Parlare di bufala a proposito dell’ormai famosissimo scontrino della mensa del Senato sarebbe inappropriato, in quanto il documento che circola nuovamente sui social da alcune a questa parte è autentico. Tuttavia, il caso che prendiamo in esame oggi 4 luglio, ancora una volta ci dice che determinati dettagli possano fare la differenza, alterando in modo significativo la nostra opinione su specifici fatti diventanti nel frattempo virali. Proviamo dunque a chiarire una volta per tutte questa storia.
A dirla tutta, poco meno di un anno fa sul nostro sito ci abbiamo già provato pubblicando un altro articolo, avendo portato alla vostra attenzione alcuni aspetti cruciali riguardanti il leggendario scontrino della mensa del Senato. Provando a scendere in dettagli, ci sono un paio di elementi che sarebbe opportuno prendere in considerazione, in modo tale da valutare in modo diverso il documento. Il tutto, partendo dal presupposto che non si tratti di una fake news o di un ritocco tramite photoshop.
Come riportato tempo fa da Il Sole 24 Ore, si tratta di un contenuto molto vecchio. Lo scontrino della mensa del Senato è stato emesso addirittura nel 2011 e da allora i costi della vita sono aumentati in modo considerevole. Anche a Montecitorio per intenderci. Certo, i valori riportati restano molto basso anche se rapportati a quel momento storico, ma è chiaro che si tratti di un momento assai differente rispetto a quello attuale. Ignorare il gap temporale tra emissione e ricondivisione sui social sarebbe un errore clamoroso.
Ancora, pur essendo autentico lo scontrino della mensa del Senato, si tratta di un trattamento riservato non agli onorevoli, che come tutti sanno possono godere di “stipendi importanti”, ma in questo specifico caso applicato al personale che lavorava lì in quel periodo. Insomma, nessun agevolazione extra per la nostra classe politica.
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