Un articolo pubblicato su La Stampa il 25 settembre 2019 ci viene segnalato dai nostri contatti, e riporta un caso avvenuto a Legnano (Milano): una bambina 10 mesi, operata per una commozione cerebrale a seguito di una caduta, necessitava di una trasfusione ma i genitori, entrambi testimoni di Geova, avevano negato l’autorizzazione.
Come riporta La Stampa, la struttura ha contattato i carabinieri e dunque la Procura dei Minorenni, e quest’ultima ha sospeso temporaneamente la potestà genitoriale, permettendo ai chirurghi di procedere.
Nella notte tra il 24 e il 25 settembre una bambina di 10 mesi era stata operata d’urgenza per un’emorragia cerebrale a seguito di una caduta. La piccola era già stata trasferita dall’ospedale di Gallarate, e presentava una grave complicazione dovuta ad un coagulo di sangue. I suoi livelli ematologici, inoltre, avevano preoccupato i medici in quanto si presentavano troppo bassi. I chirurghi, dunque, avevano riferito ai genitori della bambina che si riteneva necessaria una trasfusione, ma la coppia di testimoni di Geova, per credo religioso, aveva negato tale autorizzazione.
I medici, dunque, avevano interpellato i carabinieri e i militari avevano contattato il pubblico ministero di turno in Procura, al Tribunale dei Minorenni. Il magistrato, per salvare la piccola, aveva sospeso la potestà genitoriale della coppia.
Un corto circuito tra gli organi di stampa, tuttavia, si è creato dal momento in cui alcuni titoli parlavano di “trasfusione disposta dal giudice”, ma le cose sono andate diversamente. Una nota dell’ASST Milano Ovest riportata da Ticino Notizie il 25 settembre, a tal proposito, precisava:
Nel merito di notizie apparse in data odierna su alcuni organi di stampa, questa ASST precisa che – a tutela della salute di una minore degente presso l’Ospedale di Legnano e visto il perdurante rifiuto da parte dei genitori ad autorizzare le cure necessarie – i medici del Presidio Ospedaliero hanno provveduto ad informare il Tribunale dei Minori di Milano il quale ha disposto la limitazione della responsabilità genitoriale e il conseguente affidamento della minore al legale rappresentante della Struttura Ospedaliera limitatamente alle scelte sanitarie da compiere.
Pertanto, questa Azienda provvede ad assicurare tutti i necessari interventi sanitari volti alla tutela della salute e della vita della minore.
Nel pomeriggio del 25 settembre la redazione di Legnano News ha contattato l’ufficio stampa della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova di Legnano, che ha riferito che la piccola non era in fin di vita e che la Procura non aveva disposto alcuna trasfusione.
Contrariamente a quanto pubblicato da vari giornali, dai riscontri effettuati con i medici dell’Ospedale di Legnano è emerso che la bambina non è mai stata in pericolo di vita. L’intervento per una commozione cerebrale, a seguito di una caduta, si è concluso con successo senza praticare nessuna trasfusione di sangue. Risulta infondata la notizia che la Procura abbia ordinato la trasfusione, né ai genitori è stato comunicato finora alcun provvedimento del tribunale per limitare la loro responsabilità genitoriale.
Nello stesso articolo pubblicato da Legnano News leggiamo, inoltre, che la redazione ha contattato l’azienda ospedaliera nella mattina del 26 settembre, che ha riferito che la trasfusione non si era resa necessaria, ma ha confermato l’intervento del Tribunale dei Minori per la limitazione della potestà genitoriale. Su Varese News, in un articolo del 26 settembre, troviamo un ulteriore riscontro sulla non avvenuta trasfusione e sulla comunicazione dell’ASST Milano Ovest sull’avvenuto intervento dei giudici per limitare la potestà genitoriale alla coppia di testimoni di Geova alle sole decisioni da intraprendere sulle cure da somministrare alla bambina.
Il 25 settembre La Notizia.net, però, parla di fake news attenendosi all’unica risposta ricevuta dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova di Legnano: l’ufficio stampa della Congregazione, la mattina del 25 settembre, aveva dichiarato alla stampa locale che la bambina non era mai stata in pericolo di vita e che l’intervento dei giudici non era mai avvenuto. Ribadiamo, però, che nella mattinata del 26 settembre la ASST Milano Ovest aveva comunicato con la redazione di Legnano News e aveva confermato la non necessità della trasfusione, ma anche l’intervento dei giudici sulla potestà genitoriale della coppia.
Per coloro che ancora si chiedono quale sia il vero rapporto tra i testimoni di Geova e le trasfusioni di sangue, sul sito ufficiale troviamo la spiegazione:
È una questione di natura religiosa, non medica. Sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento troviamo il chiaro comando di astenerci dal sangue (Genesi 9:4; Levitico 17:10; Deuteronomio 12:23; Atti 15:28, 29). Inoltre agli occhi di Dio il sangue rappresenta la vita (Levitico 17:14). Pertanto non accettiamo il sangue non solo per ubbidienza a Dio, ma anche in segno di rispetto per lui in quanto Datore di vita.
Intanto, su questa notizia, parliamo di versioni a confronto: i quotidiani e le testate locali riportano che i genitori della piccola, arrivata in sala operatoria per un’emorragia cerebrale, avevano negato l’autorizzazione a una trasfusione nonostante i livelli ematologici avessero preoccupato i chirurghi. Questi ultimi, dunque, avevano richiesto l’intervento del Tribunale dei Minorenni, che aveva temporaneamente limitato la potestà genitoriale della coppia per affidare la piccola al legale dell’azienda ospedaliera.
L’ufficio stampa della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova di Legnano, in una nota, nega che la piccola fosse in pericolo di vita e che la famiglia avesse ricevuto una limitazione della potestà genitoriale. L’azienda ospedaliera, dopo il comunicato della Congregazione, ha confermato l’intervento del tribunale e ha riferito che la trasfusione non era più necessaria.
Sul web non è possibile rintracciare i comunicati ufficiali delle due realtà a confronto (ASST e Congregazione) e soprattutto non è ancora presente una versione definitiva dei fatti. In ogni caso, sappiamo per certo che la trasfusione non si era rivelata necessaria. Anche se la trasfusione non era necessaria, il giudice sarebbe intervenuto per affidare la tutela della bambina al legale dell’azienda ospedaliera limitando, così, le decisioni dei genitori per il bene della piccola.
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