I coraggiosi leoni novax sfidano i filtri Facebook una carota alla volta
I coraggiosi leoni novax sfidano i filtri Facebook una carota alla volta: ebbene sì, un oltraggio salverà il mondo. Invidiamo le granitiche certezze dei lupi, guerrieri e leoni novax, convinti seriamente di vivere nel complotto di Shroedinger.
Ovvero in un mondo dove i “Poteri Forti” dominano il mondo per sottomettere l’umanità con piani segreti, orribili pandemie, cabale organizzate per plasmare il destino dell’umanità condannando a morte certa tutti coloro in grado di contrastarli, ma sono così stupidi da farsi fregare da Banana33, Fragolina79 e Napalm51 che scrivono “vaxxino”, “siero” e usano l’emoticon della carota perché finché non scrivono la parola “vaccino” non possono essere trovati.
E per trovati intendiamo proprio la teoria per cui se scrivono la parola “vaccino” arriviamo noi debunker “il braccio armato della censura”, telefoniamo alla DIGOS ed ai Poteri Forti che li deportano nei Campi FEMA per farli sgobbare nelle miniere di vaccini per il resto dei loro giorni.
Nel 2020 vi spiegavamo la teoria novax e complottista per cui il novax medio è convinto che bloccando le pagine di fact checking diventerà invisibile e irrintracciabile. Questo col piglio del bambino coraggioso convinto che se si piazza un lenzuolo in faccia per non vedere il mostro che vive nell’armadio, questi a sua volta non potrà vederlo e ghermirlo
Ma la BBC ci ha mostrato nuovi abissi del “pensiero magico”. I novax convinti che basti usare l’emoticon della carota perché i sierati non capiscano che stanno parlando del vaccino e non li segnalino.
I coraggiosi leoni novax sfidano i filtri Facebook una carota alla volta
Nasce tutto quando il Professor Marc Owen-Jones, ricercatore ed esperto di fact checking per l’università Hamad Bin Khalifa del Qatar, è stato invitato in un gruppo di novax.
Se l’idea di un gruppo che si ritiene così segreto da avere bisogno di un codice segreto e che inviti un esperto di fact checking vi provoca il mal di testa, pensate a cosa proviamo noi quando ci troviamo tra i followers persone con l’avatar di gruppi novax e l’occasionale catfish.
Il gruppo, dedicato apparentemente a “storie divertenti”, era dedicato a descrivere le storie di improbabili eserciti di amici e parenti presuntivamente danneggiati dal vaccino, il tutto con numeri che, ove confermati, renderebbero i “cuggini danneggiati o morti da vaccino” superiori alla popolazione umana nel suo complesso.
Ma non è questo il problema principale. La cosa più assurda è che in una specie di gioco enigmistico, gli iscritti al gruppo erano tenuti per regolamento a parlare dei danni da vaccino senza poter usare le parole vaccino, booster, COVID19.
Il timore che le parole magiche possano attirare l’occhio della Censura è tale che i moderatori si dichiarano pronti a bloccare e censurare chiunque non si presti a tale forma enigmistica.
Nel thread di screenshot captate da Owen assistiamo ad improbabili acrostici con storie di bambini nati senza scheletro, aborti con perdite di sangue continue per due mesi e altre improbabilità scientifiche punteggiate da carote, bicchieri ed un linguaggio più affine ai graffiti rupestri che ad una lingua umana.
L’abuso delle emoji
Un fondo di metodo nell’apparente follia ci può essere: i sistemi di moderazione automatici sono costruiti intorno al linguaggio. Se decidi di de-evolvere alle emoji, usandole come l’equivalente virtuale dell’esprimerti a rutti, suoni gutturali e colpi di clava, un computer non riconoscerà quello che stai scrivendo come un linguaggio umano ma come l’equivalente di versi grotteschi e non interverrà.
Il che non significa che un moderatore umano non possa intervenire.
Personalmente sulla nostra pagina Facebook abbiamo già provveduto a inserire nella blacklist le storpiature e le emoticon più usate dai disturbatori di turno, e BBC ha già avvisato Meta della cosa, ottenendo la chiusura dei gruppi interessati.
Che però continuano ed essere riaperti, dandoci il triste spettacolo di guerrieri e leoni così coraggiosi da esprimersi a graffiti e carote per evitare la “censura”.
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