I “campi da 15 minuti”: i notutto combattono l’urbanistica (e perdono)

di Bufale.net Team |

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I “campi da 15 minuti”: i notutto combattono l’urbanistica (e perdono) Bufale.net

Esaminando una diversa segnalazione ci siamo imbattuti in una teoria del complotto ancora più bizzarra, quella dei “campi da 15 minuti”. Una teoria che ha colonizzato buona parte di Twitter e altri social, da sempre sensibili alle condivisioni notutto.

I "campi da 15 minuti": i notutto combattono l'urbanistica (e perdono)

I “campi da 15 minuti”: i notutto combattono l’urbanistica (e perdono)

Un piano dei “Poteri Forti” che si collega all’ultimo fantasma del Complotto: i Poteri Forti vogliono mettere tutta l’umanità in Lockdown trasformando i quartieri in campi di concentramento dai quali non si può uscire.

Il tutto nato travisando in modo completo le affermazioni di un urbanista.

I “campi da 15 minuti”: i notutto combattono l’urbanistica (e perdono)

Parliamo delle teorie dell’Urbanista Carlos Moreno, che essendo un urbanista e quindi un uomo perito nella materia ha detto qualcosa di abissalmente semplice anche per chi non ha grandi competenze.

Nelle città, anche piccole, dove hai tutti i servizi si vive meglio.

Se vivi in un posto dove in quindici o venti minuti di passeggiata incontri la scuola dei tuoi figli, il posto dove lavori, tanti piccoli negozietti di quartiere, un parchetto per giocare o rilassarti, un cinema, un barbiere… insomma, se hai a portata di mano sia i luoghi di piacere che di lavoro, vivi meglio e sei felice.

Una città ideale non deve costringerti a vagare da un capo all’altro della metropoli per vivere: se vuoi prendere la macchina e andare a comprarti un libro dall’altra parte del Gran Raccordo Anulare fai pure, ma non dovresti esservi costretto.

Tutto a posto no? È un’ovvietà tale che non ci sarebbe bisogno neppure di scriverci un pezzo.

Eppure sappiamo dove viviamo, in un mondo dove ci sono complottisti ovunque. Un mondo dove ti svegli una mattina dicendo

“Sai che c’è? Non ho alcuna voglia di farmi tre quarti d’ora in macchina per andarmi a comprare un gelato in piazza e leggermi il giornale di oggi. Vorrei il gelataio e il giornalaio a quattro passi come li aveva mio nonno”

E qualcuno ti dice

“Kittipaka? Ti paka la kasta dei mangiaroni ke vuoi kiuderci tutti nei kampi di sterminio del lockdown? Io a casa non ci resto ai kapitoh?”

E scopri anche illustre spunti blu pronti a definire la cittadina tranquilla di cui sopra una specie “concetto socialista per toglierti le libertà”.

Con tanto di migliaia di post su Twitter.

A cui ha dovuto rispondere persino il Consiglio Cittadino di Oxford, accusato di lockdown e socialismo per aver nominato tale concetto assieme alla proposta di istituire qualcosa simile alle ZTL a noi note.

Aree a traffico limitato per i residenti unite a città più vivibili.

Conclusione

Nessuno ha intenzione di trasformare i quartieri in ghetti dall’eterno lockdown, ma ci sono teorie per cui una città vivibile dovrebbe avere ogni servizio sottomano.

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