamo assistito al fenomeno opposto rispetto a quello menzionato in tante circostanze, da un anno a questa parte, dai negazionisti del Covid.
Il cosiddetto terrorismo, di cui si sono tanto riempiti la bocca, da alcuni giorni ha sostanzialmente spostato il suo mirino. Il vero errore della classe giornalista, alla quale noi di Bufale non abbiamo in ogni caso nulla da insegnare, si spiega alla grande con il caso di Annamaria Mantile, come avvenuto di recente anche sulle nostre pagine.
Dopo giorni di congetture, ipotesi e titoli fuorvianti, si è scoperto tramite l’autopsia che l’insegnante di Napoli (pace all’anima sua) abbia perso la vita per cause ben differenti rispetto alla precedente somministrazione del vaccino AstraZeneca. Al di là degli articoli pubblicati da tutti dopo l’esito della suddetta autopsia, il problema reale è che in pochi tra i lettori saranno arrivati alla conclusione della storia. Al contrario, in tanti saranno stati condizionati sul farmaco coi primi titoloni frettolosi.
Lo stesso è avvenuto con alcuni infermieri all’estero ad inizio 2021 (il primo caso, poi smentito, è avvenuto in Portogallo). Lo stesso ancora, sempre con il vaccino AstraZeneca, si è verificato con il primo militare che ha perso la vita in settimana. Per il povero Stefano Paternò, per inciso, i risultati arriveranno nei prossimi giorni, come rivelato da Catania Today stamane. Proprio nel tentativo di non lasciare nulla al caso ed essere sempre sicuri sulle reazioni avverse.
E così, tra ieri ed oggi sono usciti altri titoloni. Basti pensare al caso di una donna morta negli Stati Uniti a febbraio, dopo la somministrazione del vaccino Moderna. Senza che un’autopsia abbia mai confermato correlazioni tra eventi (al punto che la famiglia della donna ha ugualmente invitato tutti a vaccinarsi).
Che dire poi della donna che ha perso la vita a Caltanissetta, ben tredici giorni dopo il vaccino AstraZeneca, quando gli eventi avversi si riscontrano soprattutto nei primissimi giorni post vaccinazione. I titoli dei rispettivi articoli ve li lasciamo immaginare.
Ed allora, non meravigliamoci se la gente inizia a rifiutare il vaccino AstraZeneca solo in Italia, temendo reazioni avverse. Migliaia di dosi che rischiano di essere buttate ed un’emergenza sanitaria prolungata, per qualche click o una copia in più venduta. Anche noi, sicuramente, siamo caduti qualche volta nella tentazione del clickbait in passato, ma parlando di Covid dovremmo darci tutti una regolata.
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